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Promuovere la decarbonizzazione del settore dei metalli: è questo l’obiettivo comune di Tenova, impresa di Castellanza specializzata nello sviluppo e fornitura di soluzioni sostenibili per il comparto metallurgico, e Snam, il principale operatore di infrastrutture energetiche in Europa. L’impegno delle due società è quello di sviluppare soluzioni integrate pronte all’uso e testate in impianti industriali per consentire la riduzione delle emissioni di anidride carbonica

Mentre al telegiornale si parla del rischio dello scioglimento del Permafrost e sul tavolo dell’Unione Europea si studiano piani di politiche sostenibili, le imprese, dalla loro parte, si impegnano per accelerare questo processo di transizione ambientale. A firmare un nuovo accordo di collaborazione che va in questa direzione sono la Tenova di Castellanza, azienda specializzata nello sviluppo e fornitura di soluzioni sostenibili per l’industria metallurgica, e Snam, il principale operatore di infrastrutture energetiche in Europa. Il progetto intende promuovere la decarbonizzazione del settore metallurgico, sia in Italia sia all’estero. L’impegno delle due società è quello di lavorare insieme e di condurre studi strategici e analisi di mercato congiunti per realizzare apposite infrastrutture e sistemi di produzione dei metalli attraverso l’utilizzo dell’idrogeno verde. 

L’obiettivo è quello di sviluppare soluzioni integrate pronte all’uso e testate in impianti industriali per consentire una sostanziale riduzione delle emissioni di anidride carbonica e NOx (monossido di azoto e biossido di azoto, ndr) nel processo produttivo: dalla fusione alla trasformazione dei semilavorati metallici. “Nei cicli di produzione che utilizzano carbone, per intenderci i cicli produttivi simili a quello di Taranto, i gas di processo con percentuali di idrogeno che possono superare il 50%, vengono utilizzati come combustibile - afferma Enrico Malfa, Direttore Ricerca e Sviluppo di Tenova -. Partendo da questo bagaglio di conoscenze, la sfida è quella di estendere l’utilizzo dell’idrogeno fino ad arrivare al 100% senza aumentare l’emissione di micro-inquinati”. Nella pratica funzionerà così: Snam metterà a disposizione le proprie competenze nelle tecnologie e nel trasporto dell’idrogeno, mentre Tenova contribuirà con il suo know-how, in particolare sui sistemi di combustione per forni di riscaldo e di trattamento termico e sui forni fusori ad arco elettrico. La sinergia tra le due società si svilupperà sia attraverso test specifici presso il nuovo laboratorio nel quartier generale varesino di Tenova, sia attraverso installazioni e test di produzione direttamente in siti industriali.

“A breve termine la strada realisticamente percorribile sembra quella della produzione on-site dell’idrogeno, attraverso installazioni di impianti dedicati alla produzione di energia elettrica rinnovabile e un approccio modulare basato su elettrolizzatori di taglia compresa tra i 5 e i 20 MWe (Megawatt elettrico, ndr), in base alle dimensioni dell’impianto - specifica Malfa -. Ciò consente installazioni e investimenti programmabili e scalabili nel tempo”. A livello tecnologico, oggi, la soluzione più consolidata per la produzione delle rilevanti quantità di idrogeno verde, che interessano il settore dei metalli, è quella degli elettrolizzatori alcalini. “Ma non trascuriamo tecnologie emergenti come la PEM (Proton Exchange Membrane) o la SOEC (Solid Oxide Electrolyzer Cell)”. L’approvvigionamento e l’utilizzo dell’idrogeno sono attualmente ancora molto limitati. A questo si aggiungono sempre maggiori pressioni per mitigare il cambiamento climatico. “Per questo motivo - informa Roberto Pancaldi, Ceo di Tenova - stiamo sviluppando una soluzione ready-to-use per i nostri clienti, direttamente nei loro siti produttivi. Le competenze di Snam e Tenova sono complementari, e insieme siamo pronti a raccogliere la sfida della decarbonizzazione; obiettivo per cui lavoriamo da anni”. 

Le competenze tecnologiche e il know-how ci sono. Ma quali figure professionali servono per realizzare questo ambizioso progetto? La tematica è sicuramente multidisciplinare e le conoscenze richieste non sempre sono tutte direttamente già disponibili in azienda. Si va, infatti, dall’esperto nella modellazione di componenti e processi, al tecnico di laboratorio in grado di eseguire test sui bruciatori. Dal tecnologo e progettista di forni e reti trasporto di idrogeno o sue miscele con gas naturale, all’esperto della sicurezza. Dal metallurgista fino ad arrivare al business developer e all’esperto di finanziamenti. “Questa multidisciplinarità è un’altra delle motivazioni che ci hanno spinto a collaborare - afferma il Direttore Ricerca e Sviluppo -. Le competenze di Snam e Tenova e i rispettivi punti di forza ci consentono di collaborare nell’ambito delle attività di ricerca, sviluppo tecnologico, innovazione e realizzazione di progetti”. 

I sistemi di combustione dell’azienda di Castellanza, parte integrante dell’accordo con Snam, “rappresentano una soluzione estremamente innovativa e unica sul mercato” sottolinea Pancaldi. Innanzitutto, permettono di ridurre le emissioni di anidride carbonica in modo progressivo e flessibile. “Questi sistemi, una volta installati, possono funzionare con una miscela di idrogeno e gas naturale in percentuali variabili, fino a utilizzare idrogeno al 100%, mantenendo le emissioni abbondantemente al di sotto dei limiti più restrittivi”. Inoltre, possono essere integrati con tecnologie 4.0 avanzate grazie all’infrastruttura digitale di Tenova. “Intendiamo dare il nostro contributo in termini di tecnologie e competenze affinché la transizione verso l’idrogeno in queste filiere vitali per l’economia italiana avvenga il più velocemente possibile” conclude Cosma Panzacchi, EVP Hydrogen di Snam. 



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