Valorizzare una vera e propria “area di mezzo” del Varesotto che va dal Lago di Varese fino al Parco del Ticino, fatta di sentieri, panorami, castelli, antichi mulini e centri storici poco conosciuti. È questo l’obiettivo di un progetto che coinvolge nove amministrazioni comunali del territorio, con il Comune di Jerago con Orago come capofila

Un vero e proprio pezzo di provincia da scoprire, fatto di piane e panorami a 360 gradi, sentieri dolci e centri storici pittoreschi, castelli, antichi mulini e leggende popolari. E ancora poco conosciuto anche da chi ci vive vicino. È un’area di mezzo che dal Lago di Varese arriva fino al Parco del Ticino, quella che cerca di valorizzare il progetto dell’ecomuseo degli “Itinerari delle Piane e dei Luoghi viscontei del Varesotto”. Obiettivo: svelare la storia e la natura di questa zona, con un occhio al turismo dolce e a km zero. La sfida coinvolge nove Comuni: Jerago con Orago, capofila del progetto, Azzate, Brunello, Casale Litta, Crosio della Valle, Daverio, Galliate Lombardo, Mornago e Sumirago. L’iter dovrebbe portare alla firma ufficiale del protocollo prima di Natale 2021, con la creazione dell’ecomuseo come obiettivo finale. Ne parliamo con Stefano Biondaro, architetto e ideatore di questo “sogno” che ha coinvolto così tanti amministratori. Non si tratta “solo” di un progetto “turistico” ma di un piano di ampio respiro che tocca ambiente e anche economia green dei territori, sottolinea Biondaro che è riuscito a convincere 9 enti locali: “I sindaci vanno ringraziati per il coraggio e l’energia con cui hanno creduto a questo progetto e con cui vogliono valorizzare il nostro territorio. A vantaggio degli abitanti, ma anche poi come veicolo di un turismo attento all’ambiente, alla mobilità dolce e all’outdoor, ma anche a economie ed edilizia sostenibile”. Gli fa eco l’assessore all’urbanistica e ai lavori pubblici di Jerago con Orago Giorgio Ginelli, che durante la conferenza stampa di presentazione, ha spiegato di vedere in questa idea non solo un elemento di cerniera tra il Lago di Varese (e il suo risanamento) e il Parco del Ticino, il cui territorio arriva ai confini dei comuni di Jerago con Orago e di Mornago, ma anche una opportunità di riqualificazione e valorizzazione del territorio, che restituisca centralità a questa zona che comprende la conca della Valbossa e le colline viscontee. Un disegno che potrebbe portare anche vantaggi economici: “La mia idea è anche quella di dare un valore etico e anche economico al paesaggio”, sottolinea Biondaro, impegnato in prima persona nella realizzazione concreta di questa iniziativa. Un’idea nata da tempo, cresciuta con una serie di incontri online durante la pandemia e affinato grazie a un gruppo di lavoro ristretto che si è occupato della stesura del protocollo d’intesa, poi concordato da tutti i partner del progetto. L’ecomuseo dovrà evidenziare cartografia, storia del territorio e sue trasformazioni e gli elementi comuni culturali, paesaggistici, ambientali e socio-economici tipici, fino a definire “un marchio e un logo caratterizzanti e identitari” per poi farlo conoscere all’esterno. Così tracciati, i sentieri, così come le cascine e le dimore storiche dell’area dei nove comuni saranno messi in rete e valorizzati per residenti e non, aprendo a grandi opportunità per l’outdoor, escursioni a piedi e in bici, iniziative didattiche. Ma quali sono i luoghi simbolo di questo grande progetto? Ecco solo alcuni dei punti di interesse.

La Piana di Vegonno
Forse una delle tappe più conosciute. Uno dei paesaggi più armonici e amati della provincia di Varese. È in questa frazione di Azzate, tra sentieri sinuosi, colline appena accennate in un ordine da cartolina, che il visitatore viene immerso in un’atmosfera bucolica e magica in ogni periodo dell’anno. Conosciuta anche come Valle dei Filosofi, forse perché con tanta bellezza attorno e il lento passeggiare lasciarsi andare a riflessioni e ispirazioni viene spontaneo.

