Alfredo e Angelo Castiglioni a Berenice Pancrisia_1989.jpg

Omaggio di Varese, terra di esploratori, ai gemelli Angelo e Alfredo Castiglioni, gli imprenditori umanisti innamorati dell’Africa, scopritori in Sudan dell’antica città dell’oro, Berenice Panchrysos. La mostra a loro dedicata, visitabile a Villa Mirabello fino al 1° giugno 2025, ripercorre i viaggi e le avventure dei due studiosi, alla scoperta di culture e tradizioni lontane, altrimenti destinate all’oblio, tra reperti fotografici, filmati, cartine geografiche e pubblicazioni

A Villa Mirabello, sede del museo archeologico fondato dallo storico varesino Luigi Borri, è in corso, fino al 1° giugno 2025, un grande progetto espositivo dal titolo “Incontri di mondi lontani”, dedicato ai fratelli Angelo e Alfredo Castiglioni, gli inseparabili gemelli esploratori varesini. Curatore e autore del catalogo dedicato, con Sara Conte, Serena Massa e Giovanna Salvioni, è il figlio Marco, colto e appassionato conservatore di un inestimabile patrimonio museale, materiale e morale, consegnatogli dal padre Angelo e dallo zio Alfredo. E messo a disposizione della città, nella dépendance di Villa Toeplitz e di quanti abbiano voglia di avvicinarne la storia e i contenuti, anche con nuove donazioni di enti e privati. La mostra, che procede in ordine cronologico, rivela un occhio molto attento ai precedenti studiosi legati al territorio lombardo, a partire dall’800, a loro volta dedicatisi alla conoscenza e diffusione di culture di altri paesi e popoli. Come la stessa Edvige Mrozowska Toeplitz (1880-1966), nota artista polacca e moglie in seconde nozze di Giuseppe Toeplitz (1866-1938) fondatore della Banca Commerciale italiana. Fu viaggiatrice ed esploratrice di paesi lontani nei decenni precedenti la seconda Guerra Mondiale, tanto da raccontarne nelle ampie memorie scritte di suo pugno. Fu lei a cedere al Comune di Varese la villa varesina realizzata col marito, modificando e ampliando in parte un edificio preesistente, in quel di Sant’Ambrogio. La splendida dimora, ispirata anche ai viaggi esotici della proprietaria, soprattutto nella presenza di fontane e corsi d’acqua che ne attraversano il parco da cima a fondo (un tempo anche di frutteti accuditi dalla stessa con amore) ospita oggi, in un edificio dedicato in origine agli illustri ospiti dei Toeplitz, proprio il museo gestito dalla famiglia Castiglioni.  

I Castiglioni (18 marzo 1937), dal 1956 hanno dedicato 60 anni della loro vita, a conoscere popoli e costumi in via di estinzione, soprattutto nel continente africano. Ma anche l’Amazzonia li ha visti impegnati con vero interesse di studiosi e di uomini. I numerosi libri scritti, le incredibili foto, i film realizzati e diffusi nelle sale cinematografiche (notissimi “Africa Segreta” e “Africa Ama” negli anni ’70), i loro appassionati racconti in pubblico e in privato, hanno aiutato ad avvicinare culture lontane. Ma soprattutto a salvare, in molti casi, la testimonianza di preziose tradizioni altrimenti destinate all’oblio. Il percorso della rassegna, vario e originale, permette una visita accurata, grazie anche a numerosi video, suggestive voci e illustrazioni dei materiali esposti, che lascia però liberi di approfondire aspetti particolari dei viaggi vissuti dai protagonisti. Imprenditori, ma anche accorti cultori di archeologia, scrittori e registi, Angelo e Alfredo sono stati determinanti, con la loro attenzione, lo studio e il fattivo, personale sostegno, spesso anche economico, nella riscoperta di magiche realtà del passato: come quella di Berenice Panchrysos, la città tutta d’oro, antico insediamento urbano situato nel deserto nordorientale del Sudan, vicino alle miniere d’oro del Wadi Allaqi, nella Nubia dei faraoni. Era la città descritta da Erodoto Siculo nel 30 a.C. e da Plinio il vecchio nella “Naturalis Historia” (libro VI). Ma dal 1600 in avanti era sparita all’attenzione dei più accorti ricercatori. La tenacia dei Castiglioni li portò, in un viaggio del 1989 con Luigi Balbo e Giancarlo Negro, a riscoprirne le presunte, antichissime rovine: di epoca romana, poi islamica. I confronti con studiosi ed esperti li portarono alla conferma e infine apparvero ai loro occhi anche le già nominate miniere per l’estrazione dell’oro. Da tali ricerche è nata anche una nuova branca dell’archeologia: la nubiologia.

