“Non se ne può più di tutta la carta che c'è!” si lamenta apertamente un'imprenditrice durante il workshop organizzato da Sartorie digitali “Dematerializzazione. Miti, realtà e soluzioni concrete”. Sorrisi di condivisione in aula, per un problema che tocca tutte le aziende. Ma lo spazio non è l'unico problema, né l'unico motivo per snellire le pratiche amministrative in un'impresa, grande o piccola che sia. A spiegarlo bene Andrea Escalante, Responsabile Operativo di Copying, l'azienda che insieme a Cepar Digital Agency, alla LIUC – Università Cattaneo e a SPI – Servizi & Promozioni Industriali Srl propone il programma Sartorie digitali, un ciclo di incontri gratuiti sui temi clou del digital, come suggerisce il nome, pensati su misura. Obiettivo dell'incontro illustrare e dimostrare concretamente le nuove modalità di gestione dei dati e dei documenti aziendali attraverso la realizzazione di un’infrastruttura IT virtualizzata e l’introduzione di nuove modalità di gestione documentale.

“Dematerializzazione. Miti, realtà e soluzioni concrete”: l’incontro di Sartorie Digitali per un problema che tocca tutte le aziende

“Non è solo questione di spazi, ma soprattutto di strategie: con il digitale lavoreremo meno ma soprattutto lavoreremo meglio”, chiarisce Escalante. “La gestione dei documenti cartacei con il digitale comporta evidenti risparmi in termini di tempo e costi gestionali, anche meramente nella logistica e nel mantenimento dell'archivio, ma anche benefici in termini di controllo dei processi e di possibilità di rispetto e controllo delle regole, di rispondenza alle normative. Non ultimo, la dematerializzazione degli archivi porterebbe ad un avvicinamento a standard di mercato elevato. Pensiamo alla fattura elettronica: molti grandi brand, catene internazionali, già la usano da tempo e, così, i subfornitori.” È proprio la fattura elettronica uno dei nodi centrali da sciogliere e mettere a fuoco.

Le fatture elettroniche potrebbero generare benefici per le imprese tra i 5,5 e gli 8,2 euro a fattura. Per l’intero ciclo ordine-pagamento, i benefici salgono a 25-65 euro

“A partire dal 31 marzo 2015 - spiega Simone Sordo, Account Manager di Enerj - è entrato in vigore l'obbligo per quanto riguarda la pubblica amministrazione di emettere fattura in formato solo ed esclusivamente elettronico, pena il mancato pagamento. Un cambiamento epocale, definito da una normativa nazionale molto ben fatta. Cosa cambia? Pensiamo ai numeri. Nel 2015 sono stati 77 i milioni di fatture elettroniche inviate: di questi 22 milioni recapitate dalle imprese alle Pubblica Amministrazione e 55 milioni scambiate tra imprese. Il 6% di tutte quelle emesse in Italia, secondo i dati dell'Osservatorio Fatturazione Elettronica e Dematerializzazione della School of Management del Politecnico di Milano. Il solo scambio di fatture elettroniche, in base allo stesso studio, potrebbe generare benefici per le imprese tra 5,5 e 8,2 euro a fattura e se si guarda al processo più esteso, l’intero ciclo ordine-pagamento, i benefici salgono a 25-65 euro per ciclo. In toto, le transazioni B2b attraverso strumenti digitali potrebbero essere una leva strategica per la competitività, con benefici potenziali di almeno 60 miliardi di euro in termini di efficienza, senza contare il servizio”.

“Con la fatturazione elettronica verso il pubblico, l'Italia ha mosso un passo importante per avviare il percorso della digitalizzazione amministrativa”, aggiunge Escalante. “Sappiamo, però, che non tutte le imprese sono convinte della bontà di questo percorso: occorre quindi fare cultura. L'idea che la carta sia più sicura è consolidata, eppure non è veritiera. Solo un esempio che fa sorridere, ma non troppo: io stesso ho visitato un archivio allagato. Dov'è lì la sicurezza della carta? Certamente anche nell'archiviazione digitale c'è del rischio: per quello bisogna affidarsi a professionisti seri… come noi!” scherza, ma non troppo, il responsabile di Copying. 

 

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