Il numero di Varesefocus di ottobre 2018

È crescente la preoccupazione tra le imprese del sistema produttivo varesino. I timori sono legati prima di tutto al dirompente cambiamento di scenario internazionale che sta mettendo a rischio quella capacità di crescita che il Paese aveva dimostrato negli ultimi mesi. È questo ciò che teme in prima istanza la manifattura italiana e locale. È cominciata a livello globale una partita decisiva per scalare la classifica dei primati industriali internazionali. L’Italia, seconda potenza manifatturiera in Europa e settima nel mondo, deve vedersela con l’agguerrita Cina, la vorace Russia, l’ambiziosa Francia, la lanciatissima Germania, i protezionismi statunitensi.

Intendiamoci, la competizione c’è sempre stata, ma ora la guerra dei dazi che si è aperta per volontà della Casa Bianca non può non mettere ulteriormente in allerta un’industria, come quella del nostro territorio, che esporta più del 40% del valore aggiunto prodotto. Di fronte a questi fenomeni esterni e, per certi versi, a noi indipendenti, però, più che mai si sente forte il bisogno tra le imprese di avere al proprio fianco le istituzioni. Non servono reti di protezione. Le imprese non ne hanno bisogno, abituate come sono a buttarsi nella mischia dei mercati esteri. Semmai si vorrebbe poter contare su un Sistema Paese che veda nelle proprie imprese un valore (non solo economico) da portare in giro come una bandiera di cui vantarsi nel mondo. E, in coerenza con questa strategia, da agevolare il più possibile nella crescita con politiche attente agli emergenti bisogni di cambiamento e sviluppo. Il made in Italy, l’italian style, il bello e ben fatto di cui sono innamorati i consumatori stranieri è costruito con la fatica delle imprese. Sembra invece che di questa capacità di fare industria (non solo di moda e culinaria) siano più consapevoli all’estero che all’interno dei nostri confini. La ricchezza, che in una giusta ottica sociale bisogna essere capaci di redistribuire a vantaggio delle fasce più deboli, è comunque prodotta dalle imprese. Un’osservazione banale, se vogliamo, ma che contrasta con la costatazione di un crescente clima anti-impresa nel Paese, di cui si fa fatica a capire le motivazioni.

Ci sono Paesi dove l’industria è ancora in embrione, ma che vedono nella manifattura, proprio grazie alla crescita del digitale, il proprio futuro. E Paesi, come l’Italia, industriali per vocazione, che sembrano snobbare il giacimento di opportunità di sviluppo che si cela nella produzione di manufatti. Opportunità non solo economiche e tecnologiche, ma, più in generale, di costruzione delle fortune delle prossime generazioni.

L’Italia è famosa nel mondo non solo per la propria storia e la propria cultura. Ma anche per la propria industria. Tanto da rappresentare un modello per quei competitor che vogliono scalzarci dai nostri primati. Anche per questo è stato deciso a livello internazionale che la Lombardia sarà da qui in avanti la sede permanente del World Manufacturing Forum, un evento mondiale che ogni anno traccia le traiettorie dell’innovazione industriale internazionale. Un primo report è stato redatto quest’anno durante il primo WMF che si è tenuto Cernobbio a settembre. Ne diamo ampio conto nel focus di apertura di questo numero di Varesefocus. Non foss’altro perché in quel documento c’è parte del futuro che ci aspetta. Come imprese, ma anche come persone. Come consumatori e come lavoratori. Peccato che ad un evento di tale rilevanza - che Confindustria Lombardia, insieme alla Regione e al Politecnico di Milano, è riuscita a portare in Italia - il Paese ospitante non fosse presente con uno o più ministri. Sarebbe stato un utile momento di confronto dal quale far partire una strategia comune pubblico-privata di sviluppo, improntata all’innovazione.

Quell’innovazione che permea gran parte della nostra vita e di cui il territorio è ricco. Proprio la capacità di pensare il nuovo è il filo conduttore del nuovo numero di Varesefocus di ottobre 2018.  Scarica qui la versione sfogliabile online:

 

 


 

Dalla fruizione dell’arte, alle storie di impresa (chi di voi sapeva che la Tesla delle moto è a Gallarate?). Dalle attività di ricerca del Jrc di Ispra e della LIUC – Università Cattaneo, alle nuove vie dello sport per ragazzi (che a Varese portano dritto alle attività circensi). La mappa dell’innovazione varesina e lombarda è fatta di un intricato labirinto di ingegno e inventiva di cui, in queste pagine, vogliamo darvi un assaggio.

 



Articolo precedente Articolo successivo
Edit