La concessione dei nulla osta necessari a trasportatori per viaggiare sulle strade lombarde con carichi eccedenti i limiti stabiliti dal  Codice della Strada sono diventati biblici

Camion col motore spento, autisti costretti a tenere incrociate le braccia in attesa di poter girare la chiave, accendere i motori e partire. Ma soprattutto merci ferme nei magazzini, contratti coi clienti impossibili da rispettare, con le conseguenti penali da pagare. Per alcune imprese lombarde è rischio paralisi. La denuncia arriva direttamente da Confindustria Lombardia che nei giorni scorsi, attraverso il proprio Presidente, Alberto Ribolla, ha preso carta e penna per scrivere direttamente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Derio. “Egregio Ministro - si legge nell’incipit della lettera - desideriamo esprimerLe, d’accordo con Confindustria, la preoccupazione in merito alla situazione relativa alle autorizzazioni per i trasporti eccezionali nella nostra regione, verificatasi dopo il crollo nello scorso mese di ottobre del ponte di Annone (Lecco) sulla SS 36”. Tutto comincia da lì, il 28 ottobre 2016, quando al passaggio di un automezzo crollò il ponte sovrastante la statale brianzola. L’evento causò una vittima e una decina di feriti. Ma la tragedia non è stata l’unica conseguenza della caduta del ponte. Da allora, infatti, qualcosa nel rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali si è inceppato. La concessione dei nullaosta necessari ai trasportatori per viaggiare sulle strade lombarde con carichi eccedenti i limiti stabiliti dal  Codice della Strada sono diventati biblici.

 

La richiesta del Presidente Alberto Ribolla: "Far ripartire al più presto l’operatività delle imprese in un contesto di sicurezza"

“L’attività amministrativa su questi adempimenti si è di fatto bloccata”, scrive il Presidente di Confindustria Lombardia, Ribolla, al Ministro Delrio. “Nel contempo - continua la missiva - ci viene segnalato che gli enti talvolta scaricano sulle stesse imprese richiedenti la responsabilità degli accertamenti sulla sicurezza dei ponti, che oltre ad essere di grandissima onerosità, necessitano di informazioni spesso non disponibili”. Gli enti a cui si riferisce Ribolla sono Province e Anas che, secondo quanto risulta a Confindustria Lombardia, su segnalazione delle stesse aziende, “hanno messo in atto delle forti restrizioni alla concessione delle autorizzazioni per il passaggio di trasporti eccezionali sulle strade di rispettiva competenza”.


Risultato: camion fermi. Si parla di trasporti particolarmente pesanti, come possono essere quelli di macchine per l’industria, grandi quadri elettrici, rotoli di lamiera, bobine di acciaio, solo per fare qualche esempio. Produzioni, tra l’altro dove proprio l’industria varesina è particolarmente specializzata. “La Lombardia - spiega in una nota diffusa alla stampa il Presidente Albero Ribolla - rappresenta una delle economie più avanzate d’Europa, a vocazione manifatturiera e con una forte propensione alle esportazioni”. Impossibile, è il concetto, pensare di poter tenere bloccati i Tir nei parcheggi per troppo tempo. Ne va delle sorti di un intero sistema produttivo. Nulla, però, deve essere sacrificato sull’altare della sicurezza, su questo Confindustria Lombardia ci tiene a essere chiara. L’appello è, infatti, sì quello di “far ripartire al più presto l’operatività delle imprese”, ma in “un contesto di sicurezza compatibile con il normale svolgimento delle attività produttive”.


“Pur comprendendo la cautela indotta dal tragico evento del ponte di Annone - precisa Ribolla - il sistema produttivo lombardo non può fare a meno di trasporti rapidi ed efficienti”. La situazione rischia di trasformarsi in insostenibile: “Questo stallo inaccettabile si ripercuote pesantemente sulle nostre imprese, che rischiano la paralisi della propria attività con effetti anche molto pesanti in termini di penali laddove non dovessero rispettare i tempi previsti dai contratti con i clienti”.

 

“Questo stallo inaccettabile si ripercuote pesantemente sulle nostre imprese, che rischiano la paralisi"

Tutto, in un sistema, si deve tenere. Da una parte la sicurezza, dall’altra i tempi di una burocrazia compatibili con il fattore competitività. Il concetto è ribadito in altre due lettere partite da Confindustria Lombardia. Quella rivolta al Ministro Delrio, infatti, non è l’unica missiva. Una di queste ha avuto come destinatario il Presidente di Anas: “Comprendiamo - scrive Ribolla - che il tragico evento dell’ottobre 2016 possa avere indotto più ampia cautela nell’espletamento delle verifiche tecniche e nel rilascio dei relativi nulla osta, tuttavia auspichiamo che le procedure vengano svolte il più rapidamente possibile”. Soprattutto, aggiunge, “evitando misure restrittive”.


La chiosa del Presidente Ribolla è affidata alle ultime righe di un comunicato stampa: “Confindustria Lombardia chiede quindi che gli enti preposti alla gestione della rete stradale superino l’attuale fase di paralisi nel rilascio delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali in modo da far ripartire al più presto l’operatività delle imprese lombarde, già gravemente danneggiata”.



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