Il prossimo Natale sarà per molti italiani ancora più felice e sereno. Si stima infatti che circa il 20% dei regali verranno recapitati da un Babbo Natale 4.0, sollevando genitori, parenti e amici dalle pene connesse alla ricerca, all’acquisto e alla relativa “logistica”.

La rilevanza della vendita di prodotti sul canale eCommerce B2C è, infatti, in continua crescita anche in Italia: le fonti più autorevoli stimano per il 2016 un incremento del 18% rispetto al 2015, avvicinandosi a quota 20 miliardi di euro, il doppio rispetto al 2011.

La corsa agli acquisti digitali premia sempre più i prodotti fisici che segnano un +32% di crescita sul 2015, cui corrispondono oltre 150 milioni di ordini online e quasi 200 milioni di pacchi spediti da parte di 28,7 milioni di clienti italiani.
 

Il 20% dei regali quest’anno verrà distribuito dall’eCommerce, con un incremento del 18% rispetto al 2015.

I settori sono i più disparati: non solo abbigliamento, editoria ed elettronica di consumo, ma anche arredamento, cosmetica e, last but not least, il grocery.
Il 2015 è stato un anno importante perché ha visto il commercio elettronico affermarsi sul mercato italiano anche nel settore alimentare, riducendo il divario con altri paesi europei. A Milano da circa un anno Amazon Prime Now permette l’acquisto di prodotti grocery, anche freschi, con consegna a domicilio dalle 8.00 alle 24.00 tutti i giorni della settimana, entro un’ora dall’acquisto o nella fascia oraria preferita dal cliente a seconda della zona.Ancora

Questa impensabile iper-velocità e precisione, abbinata spesso ad offerte molto vantaggiose, può spiegarsi solamente scoperchiando il tetto di uno dei magazzini per l’eCommerce presenti in Italia.

Da poco tempo Amazon Italia ha aperto nuovamente al pubblico la possibilità di visitare il magazzino di Castel San Giovanni (in provincia di Piacenza). Senza entrare nel dettaglio delle soluzioni impiegate è bene soffermarsi su alcuni principi chiave presenti in questo magazzino di 80.000 mq, denominato MXP 5 (in quanto abbinato all’aeroporto di Malpensa).

In un magazzino che deve poter evadere in meno di 24 ore un regalo di compleanno o di Natale (neanche fosse un farmaco salva vita) nulla può essere lasciato al caso, nemmeno le indicazioni su dove si trovano i servizi igienici o la funzione ricoperta da una delle oltre 1000 persone che ci lavorano.

Ecco allora che per facilitare la riconoscibilità di oggetti, spazi, attrezzature e persone si usano soluzioni “poka yoke”: segnando a terra i percorsi con strisce colorate, impiegando cassette della stessa dimensione ma di 6 diversi colori, indossando badge colorati e numerando i diversi scaffali con la stessa sequenza alfa-numerica.
 

Se una volta ci chiedevamo come Santa Claus riuscisse in una notte a fare il giro del modo, ora la domanda è come faccia Amazon a recapitarci un pacco in meno di 24 ore. Ecco il dietro le quinte del commercio digitale

Ma l’aspetto che più colpisce visitando il magazzino di Amazon è la sua dinamicità: seguendo nuovamente la filosofia giapponese del kaizen, il magazzino è di fatto un cantiere in evoluzione, con continui cambiamenti nel layout degli scaffali e delle aree logiche, nel percorso degli operatori e dei convogliatori aerei. Decine di ingegneri, manutentori, fornitori contribuiscono quotidianamente al miglioramento continuo delle prestazioni di questa immensa macchina che deve sì operare ma minimizzando i costi grazie anche alla continua crescita dei volumi trattati.
La massa critica dipende ovviamente dall’elevatissima gamma di prodotti offerti, che consente di migliorare di pochi punti decimali l’indicatore chiave di complessità di questo business: il numero medio di pezzi ordinati da un singolo cliente.

Questa variabile operativa è direttamente proporzionale al costo logistico di magazzino e trasporto che, in media, incide per il 10-20% del fatturato. Con volumi elevati in partenza da un unico sito, baricentrico rispetto ai mercati da servire, è possibile infatti spuntare tariffe molto basse di consegna a domicilio, facendo leva sul potere contrattuale verso i principali express couriers che si contendono il mercato dell’home delivery.