Piana di Montonate
Meno conosciuta rispetto a Vegonno ma altrettanto affascinante, anzi più vasta, e ricca di biodiversità. Montonate, frazione di Mornago, è un centro dalle origini molto antiche, citato già in un documento dell’anno 848, epoca in cui era uno dei pochissimi villaggi esistenti in Lombardia. Il nome di Montonate sembra derivare, secondo l’archeologo Munere, da “inter montes natus” (“nato tra i monti”), per la sua collocazione tra piccole alture. Il panorama dalla piana spazia tra montagne e abbraccia diversi campanili delle cittadine limitrofe.

Valle Bagnoli
La Valle Bagnoli è una depressione compresa tra comuni di Besnate, Arsago Seprio e Mornago, delimitata a sud da Centenate (frazione di Besnate), a ovest dalla autostrada A26. È un’area ricca di biodiversità, attraversata da una fitta rette di canaletti con le acque che scorrono e poi confluiscono in un unico torrente che si immette nello Strona.

Castello di Jerago
Uno scenario fiabesco ancora poco conosciuto è il Castello di Jerago, che porta con sé una lunga storia che dura dal 1200. Oggi dimora per cerimonie ed eventi, è attraversato da una rete di interessanti percorsi del Parco del Ticino.

Laghetto di Menzago
Molti non conoscono nemmeno la sua esistenza. Invece questo piccolo specchio d’acqua immerso nella vegetazione sul confine con l’area boschiva di Albizzate, a Menzago, frazione di Sumirago, è nel cuore di molte persone. Un’oasi di pace nel verde.

Azzate
Non solo il famoso Belvedere, uno dei panorami più spettacolari della provincia, ma anche le acque della Roggia Vecchia, il Colle di San Quirico, con panorama sulla piana di Vegonno. Qui è stata ripristinata la coltivazione della vite ed è operativa anche un’azienda vinicola famosa per la produzione di Nebbiolo, inserita in un edificio storico. Da non perdere il santuario della Madonnina del Lago, a cui è legata una leggenda locale. Lo storico Giorgio Bongiovanni, nel suo libro “Varese e la sua provincia” così scrive: “Posto in uno dei migliori punti di osservazione sulla conca del Lago di Varese, offre dai suoi colli una visione panoramica che tocca le Prealpi fino a raggiungere all'orizzonte i profili delle Alpi.”

Piana di Daverio
Daverio offre paesaggi rurali inaspettati e anche una vera e propria piana, meno conosciuta delle altre, dove si staglia Cascina Spazzacamino, in un’atmosfera agreste curata ma anche molto autentica, al di fuori dei classici circuiti turistici

Centri storici
I centri storici dei paesi che compongono l’ecomuseo, sottolinea Biondaro, sono tutti meritevoli di una visita e di essere sempre più valorizzati anche come mete di escursioni. Dal centro storico di Gavirate a quello di Azzate, passando per cittadine meno conosciute che potranno finalmente essere scoperte maggiormente grazie alla rete dell’ecomuseo.

Una rete da scoprire
Questi sono solo alcuni suggerimenti di una ricca rete di punti di interesse da visitare. L’Ecomuseo Itinerari delle Piane e dei Luoghi viscontei del Varesotto sarà capace di offrire insomma un percorso molto variegato e ancora poco conosciuto anche dal punto di vista storico. Una rete che potrebbe collegarsi, ipotizza Biondaro, anche con tour e itinerari più ampi: “A Montonate ad esempio nacque nel 1872 Carlo Moroni, uno degli architetti che disegnarono il liberty in provincia, come a Gallarate, Villa Mauri a Crenna e il Parco Bassetti. Anche questo, dunque, potrebbe essere un fil rouge da coltivare per creare un nuovo racconto e nuovi percorsi in grado di valorizzare la nostra provincia”.



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