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Quest’anno si celebra il trentennale anniversario del più importante investimento sul capitale umano mai fatto da una comunità locale di imprese e imprenditori: la LIUC – Università Cattaneo. A ripercorrere le tappe di questo traguardo e a tratteggiare le sfide future è il Presidente Riccardo Comerio

‘‘Trent’anni fa nasceva la LIUC – Università Cattaneo. È stata un’iniziativa coraggiosa e al tempo stesso visionaria”. Un concetto semplice e netto quello espresso dal Presidente della LIUC, Riccardo Comerio, in occasione dell’apertura dell’anno accademico 2021/2022 a Malpensa. Un evento che ha dato il via alle celebrazioni del trentennale dell’Università. È, appunto, grazie alla volontà e all’impegno di oltre 300 imprenditori del Varesotto e dell’Alto Milanese che, nel 1991, a Castellanza, ha preso vita, con la prima lezione in aula, l’unico ateneo italiano voluto, fondato e organizzato dagli imprenditori di un territorio e dalla loro associazione datoriale di rappresentanza: l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese. Un chiaro obiettivo valeva allora, come oggi: formare gli studenti per farli diventare i manager e la classe dirigente del domani. “L’investimento più importante mai fatto da una comunità imprenditoriale locale sul capitale umano”, ribadisce a Varesefocus Comerio, riassumendo in poche parole il principio fondante della LIUC. Senza dimenticare, però, un altro principio caro all’ateneo: sostenere la cultura d’impresa. “Si è trattato e si tratta di un progetto straordinario. Di una visione lungimirante, coraggiosa e determinata, affiancata da un forte spirito imprenditoriale, tipico di un territorio ad alta vocazione industriale come quello della provincia di Varese. Oggi, a trent’anni dalla sua nascita, l’ateneo di Castellanza è un punto fermo per le aziende e per il sistema industriale ed economico di tutto il Paese, non solo di Varese. Oltre che per le altre Università e la comunità in generale”. 

Presidente Comerio, con quale spirito nacque la LIUC?
La LIUC nasce con lo scopo di rispondere all’esigenza degli imprenditori di dotare il territorio varesino di un centro di formazione capace di valorizzarne il patrimonio industriale. L’obiettivo iniziale è stato quello di puntare sul capitale umano, fondamentale leva strategica per la produttività delle imprese. La LIUC ha sempre avuto una missione: offrire una formazione il più possibile vicina alle necessità del mondo manifatturiero. Non a caso è l’unica Università in Italia in cui gli imprenditori sono parte attiva. 

Perché l’Università è stata intitolata proprio a Carlo Cattaneo?
Perché Carlo Cattaneo ebbe l’intuizione di accostare ai tre elementi della scienza economica classica – materia prima, capitale e lavoro – l’intelligenza e la volontà degli uomini, anticipando un problema ed una esigenza che caratterizzano l’attuale panorama produttivo, riconoscendo così la centralità del ruolo dell’imprenditore all’interno del processo economico. Su tale base in LIUC si insegna, come azione culturale, l’impresa, l’economia, il diritto, le dinamiche tecnologiche, le tecniche organizzative e comportamentali: l’attività di direzione d’impresa a cui sono chiamati i nostri laureati, sia nel ruolo manageriale, sia in quello imprenditoriale, comporta precise responsabilità sociali e richiede un processo formativo unitario della persona. Lo sviluppo sociale e culturale, sosteneva Cattaneo, transita necessariamente dallo sviluppo di idee, di capacità e di pratiche che devono entrare a far parte del bagaglio di chi aspira a divenire a buon diritto parte della futura classe dirigente, chiamato ad operare nel mondo delle imprese, in quello delle libere professioni o nelle istituzioni.