Tuttavia, se nel magazzino si possono adottare soluzioni altamente informatizzate e automatizzate, così non accade per il trasporto dove la variabile “tempo” incide direttamente sul costo del servizio. Ciononostante anche su questo fronte sono stati fatti passi enormi, sfruttando l’oceano di informazioni (Big Data) legate alle impronte digitali che lasciamo su qualche server, anche a telefonino spento. Se, da una parte, c’è chi ci propone una campagna mirata di marketing, monitorando i nostri comportamenti giorno e notte, dall’altra c’è anche chi, seguendo i click del nostro mouse sullo schermo o misurando per quanto tempo ci soffermiamo sull’immagine di un prodotto, elabora delle previsioni di vendita e pianifica le consegne in anticipo.

Stiamo parlando nuovamente di Amazon e del suo modello di “Anticipatory Shipping”, che è stato addirittura brevettato già da qualche anno.
 

La corsa agli acquisti digitali premia sempre più i prodotti fisici che segnano un +32% di crescita sul 2015, cui corrispondono oltre 150 milioni di ordini online e quasi 200 milioni di pacchi spediti da parte di 28,7 milioni di clienti italiani.

In realtà non si tratta di prevedere i comportamenti del singolo utente, bensì di stimare con quale probabilità un certo articolo verrà richiesto nel prossimo weekend in una determinata area di mercato, servita da un magazzino di prossimità. Se l’articolo in questione supera una soglia di click da parte dei clienti che vivono nella medesima area (ad esempio in provincia di Varese), il modello di “logistica predittiva” prevede che un certo numero di pezzi di quell’articolo vengano trasferiti dallo stock centrale di Piacenza ad un hub periferico (come quelle recentemente inaugurato ad Origgio), prima che venga emesso un eventuale ordine da parte dei clienti.
In questo modo si avrebbe, da una parte, un risparmio sui costi di consegna, riducendo le spedizioni affidate a express courier e usando modalità di trasporto più tradizionali; dall’altra, la garanzia di consegnare al cliente il prodotto desiderato in poche ore.

Nell’era dell’informazione diffusa è dunque possibile trarre benefici dai dati delle vendite registrate alle casse, o addirittura dalla lista digitale dei desideri del cliente, per pianificare meglio dove posizionare lo stock e, risalendo la supply chain, per programmare i rifornimenti e per condividere i piani di produzione con i fornitori.
Questi stessi principi sono anche la base di un'altra grandissima azienda di logistica, italiana, che vende anche prodotti nei suoi punti vendita fisici: l’Esselunga.

Esselunga è stata la prima azienda del settore retail ad automatizzare tutti i Centri Distribuitivi, ad estendere le finestre di scarico degli automezzi (evitando le interminabili code al ricevimento), a bilanciare i trasporti di ritorno con ritiri presso fornitori, a creare un polo dedicato per l’eCommerce.
 

Il modello “Anticipatory Shipping” di Amazon: seguendo i click del nostro mouse sullo schermo o misurando per quanto tempo ci soffermiamo sull’immagine di un prodotto, elabora delle previsioni di vendita e pianifica le consegne in anticipo

Ma la vera impronta del compianto imprenditore Caprotti la si percepiva nelle scelte di investimento, sempre orientate alla soluzione migliore, duratura anche se più costosa: dalla pavimentazione delle aree esterne di manovra degli automezzi, allo spessore delle scaffalature porta pallet solo per citarne alcuni. Cercando di automatizzare il più possibile i processi faticosi e ripetitivi, affidandosi ai migliori ingegneri.
Certo è che per fare investimenti occorrono i soldi ma soprattutto occorre la visione, quella che hanno molti dei nostri i grandi (e piccoli) imprenditori che fortunatamente, quando investono, hanno lo sguardo rivolto ai successivi 5 -10 anni.
Chissà, da qui al 2020, quanti altri imprenditori illuminati sapranno sfruttare gli incentivi connessi ai grandi investimenti di innovazione tecnologica messi in campo dall’attuale governo e presentati recentemente dal Ministro allo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, all’inaugurazione dell’Anno Accademico in LIUC – Università Cattaneo sotto il cappello del “super ammortamento” e del Piano Nazionale Industria 4.0, per trasformare la logistica nel fattore di successo della loro impresa

 

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