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Lo scoppio dell’emergenza sanitaria che ha messo sotto pressione le ambulanze. L’incremento dei costi dovuto all’utilizzo dei dpi. La mancanza degli introiti legati al servizio di assistenza agli eventi pubblici e sportivi. L’effetto domino del Covid colpisce anche la Croce Rossa Italiana di Varese e il suo progetto di assistenza per garantire un pasto caldo e dignitoso ai più poveri nella struttura di via Dunant

‘‘Il Coronavirus ha bloccato l’attività della nostra mensa solidale. Dopo un anno dallo scoppio della pandemia, i costi per la gestione dei dispositivi sanitari che usiamo per le ambulanze sono aumentanti in modo esponenziale tanto da costringerci a sospendere l’erogazione del servizio pensato anni fa per i più bisognosi”. Il Presidente della Croce Rossa Italiana di Varese, Angelo Bianchi, lancia un appello rivolto alla comunità, alle Istituzioni e alle imprese del territorio per sostenere l’azione a vantaggio del crescente bisogno delle fasce più povere della popolazione. “L’idea di costruire la mensa nasce nel 2008, in un momento di grande crisi economica e sociale – spiega il Presidente Bianchi -. Un luogo che definiamo ‘gentile’ e dove salvaguardiamo la dignità dei soggetti più fragili. Il progetto iniziale è stato quello di dare aiuto e sostegno a famiglie e cittadini in difficoltà attraverso la donazione di buoni pasto gratuiti”. L’urgenza comune di allora colpiva specialmente le fasce con figli di età non superiore ai 14 anni. “Abbiamo riscontrato che questi bambini mangiavano a scuola, solo una volta al giorno”. 

Prima di aprire le porte al pubblico passa un po’ di tempo. È nel 2015, infatti, che la mensa solidale accende i fornelli. Uno spazio che rappresenta a tutti gli effetti un nido in cui rifugiarsi e dove poter consumare un piatto caldo, tutti insieme, allo stesso tavolo. Un metodo di assistenza innovativo, quello pensato dalla Croce Rossa varesina, che permette ai richiedenti di ricevere dei buoni pasto gratuiti dello stesso valore dei soggetti paganti. Punto di forza è l’autofinanziamento. “I criteri con cui vengono selezionate le persone bisognose sono legati ai rapporti che abbiamo sul territorio - spiega Giorgio Zanzi, ex Prefetto di Varese e oggi consigliere della Cri -. I buoni pasto vengono erogati in base a segnalazioni che riceviamo da Enti autorevoli, come i servizi sociali del Comune di Varese e di quelli limitrofi, ma anche da associazioni di volontariato”. La mensa, progettata per ospitare fino a 140 posti a sedere, prima del Coronavirus, era attiva a pranzo, cinque giorni su sette e per tutto l’anno. I buoni pasto che venivano distribuiti quotidianamente erano circa una trentina. “Un risultato notevole se teniamo conto delle dimensioni della struttura”, incalza Zanzi. 

Continuare ad offrire il servizio della mensa ed estinguere, almeno parzialmente o totalmente, il mutuo in essere sulla struttura: sono questi gli obiettivi della Croce Rossa Italiana di Varese

