Varesefocus 1-2019.jpg

Per l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese il 2019 si è aperto con un appello del proprio Presidente, Riccardo Comerio, rivolto alle forze politiche di governo, ma non solo, perché facciano un bagno di realtà nelle difficoltà che quotidianamente devono affrontare imprese e imprenditori, lavoratori e chi un lavoro non ce l’ha. “Meno ottimismo e più concretezza” è stata la richiesta. Questo perché, all’indomani dell’approvazione della Manovra, il dibattito si è tutto concentrato sull’applicazione e sui dettagli operativi dei due pilastri su cui poggia la politica economica dell’Esecutivo: Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Come e quando partiranno? Chi ne avrà diritto? In che misura? Domande lecite, come è stato lecito e giusto cercare di rispondere con questa Legge Finanziaria alle richieste di attenzione che venivano dalle fasce più povere della nostra società e da quelle che, dopo anni di lavoro, vorrebbero godersi un riposo dedicato più a se stessi. Tutto giusto, a livello di principio. Ma lo è stato anche dirottare su queste due misure praticamente quasi tutte le risorse economiche pubbliche a disposizione? La vera domanda, in fin dei conti, è questa. Il problema non era, e non è, solo quello di trovare il modo di realizzare questi due pilastri delle promesse elettorali delle forze che sostengono il Governo, rendendoli compatibili con le regole europee. Perché anche dopo aver centrato l’obiettivo il dubbio rimane: erano veramente queste le priorità?

Riccardo Comerio, nella sua prima esternazione pubblica dell’anno, ha dato voce all’opinione del tessuto produttivo varesino con un giudizio condiviso dalla gran parte degli operatori economici: “Quota 100 e Reddito di Cittadinanza non faranno crescere di una virgola la produzione e le imprese e non creeranno posti di lavoro”. Si può disquisire su tutto, ma è difficile dissentire. Ce lo dice la realtà, nella quale Comerio chiede alle istituzioni e a chi le governa di immergersi. Varesefocus serve, da sempre, anche a questo. A spiegare e raccontare cosa sia oggi il mondo dell’impresa e del lavoro. E come, questi due elementi centrali della nostra società, funzionino con successo sul territorio e cosa serva per sostenerne gli sforzi di crescita. Lo facciamo anche in questo numero. Con un “Focus” che offre un viaggio nel comparto dell’industria plastica varesina, che per numeri e per vitalità è uno dei più importanti, se non il più importante, in Italia. Si tratta di un viaggio come molti altri ne abbiamo fatti attraverso la meccanica, il tessile e abbigliamento, l’occhialeria, l’aerospazio, la chimica-farmaceutica. Ma nella plastica c’è un qualcosa di particolare. Prima di tutto l’acuirsi di un sentimento ostile dell’opinione pubblica che, però, non conosce l’evoluzione tecnologica e ambientale che ha tramutato queste fabbriche negli ultimi anni. Rendendole più sostenibili, ma anche in grado di trovare, attraverso la creazione di nuovi prodotti, soluzioni all’inquinamento. Così come sono in grado di rappresentare un elemento di inserimento sociale anche per le persone in disabilità fisica o psichica. Un patrimonio, dunque, economico, di lavoro, tecnologico e sociale, come spesso è l’industria del nostro territorio, nell’indifferenza di molti.

Un’industria che, nelle pagine di “Inchiesta”, emerge anche in tutta la sua evoluzione su un altro fronte dirimente per il lavoro e la sua competitività: quello della responsabilità sociale d’impresa. Dove stanno diventando sempre più numerose le iniziative e le best practice che le aziende del Varesotto riescono a mettere in campo per migliorare gli ambienti di lavoro, il loro clima e la loro importanza nella vita delle persone.

Cosa serve per sostenere tutto questo? Incentivi agli investimenti, riduzione del cuneo fiscale a vantaggio delle buste paga dei dipendenti, sburocratizzazione, detassazione dei premi di risultato, avvio dei cantieri per colmare il gap infrastrutturale, non rimettere in discussione quelli ormai avviati. Partire da qui, dalla realtà, dai bisogni reali dell’economia sarebbe già un primo importante passo. Cominciando dalla Tav, che va portata a termine. I numeri del perché li trovate nell’articolo di “Più Coraggio”. Buona lettura:

 

 


 

 



Articolo precedente Articolo successivo
Edit