lati_la_bussola_della_sostenibilita_2021

Può un’impresa della plastica rappresentare un caso esemplare di sostenibilità? La domanda è lecita e, anzi, potrebbe sembrare anche scomoda, se non fosse che a porsela è proprio un’azienda del settore. Un’azienda che ha fatto della sostenibilità la chiave di volta della sua capacità di innovazione, come testimonia un recente finanziamento ad hoc: 7,5 milioni di euro erogati da Unicredit e che saranno destinati principalmente “ad investire in Italia in automazione, digitalizzazione e riqualificazione energetica con un impegno costante verso lo sviluppo sostenibile”. Le parole sono quelle di Michela Conterno, ceo dell’impresa: la LATI Spa di Vedano Olona. L’azienda, fondata nell’immediato secondo dopoguerra da Cosimo Conterno, segue, con la sua storia, quella degli scenari mondiali. Prima attività è la produzione di compound di acetato di cellulosa, agevolata dalla presenza di materiali concessi all’Italia dal piano Marshall, come sottovesti e biancheria sintetiche, maschere militari e molti altri elementi che l’azienda seleziona e ricicla. La guerra condiziona la famiglia Conterno anche nella scelta del luogo dove intraprendere l’attività: Vedano è infatti al sicuro  dalle bombe lanciate sul capoluogo, ma al tempo stesso, abbastanza vicina a Milano. Da allora, molte le tappe e le relazioni che fanno la storia. Una su tutte quella con Montedison, grazie alla quale, negli anni ’60, l’azienda vive un vero boom.

Michela Conterno: “LATI ha sposato il concetto dell’economia circolare ben prima che fosse coniato il termine. Già mio nonno Cosimo, fondatore dell’azienda, aveva creato una fabbrica per smistare e riciclare la plastica recuperata dai residui bellici”

Gli anni ‘70 sono quelli del consolidamento, con una gamma di prodotti sviluppata grazie alla domanda derivata dagli elettrodomestici. Sul fronte familiare, la gestione è affidata al primogenito di Cosimo, Giovanni, e successivamente al fratello Francesco, che porta l’azienda ad affermarsi sui mercati internazionali. Oggi la sfida, raccolta da Michela, terza generazione Conterno, è quell’innovazione, che non è semplicemente tecnologica, ma strategica. “Il cambiamento in LATI si fa insieme: l’elemento davvero differenziante per noi è l’attenzione rivolta alle persone vero motore della trasformazione” spiega l’imprenditrice, sintetizzando la sua filosofia di leadership, che si concretizza in attenzione alla sostenibilità in senso lato. Un’attenzione che, per chi si occupa di prodotti plastici, significa anche scontrarsi con i luoghi comuni che circondano il settore. “La plastica è spesso demonizzata senza che se ne conoscano le possibilità nell’ambito dell’economia circolare” spiega Conterno. “LATI ha sposato il concetto dell’economia circolare ben prima che fosse coniato il termine. Già mio nonno Cosimo, fondatore dell’azienda, aveva creato una fabbrica per smistare e riciclare la plastica recuperata dai residui bellici. Questo riciclo ante litteram era questione di sopravvivenza, ma da allora non abbiamo mai abbandonato il metodo. Uno dei principali obiettivi è far durare i prodotti dei nostri clienti il più a lungo possibile. Un altro è agevolare il passaggio a manufatti eco-sostenibili ed eco-compatibili, agevolando per esempio la sostituzione di metalli mediante materiali plastici più leggeri e processi a minor impatto energetico. Ma la sostenibilità è, prima di tutto, metodo e, quindi, ci siamo dotati di una struttura organizzativa in grado di rendere questo orientamento una sorta di bussola del nostro operare, come leva di innovazione e di sviluppo per tre aree chiave: sostenibilità economica, sociale e ambientale. La dimostrazione che la strada intrapresa è quella corretta ci piace vederla nella recente assegnazione della Medaglia d’Oro Ecovadis, un riconoscimento che ci ha permesso di accedere al finanziamento di Unicredit”.

Ascolta "La plastica sostenibile di LATI" su Spreaker.

Ma come si concretizza questo approccio? “Per LATI il profitto non è un fine, ma un mezzo per creare valore” spiega l’imprenditrice. “Non un obbligo verso gli azionisti, ma un dovere verso il futuro: per questo il profitto viene usato per alimentare un ambizioso piano di sviluppo con l’obiettivo, ispirato al concetto di decoupling, di ridurre la correlazione tra crescita economica e consumo delle risorse del pianeta. Per quanto riguarda le persone, i nostri dipendenti sono il bene più prezioso e, per questo, al centro delle politiche sociali, ci sono numerose iniziative di work-life balance finalizzate a salvaguardare il benessere psico-fisico: solo per fare qualche esempio, si va dalla mappatura epidemiologica allo smart working sistematico, dalla consulenza psicologica a un programma di ginnastica online degno delle migliori palestre. Non mancano la promozione di iniziative del territorio, ad esempio, in favore degli attori in prima linea nella lotta al Covid-19 ma anche a sostegno di cultura e sport”. E per quanto riguarda la sostenibilità ambientale? “Già nel 1995 eravamo una delle prime aziende in Italia ad ottenere la certificazione ambientale. Nel corso della storia si è investito per garantire acqua e aria pulite. LATI è un’azienda ad alta intensità energetica, con un consumo di 20 milioni di kWh all’anno: questo dato ci obbliga a lavorare con impegno per ridurre l’impatto, monitorando in tempo reale i consumi energetici per ciclo produttivo. Abbiamo implementato una piattaforma di monitoraggio energetico e promosso l’acquisto di energia derivante per la maggior parte da fonti green e l’installazione di pannelli fotovoltaici per l’impianto di Torba, che permette di ridurre l’impatto ed evitare l’immissione in atmosfera di 60.295 kg di CO2 per anno. Inoltre, tenendo presente che l’impianto alimenta l’intero parco di carrelli elevatori elettrici e che questa flotta elettrica ha sostituito completamente quella a GPL, l’impatto viene ulteriormente ridotto. Senza contare la gamma di prodotti sostenibili che rappresentano di per sé i principi applicati dell’economia circolare”.



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