Non solo un mezzo di trasporto e una realtà economica importante, ma anche una vera e propria miniera di interessi, di collaborazioni. Il mondo delle due ruote è questo e molto altro per la Città Giardino

Nei primi mesi del 2019, in una sala di un ristorante varesino (lo Spitz), sono andate in scena alcune serate ricche di ospiti, accomunati dalla passione per le moto e per la cultura che accompagna il mondo delle due ruote. Al microfono si sono alternati, tra gli altri, personaggi come il dakariano Renato Zocchi, il tecnico di lungo corso Fiorenzo Fanali, i portacolori del rinato Team Paton fino al mitico Renato Pozzetto, grande amante dei motori a due e quattro ruote. E ancora, sono stati raccolti fondi per il progetto “Le favole del motociclista”, portato avanti da Ernest Pozzali e dedicato, in quella circostanza, ai progetti del Comitato Maria Letizia Verga. Le iniziative in questione sono state promosse e organizzate da Cafe Racer Varese, un gruppo creatosi proprio con la passione per le due ruote a motore e divenuto poi un punto di riferimento per tutto il mondo, che comprende numerosi aspetti culturali e turistici, legato al motociclismo. Un piccolo-grande esempio del significato che ha la motocicletta per la Città Giardino: non solo un mezzo di trasporto e non solo una realtà economica importante, ma anche una vera e propria miniera di interessi, di amicizie, di collaborazioni.

Annalisa Mentasti: “Questa realtà nasce anche per spiegare alle nuove generazioni, che non hanno vissuto le epopee sportive del passato, quel che ha rappresentato e rappresenta la moto per Varese”

Le varie anime della moto, in provincia, sono ben rappresentate da un progetto che è nato ufficialmente proprio con intenti legati alla promozione delle due ruote ma che non sarebbe mai decollato senza la giusta dose di amore e passione per questo mondo. “Varese Terra di Moto” però, oggi, è una realtà sempre più interessante: il seme fu gettato più di due anni fa, quando gli imprenditori varesotti del settore, stufi di andare ciascuno per conto proprio alle fiere di settore, cominciarono a ragionare intorno a un progetto comune. “Io e Marco Belli siamo amici da sempre e siamo accomunati dall’essere alla terza generazione della propria impresa familiare. Tempo fa notammo che l’eccellenza varesina legata al comparto motociclistico è poco percepita al di fuori del nostro territorio, così ci venne l’idea di fare quadrato e darci una maggiore identità per non disperdere questa cultura delle due ruote a motore. E anche per spiegare alle nuove generazioni, che non hanno vissuto le epopee sportive del passato, quel che ha rappresentato e rappresenta la moto per Varese”. A parlare è Annalisa Mentasti, dirigente della Sandro Mentasti Srl di Bobbiate, azienda famosa soprattutto per il marchio “Ariete” con il quale griffa occhiali, manopole e altri accessori ben noti ai motociclisti.

“Grazie all’intervento della Camera di Commercio, l’idea di ‘Varese Terra di Moto’ decollò due anni fa con un convegno alle Ville Ponti nel quale furono illustrati i risultati di due ricerche condotte dalla LIUC – Università Cattaneo. La prima ‘certificò’ il fatto che nel Varesotto è attiva una vera filiera legata alle motociclette, la seconda fece rilevare come in Italia ci siano ancora molti aspetti da migliorare nell’utilizzo della moto come mezzo di trasporto, almeno in confronto ad altri Paesi europei. Così, dopo aver fondato il nostro comitato, iniziammo a lavorare sia per far conoscere le tante realtà e possibilità motociclistiche sul territorio, sia per promuovere una serie di iniziative votate a migliorare la convivenza sulla strada di tutte le categorie coinvolte: pedoni, ciclisti, motociclisti e automobilisti. Abbiamo spinto per avere guard-rail di nuova generazione, abbiamo parlato del concetto di ‘guida difensiva’ promosso dalla testata specializzata ‘InSella’, aiutato a rinvigorire l’attività di alcuni motoclub. 
La collaborazione con Cafe Racer Varese ci ha permesso di realizzare le serate culturali che hanno mosso parecchie persone mentre alcune aziende come SWM hanno iniziato a proporre stage inseriti nel programma di alternanza scuola-lavoro, con cui i giovani possono fare esperienza pratica nel mondo dei motori”.

E poi ci sono gli itinerari, quattro, studiati per dare agli appassionati del turismo motociclistico le giuste indicazioni per percorrere le strade varesotte toccando musei e ville storiche, paesaggi mozzafiato e aziende del settore. In attesa, sarà il prossimo passo, di stringere accordi con il comparto ricettivo. “Con l’evento ‘Motus’ di giugno abbiamo alzato ulteriormente l’asticella, portando le moto all’ippodromo delle Bettole ma anche nel centro cittadino”, prosegue Mentasti. Il giusto tributo alle circa cento aziende che si occupano direttamente di lavorare - del tutto o parzialmente - per questo settore, dando lavoro a circa 1.300 addetti. Numeri ai quali si devono aggiungere quelli dell’indotto che conta un centinaio di altre imprese coinvolte. 

All’orizzonte si profilano nuove sfide a partire dalla moto elettrica, che vanta un avamposto a Gallarate dove c’è la sede della Italian Volt e che potrebbe essere una strada per riportare in auge il marchio “Cagiva”, come ha detto di recente in un’intervista a “Motociclismo” Timur Sardarov, CEO di MV Agusta. “Pensate - conclude Mentasti - all’uso che si potrebbe fare della moto elettrica all’interno dei parchi, salvaguardando al massimo l’aspetto naturalistico, un altro dei campi a cui Varese Terra di Moto è molto attenta”. Non a caso, tra le iniziative del comitato c’è stata anche la pulizia dei boschi della Valsorda, tra Varese, Malnate e Cantello. Perché parlare di ecologia e motociclismo off-road non dev’essere considerata una contraddizione ma, anzi, deve diventare una regola.



Articolo precedente Articolo successivo
Edit