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Il Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese è una realtà in cammino, inaugurata nel 1968, che nel corso degli anni ha esposto pezzi della storia industriale del Varesotto, narrandone le tappe fondamentali. Tra le ultime iniziative, l’esposizione di una mostra sulla radiofonia

Il Museo di cui parliamo si trova a Saronno e il suo nome per esteso è: Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese, acronimo Mils. Nato per volontà di Luigi Lazzaroni e di alcuni suoi amici operanti nel settore industriale, fu creato nel luglio del 1966 e 2 anni dopo fu inaugurato in uno storico capannone messo a disposizione dalle Ferrovie Nord Milano. Lo stesso spazio lo occupa tuttora con 2.200 metri quadri di cui 800 al coperto. Già, perché una sezione allo scoperto ospita materiale rotabile d’epoca con storici macchinari, tutti visitabili.

Saronno ha sempre avuto uno stretto rapporto con le Ferrovie Nord Milano, fin dal 1879 quando fu inaugurata la linea Milano-Saronno che diede un forte impulso all’insediamento di piccole e grandi attività industriali. È fuori dubbio che per oltre 60 anni alcune fra le più prestigiose industrie meccaniche, cotoniere, elettro-meccaniche, del settore alimentare e altre ancora, consentirono al territorio un benessere reale e diedero spunto a nuove prospettive di sviluppo del territorio. Il dopoguerra rappresentò un periodo difficile come per tutto il mondo. La crisi del tessile e della meccanica, causata anche dalla concorrenza internazionale, provocò la chiusura di grandi aziende come la Cemsa e l’Isotta Fraschini che passò all’Iri. Emersero però altre piccole e medie imprese in altri settori produttivi e nel terziario; diverse “ferite industriali” si sanarono e nel 1960 a Saronno fu conferito il rango di “città”.

Il Museo saronnese può vivere solo grazie ai suoi volontari ed è grazie a questo gruppo di persone che è possibile l’apertura gratuita delle sue sale

Proprio per non disperdere queste preziose testimonianze, il Mils ha continuato ad arricchire il suo patrimonio e a mantenerlo sempre vivo attraverso varie iniziative. Va detto che il Museo saronnese può vivere solo grazie ai suoi volontari ed è grazie a questo gruppo di persone che è possibile l’apertura gratuita delle sue sale al pubblico e le visite guidate di gruppi e scolaresche che trovano, di fatto, un pezzo di storia ben raccontata e tangibile che non potranno dimenticare. Presidente è Arnaldo Siena che ha trascorso la sua vita lavorativa alle Ferrovie Nord, Vicepresidente e direttore è Silvio Bonfiglio. L’ultima acquisizione del Mils è una ricca collezione di radio d’epoca che, aggiungendosi agli apparecchi già presenti, testimoniano l’evoluzione tecnologica della radiofonia. Sono apparecchi provenienti da tutto il mondo, costruiti da 54 costruttori diversi tra americani ed europei e fra questi 11 localizzati in Lombardia.

La visita della collezione rappresenta un affascinante viaggio lungo mezzo secolo, dagli anni ‘20 agli anni ‘60, dove spiccano radio con design di diverso stile, dal liberty, all’art nouveau, fino al neoclassico. Se si pensa che questi oggetti hanno rappresentato in passato l’unico mezzo per restare collegati al mondo e hanno offerto momenti di gioia e di svago, sono veramente da guardare con affetto. La radio poi ha un legame particolare con Saronno: qui, infatti, nel 1929, nacque la Fimi, che costruì apparecchi radio e poi televisori col famoso marchio Phonola.

La realtà virtuale è una tra le attrazioni più gettonate del Museo: sulla vecchia carrozza ferroviaria, il visitatore, seduto sui comodi divani di velluto della prima classe, indossa il visore e viene coinvolto in un viaggio simulato

Sin dalla sua nascita il Museo ha prestato particolare attenzione al mondo dei giovani con visite guidate e varie iniziative atte a “catturare” la loro attenzione anche attraverso un linguaggio e un approccio contemporaneo. La realtà virtuale è uno tra i più gettonati: sulla vecchia carrozza ferroviaria, il visitatore, seduto sui comodi divani di velluto della prima classe, indossa il visore e viene coinvolto in un viaggio simulato. Si vedrà attorniato da passeggeri vestiti con abiti dell’epoca che viaggeranno con lui: donne che chiacchierano, un uomo che legge il quotidiano, bimbi che si divertono con una palla mentre dai finestrini scorre il paesaggio della campagna lombarda.

Nella prima sala del Museo c’è poi uno schermo gigante trasparente con visione olografica su cui viene proiettato un filmato che fa da introduzione alla visita del Museo. E poi c’è un tablet, donato dal quotidiano locale online, Il Saronno, che dà la possibilità di creare un ponte fra la storia delle aziende del passato e la cronaca della Saronno di oggi, dando così un inizio e una fine alle vicende. Non paghi, c’è la Biblioteca del Mils, dove sono conservati documenti, cataloghi e libri che testimoniano l’evoluzione industriale del Saronnese, inclusi alcuni brevetti registrati in Italia e all’estero, da sempre una preziosa fonte per le ricerche e per la preparazione di tesi universitarie. Al Mils, dietro ad un ingresso modesto che passa quasi inosservato, si apre un mondo incantato e soprattutto si apre una preziosa e dinamica realtà a molti sconosciuta.

Il Vicepresidente Bonfiglio si augura che la mostra sulla radiofonia recentemente realizzata (è stata inaugurata il 13 febbraio in occasione della Giornata Mondiale della Radio) possa diventare anche una “mostra itinerante” ospitata dalle scuole del territorio, per consentire a tanti ragazzi di avvicinarsi alla storia della radio e scoprire come si sia tecnologicamente evoluta e l’importante ruolo che ha svolto, come indispensabile mezzo di comunicazione e di socialità.



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