Tutelare la dignità personale: questo l’obiettivo della ‘tavola solidale’ aperta al pubblico senza, appunto, la possibilità di distinguere il tenore sociale delle persone che ne usufruiscono. È a disposizione anche dei dipendenti della Cri varesina, degli operatori sanitari e dei volontari e a tal proposito, nella sede di Via Dunant, sono presenti delle camerate dove poter soggiornare. Purtroppo, e come spesso accade, è nei momenti di crisi ed emergenza che si diffondono, in maniera capillare, problemi di altra natura. Per fare qualche esempio: complicazioni sociali, economiche, occupazionali o psicologiche. La Croce Rossa del Varesotto è sempre stata in prima linea e al servizio della popolazione, offrendo supporto e sostegno alla collettività. Ma con lo scoppio della pandemia si è trovata a dover gestire più situazioni di criticità contemporaneamente. È, infatti, un ricordo ancora fresco quello del suono incessante delle sirene che sfrecciavano a qualsiasi ora del giorno e della notte, senza mai tregua tra le vie della città. Nei mesi scorsi e, ancora troppo spesso, oggi. Dispositivi di protezione individuali, sanificazioni, il rinnovo del parco ambulanze, sempre maggiori richieste in ambito psicologico e sociale: questi i costi che sono cresciuti in modo esponenziale. Costi che, a distanza di un anno, sono diventati insostenibili. Da qui la decisione di dover rinunciare a proseguire nel servizio di mensa, per concentrarsi sull’emergenza sanitaria. All’inizio del lockdown l’attività solidale è continuata attraverso la distribuzione a domicilio di generi alimentari alle famiglie in difficoltà. Con il passare dei mesi, e una situazione pandemica sempre allarmante, la mensa è stata costretta a spegnere definitivamente i propri fornelli.

“La Croce Rossa Italiana - ricorda Zanzi - è da molto tempo un’istituzione privata e quindi non gode più di finanziamenti pubblici. Per questo motivo, infatti, l’avvio del progetto ha richiesto l’accesso ad un mutuo ventennale di circa 800mila euro, valutato, ai tempi, come sostenibile”. Mutuo che la Cri varesina è sempre riuscita ad onorare puntualmente fino a questo momento. “Se ai costi per i dpi sommiamo le mancate entrate che hanno sempre alimentato l’azione della Croce Rossa, i conti sono presto fatti. Al netto di fiere e manifestazioni, è difficile, se non quasi impossibile, riuscire a saldare il debito residuo” afferma Bianchi. Servizi di ambulanza a eventi sportivi o istituzionali, manifestazioni, fiere e concerti, mercatini solidali: questi i principali introiti. “Le rate annuali della mensa sono di oltre 40.000 euro. Il debito a carico è di circa 340mila euro e la data di estinzione è prevista per dicembre 2028” spiega Bianchi, sottolineando come “a queste cifre si aggiungono anche, per il 2020, i costi dei dpi che ammontano intorno ai 150.000 euro”. Continuare ad erogare la prestazione della mensa solidale a sostegno e supporto della cittadinanza ed estinguere, almeno parzialmente o totalmente, il mutuo in essere: sono questi gli obiettivi della Croce Rossa Italiana di Varese. Ed è proprio da qui che arriva la richiesta di aiuto alle imprese, alle istituzioni e al territorio.

Un’azione di sostegno sociale per far ripartire il motore di questo servizio a favore di tante persone fragili e bisognose, specialmente in un momento così complicato che sta mettendo in ginocchio la città. “Per sensibilizzare la popolazione - chiosa il consigliere Zanzi -, promuoviamo campagne di raccolta fondi indirizzate a privati e persone giuridiche mediante un’opera di comunicazione e attraverso canali multimediali con l’invio di e-mail, l’uso dei social network o con news sul sito internet, oppure con la promozione di eventi pubblici e altri strumenti di diffusione mediatica”. Al fianco di questo traguardo da perseguire ce ne sono altri sottostanti che si riflettono direttamente a vantaggio della comunità e a cui la Cri di Varese tiene molto. Tra questi: proseguire con l’assistenza psicologica a distanza; incrementare il trasporto di anziani o disabili con difficoltà motorie per le visite mediche e continuare con la fornitura di generi alimentari alle famiglie bisognose.  

Come salvare la mensa solidale della Croce Rossa varesina

È possibile effettuare un Bonifico Bancario intestato a CROCE ROSSA ITALIANA – COMITATO DI VARESE con causale: “Un mattone per la Cri” – IT62R0200810800000106027389 – Banca Unicredit. Oppure visitare il sito Croce Rossa Italiana Varese

 



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