Progettare città smart, economicamente green ed energeticamente autosufficienti. Perseguire gli obiettivi tracciati dall’Onu nell’Agenda 2030 anche in termini di infrastrutture e comunità inclusive e sicure. Questo il nuovo fronte su cui si impegna la LIUC – Università Cattaneo con l’istituzione di un Centro di Eccellenza in collaborazione con la Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite

Più della metà della popolazione mondiale oggi vive in aree urbane. Secondo una stima della Commissione Europea, entro il 2050 questo dato raggiungerà l’80%. Uno scenario che fa riflettere e che mette in luce quanto le città e le metropoli siano veri e propri centri di attività economica, generino conoscenza, innovazione e nuove tecnologie, ma anche quanto il tema della sostenibilità non sia più procrastinabile. È questo il nuovo fronte su cui sta lavorando la LIUC – Università Cattaneo con l’istituzione di un Centro di Eccellenza sulla finanza sostenibile, in collaborazione con UNECE (United Nations Economic Commission for Europe).  

Un accordo triennale che si inserisce in un ambito internazionale ambizioso più ampio, quello dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile. Un programma d’azione stilato dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu e rivolto alle persone, al pianeta e alla prosperità. È composto da 17 goals e tra i vari obiettivi da perseguire c’è anche quello relativo alle città sostenibili e agli insediamenti umani. Ed è proprio in questa direzione che sta andando l’azione dell’Università Cattaneo. “Un’alleanza, quella con UNECE, – afferma Anna Gervasoni, Professore Ordinario di Corporate Finance alla LIUC e membro del Comitato Scientifico del nuovo Centro di Eccellenza – che permetterà all’ateneo di entrare a far parte di una rete di centri europei e nordamericani che perseguono gli scopi stabiliti dallo Statuto delle Nazioni Unite attraverso reciproci scambi di esperienze, condivisione di conoscenza, formazione e ricerca, studi, incremento della consapevolezza sociale e progetti concreti per migliorare la qualità della vita nelle città”.

Il Centro di Eccellenza della LIUC, composto da esperti in finanza, sta lavorando a tre progetti. La prima iniziativa riguarda la creazione di un portale multilingue destinato a tutte le nazioni che aderiscono all’Onu. “Sarà un portale aperto e libero, dove affronteremo tutte le tematiche di finanza sostenibile per le infrastrutture e le smart cities” spiega Gervasoni. Uno strumento divulgativo che potrà essere utilizzato da ricercatori, funzionari governativi di ogni parte del mondo o giovani studenti e all’interno del quale sarà presente del materiale informativo e interattivo. Ma non solo. “Nel portale ci saranno anche varie case histories che permetteranno di delineare delle best practice di progetti sostenibili che hanno avuto una finanziabilità e che oggi sono di successo”.

Anna Gervasoni, LIUC – Università Cattaneo: “Nonostante città intelligenti, infrastrutture e comunità sostenibili rappresentino per noi un terreno nuovo e inesplorato, ci teniamo a contribuire nel nostro piccolo al conseguimento di un progetto di interesse globale”

Il secondo progetto invece, consisterà nell’organizzare un convegno online internazionale al quale presenzieranno i delegati delle Nazioni Unite e importanti esponenti del mondo economico e monetario. “Una web conference per trasmettere il valore della finanza sostenibile come supporto e incentivo per lo sviluppo delle smart cities”. Ultima iniziativa, insieme alla LIUC Business School, sarà quella di programmare corsi internazionali di alta formazione. Migliorare le capacità dei funzionari governativi locali e nazionali nei Paesi di interesse UNECE a favore dello sviluppo concreto di politiche urbane sostenibili, rendendo più semplice la valutazione di finanziamenti innovativi per concretizzare i progetti infrastrutturali e di smart city: questi gli obiettivi che i docenti dell’Università di Castellanza vogliono perseguire.

Nel bel mezzo di uno scenario globale ferito dalla pandemia, con una ricostruzione del Paese, in parte ancora da pensare e sviluppare, “LIUC e UNECE uniscono le proprie competenze per unirsi agli sforzi delle Nazioni Unite sul fronte infrastrutture allo scopo di supportare i governi nazionali e locali per una riorganizzazione sostenibile durante la fase di ripresa economica e per velocizzare il raggiungimento dei Goals” continua Gervasoni. Questo accordo, inoltre, nasce in un anno particolare e allo stesso tempo importante per lo Stivale. Anno in cui, infatti, l’Italia presiederà il G20 (foro internazionale che riunisce le principali economie del mondo) e che vedrà Confindustria alla guida del Business Summit. Un’opportunità non da poco per l’ateneo. Visibilità internazionale, ampliamento del network e prospettive per giovani studenti in tema di ricerche e analisi saranno i trampolini di lancio.

Una missione comune da portare avanti per il benessere sociale, economico e sostenibile di tutto il mondo. Un guanto di sfida, quello lanciato dall’ONU, che tutti i Paesi, anche quelli dell’Unione Europea, devono raccogliere per poter raggiungere gli obiettivi prefissati. Ed è in questo campo che l’ateneo sta giocando la sua partita. “Nonostante città intelligenti, infrastrutture e comunità sostenibili rappresentino per noi un terreno nuovo e inesplorato, ci teniamo a contribuire nel nostro piccolo al conseguimento di questo ambizioso progetto di interesse globale” è la chiosa di Gervasoni. 

Perché l’Onu si occupa delle smart cities

Obiettivo numero 11 (dei 17 totali) secondo l’agenda 2030 dell’Onu: rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili. Oggi 3,5 miliardi di persone (esattamente la metà della popolazione) vivono in città; il 95% dell’espansione urbana nei prossimi decenni avverrà nei Paesi in via di sviluppo; le metropoli occupano solo il 3% della superficie terrestre, tuttavia sono responsabili del 60–80% del consumo energetico e del 75% delle emissioni di carbonio. Questi sono solo alcuni esempi dell’attuale situazione nelle aree urbane: a stabilirlo sono le ricerche eseguite dall’Onu e presentate in una sezione dedicata del sito Internet. “Le città sono centri per nuove idee, per il commercio, la cultura, la scienza, la produttività, lo sviluppo sociale e molto altro. Ci sono molte sfide da vincere per mantenere i centri urbani come luoghi di lavoro e prosperità, e che allo stesso tempo non danneggino il territorio e le risorse”. Traffico, scarsità di alloggi adeguati, degrado delle infrastrutture: ecco alcune delle difficoltà che danneggiano l’ambiente e su cui l’Onu si impegna a lavorare per un domani migliore rispetto al presente. “Vogliamo un futuro che includa città in grado di offrire opportunità per tutti, con accesso ai servizi di base all’energia, all’alloggio, ai trasporti e molto altro” si legge nella sezione dedicata. Tra i goals da raggiungere entro il 2030 l’Onu vuole potenziare un’urbanizzazione inclusiva e sostenibile. E ancora, supportare i positivi legami economici, sociali e ambientali tra aree urbane, periurbane e rurali rafforzando la pianificazione dello sviluppo nazionale e regionale e aumentare il numero di città e insediamenti umani che adottano e attuano politiche integrate.   



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