Cosa rappresenta, oggi, la LIUC per il territorio?
Nonostante il trascorrere del tempo, la LIUC rimane, oggi, un punto di incontro tra Università, imprese e comunità. Siamo partiti con poco più di 200 matricole nel 1991. Oggi ne abbiamo oltre 1.000. Rispetto all’anno accademico 2019/2020 abbiamo avuto un aumento di iscrizioni superiore al 7%. Un dato notevole se si considera il periodo di emergenza sanitaria. Siamo un ateneo giovane, che vuole stare al passo con i tempi e cogliere in maniera proattiva i cambiamenti utili allo sviluppo della società. La LIUC è un luogo inclusivo: gli studenti quando si iscrivono entrano a far parte di una comunità fatta di persone, idee e progetti.

Come è cambiato in questi anni il ruolo della LIUC?
I principi su cui si fonda l’ateneo sono sempre gli stessi: capitale umano, cultura d’impresa e innovazione. Più che un vero e proprio cambiamento, abbiamo voluto coltivare questi tre pilastri per noi indispensabili. Certamente nel corso degli anni abbiamo modificato approccio, partendo dal metodo didattico. Per fare un esempio concreto, in ateneo è presente il servizio di Placement, che si muove quotidianamente per mantenere rapporti con gli uffici risorse umane delle aziende. Questo rende chiara l’idea di far rete tra il mondo universitario e quello manifatturiero, e delle imprese in generale.

Qual è il valore aggiunto che la LIUC può dare alla formazione di un giovane rispetto ad altre Università?
Formiamo i manager del domani. La nostra mission è quella di dare alle ragazze e ai ragazzi conoscenze, competenze e capacità che permetteranno loro di “stare al mondo” grazie alle famose soft skills acquisite durante il percorso universitario. Non è solo una questione di conoscenza. La responsabilità della LIUC, e di tutte le Università, è quella di educare e far crescere donne e uomini che in futuro dovranno prendere le redini di questo Paese. Come ateneo continueremo a fare la nostra parte. Ci faremo promotori del miglioramento umano e culturale ai fini di costruire una società migliore. 

Quali sono le sfide future?
Il trentennale di LIUC ci ha imposto delle riflessioni. Il presente ci affida il tema della sostenibilità. Per un futuro più responsabile è necessaria educazione e rispetto dell’ambiente. Come LIUC abbiamo inserito degli insegnamenti su questo tema. Ma il nostro impegno come ateneo è trasversale. La LIUC aderisce al progetto RUS – Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile, il network delle Università italiane pubbliche e private riconosciute dal Miur (Ministero Istruzione, Università e Ricerca) e che lavorano e vogliono impegnarsi sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. Inoltre, abbiamo ben a mente gli obiettivi dell’Agenda 2020 dell’Onu. In questo senso LIUC, insieme alla Commissione delle Nazioni Unite Unece, ha istituito ExSUF, il Centro di Eccellenza sulla finanza sostenibile per le infrastrutture e le smart cities. 

Sul fronte sostenibilità d’impresa qual è l’impegno dell’ateneo?
Sono sempre di più le aziende che adottato modelli di business circolari. Questo è indubbiamente un buon punto da cui cominciare. Tecnologie adeguate, impianti e competenze sono tutti strumenti indispensabili, ma non bastano. Quello che serve è un profondo cambio di mentalità. È qui che si inserisce il nostro impegno per la sostenibilità: l’Università è, per definizione, luogo di cambiamento e innovazione.  

Visconti riconfermato Rettore

Il professore Federico Visconti è stato riconfermato, per la quarta volta, Rettore della LIUC – Università Cattaneo. Il 5 ottobre 2021 il Consiglio di Amministrazione dell’ateneo ha deciso di riaffidare a Visconti le redini della LIUC per i prossimi tre anni. “Dalla sua elezione nel 2015, ad oggi, sono stati raggiunti importanti traguardi - si legge nella nota stampa di annuncio -. Alcuni di questi risultati sono: il consolidamento della LIUC Business School, l’avvio di progetti sfidanti di innovazione e diverse iniziative sul piano della ricerca accademica, con collaborazioni a livello internazionale”.  

 



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