I Castiglioni dal 1956 hanno dedicato 60 anni della loro vita a conoscere popoli e costumi in via di estinzione, soprattutto nel continente africano. Ma anche l’Amazzonia li ha visti impegnati con vero interesse di studiosi e di uomini

Nel percorso della mostra sono ben evidenziate e documentate le loro più importanti esplorazioni. I nostri alternavano, infatti, a periodi di lavoro imprenditoriale, cura familiare e insieme di studio, scrittura e racconto delle realtà visitate, lunghi viaggi per conoscere sempre nuove realtà. Ma soprattutto interessa ai curatori della rassegna dimostrare la ricchezza e l’importanza dell’approccio umano che ha caratterizzato i contatti tra i due esploratori e gli indigeni, una cifra del resto ben riconoscibile anche nei filmati e nei libri prodotti. 
Chi scrive ne ricorda due, particolarmente interessanti e cari: “Venere Nera” (Lativa, 1985) e “Babatundé” (Lativa, 1988), dedicati rispettivamente alle donne e ai bambini dei diversi paesi visitati. Dove racconti e incontri di vita ben evidenziano la loro totale attenzione e sensibilità alla vita quotidiana femminile e all’infanzia. L’ampio racconto espositivo della mostra prende avvio dalla porta dell’etnia Banum, costruita dagli indigeni.

Si tratta di un simbolico invito a mettere da parte i pregiudizi e liberare la mente per “spalancare la soglia” e valutare con occhi nuovi una realtà diversa dalla quotidianità, cioè quella che si apre alla vista di chi inizia il viaggio. E che è immersione in culture e realtà geografiche e paesaggistiche di altri mondi. Il primo approccio è poi un omaggio ai nostri visitatori dell’800, pionieri di esplorazioni testimoniate da oggetti, libri, diari, disegni, cartine geografiche, mappe e pubblicazioni varie, frutto degli studi dei protagonisti. Mentre a ruota segue la “stanza delle meraviglie”, con oggetti particolarmente interessanti, rari ed esotici, raccolti durante i lunghi viaggi. Il disvelamento del “miraggio” che ha portato i Castiglioni a fare la scelta di vita definitiva introduce poi al come avvenivano i loro lunghi e meticolosi preparativi, quali erano le tecnologie utilizzate, già sofisticate per i tempi e gli adattamenti dei mezzi e delle strumentazioni, per addentrarsi nella savana e nelle foreste, nei deserti o sui monti.

Un’ulteriore sezione propone curiosi oggetti scolpiti dagli indigeni, osservati qui non tanto in funzione artistica, uno sguardo che pure si meritano, quanto piuttosto simbolica, religiosa o di utilizzo quotidiano. Due importanti sale sono poi dedicate alla scoperta di Berenice Pancrisia e della città portuale di Adulis, conservata integra sotto metri di limo e sabbia. Infine, ultimo spazio, è la sala immersiva dedicata al viaggio del 1974, che ricrea l’atmosfera della foresta amazzonica. E comprende anche il ricordo di un altro eccezionale viaggio presso una popolazione venezuelana, i Mahekoto-Teri che viveva ancora isolata dal resto del mondo. La mostra, che offre spunti molto diversi tra loro, è davvero un curioso ed interessante racconto. Anche di due vite, iniziate nello stesso giorno, e vissute sempre vicine, in totale affetto. Chi ha avuto la fortuna di conoscere i fratelli Castiglioni, encomiabili per il loro entusiasmo, la voglia di conoscere, di osare, di capire e di portare agli altri il frutto di tanto bene, ne conserva un ricordo incancellabile. È giusto e necessario che la città continui a parlare di loro, che ci hanno lasciato nel nuovo secolo, a riscoprire quel gran lavoro fatto, a mantenere accesa la passione e anche il nome, di due vite spese bene.  

 

INCONTRI DI MONDI LONTANI 
Dai viaggi d’esplorazione di fine 800 alle ricerche di Angelo e Alfredo Castiglioni 
Fino al 1° giugno 2025
Museo Civico Archeologico di Villa Mirabello 
Piazza della Motta 4, Varese 
da martedì a domenica, dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00
Museo Castiglioni  - Tel. 0332 255485



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