Il rilancio dell’attrattività varesina passa da strutture come il Palace Hotel e da progetti ambiziosi come il recupero del Grand Hotel Campo dei Fiori. Intervista a Mauro Morello, Ad del Gruppo GHP Srl che sulla vocazione turistica del territorio scommette e raddoppia

“La situazione sanitaria ha colpito il nostro Gruppo come tutto il settore alberghiero nazionale, ma questo non ci ha fatto desistere dalla volontà di sviluppo e di investimenti nei nostri hotel, anzi...” Le parole chiarissime sono quelle di Mauro Morello, Ad del Gruppo GHP Srl, che gestisce il Grand Hotel Palace di Varese. La curiosità è legittima: in questo momento di criticità, ma anche di voglia di ripresa, l’idea di investire nel turismo in generale è interessante. E lo è ancora di più a Varese, meta di riferimento per il viaggiatore business, ma con legittime, e non sempre attese, aspirazioni da meta a tutto tondo. Il recente progetto IPalazzi è la risposta esemplare a questa curiosità. Si tratta, infatti, di un’iniziativa, innovativa nella forma, che punta ad offrire alla clientela un’esperienza all’interno di strutture di altissimo profilo, gli Historic Experience Hotels di Varese, Venezia e Siena, associata ad un mix di proposte altrettanto alte, congiunte o iperlocal. Un progetto pensato prima della pandemia, che potrebbe venir messo in discussione.

Ora più che mai occorre lucidità”, spiega Morello. “Bisogna pensare al capitale umano delle aziende che è il valore da preservare. In primis, vanno messi in sicurezza i posti di lavoro, perché le aziende sono le persone che le compongono, soprattutto in settori come quello alberghiero. L’oggi è un momento che impone riflessioni, impone di essere analitici, di avere sempre presente il valore sociale del fare impresa, ma anche di essere visionari, cercare di intuire il dopo, di capire come non demordere dagli obiettivi prefissati, ben sapendo che, per raggiungerli, sarà necessario lavorare per offrire un prodotto migliore alle persone che vorranno viaggiare e che sceglieranno con maggiore attenzione destinazioni e location”. Per offrire un prodotto migliore, occorre dunque investire. Ma come in un momento simile? “A luglio con il nostro staff abbiamo rivalutato le tempistiche che ci eravamo prefissati in fase pre-Covid – continua l’Ad –. Anche il Palace Grand Hotel sarà destinatario di profondi interventi strutturali che ne esalteranno le qualità che da oltre un secolo gli ospiti apprezzano. Sarà adeguato ad un turismo internazionale che, però, dovrà trovare nella nostra città una meta all’altezza: Varese potrà e dovrà dimostrare quanto vale.

Siamo convinti che le crisi vadano sempre affrontate con il coraggio di nuove progettualità: ora il territorio, pur con le limitazioni in essere, ha come non mai l’occasione di mostrarsi. Il nostro Gruppo continuerà nel suo posizionamento con il brand IPalazzi perché siamo convinti che per competere la dimensione e l’identità saranno imprescindibili. Il Palace da solo non avrebbe la forza di interlocuzione con gli operatori, che ha invece un Gruppo, che già oggi offre strutture ricettive internazionali di livello anche a Venezia e Siena, che peraltro ci permettono contaminazioni continue che accrescono il nostro know-how”. La curiosità, però, ci spinge oltre, vola in alto, letteralmente, è il caso di dirlo. Fino al Campo dei Fiori.

Come si pone il tema dell’Hotel in questa visione? “Il Grand Hotel Campo dei Fiori, dal momento del suo acquisto, effettuato 4 anni fa come atto di responsabilità verso la città, è una delle nostre priorità”, spiega ancora Morello. “L’idea è recuperare la storia dell’edificio e del parco, per una superficie di circa 370mila metri quadrati di montagna, per proiettarla in un futuro sostenibile: mobilità dolce, sviluppo green e la rinascita della cremagliera di proprietà pubblica. Un’oasi a 50 chilometri da Milano e a un passo dalla Svizzera, una terrazza sulla bellezza. La sua riattivazione non può che essere di beneficio per tutte le attività del territorio, comprese quelle ricettive, ma occorre una reale unione di intenti tra pubblico e privato, a partire dalla funicolare che costituisce una infrastruttura indispensabile per raggiungere l’hotel. È ovvio che, visto il contesto e le peculiarità della struttura, gli Enti pubblici coinvolti a vario titolo dovranno impegnarsi per quanto di loro competenza, ma il nostro Gruppo, sostenuto anche da altri imprenditori internazionali del settore, è pronto ad investire ed il Campo dei Fiori con il Grand Hotel ha tutta la dignità per divenire meta e brand. Non possiamo dare oggi numeri per l’investimento, ma è ovvio che impegnerà risorse importanti per diversi anni. L’eccessiva fretta può compromettere un risultato, ma altrettanto può fare un eccessivo immobilismo”.

E per quanto riguarda il sogno di una Varese meta non di solo business? “Non è un segreto che Varese stia scoprendo, solo negli ultimi anni, una vocazione al turismo leisure. Inutile negare che ci sia molto da lavorare, soprattutto sul concetto di ospitalità da parte del territorio e degli attori, pubblici e privati, coinvolti. Quello che abbiamo notato, però, negli ultimi 3 anni da un punto privilegiato come il Palace Grand Hotel (che nel 2019 ha avuto oltre 42.000 ospiti) è che nel periodo maggio – settembre si ha la maggiore occupazione dell’anno, con un pubblico rappresentato da famiglie e over 50 che scelgono la location per trascorrere un lungo weekend o addirittura un periodo di vacanza sui laghi, nel verde, a pochi passi da Milano.

Con il contributo dei fondi europei, con ogni probabilità, chi sarà al governo della nazione avrà una capacità di fuoco per la ripartenza enorme e mai vista. Nel caso, occorrerà che questi capitali non vadano dispersi con una distribuzione a pioggia, bensì arrivino alle imprese che creano lavoro e che le istituzioni pubbliche locali e i privati siano insieme pronti a cogliere l’opportunità con progetti di valore e d’impatto. Varese lo ha già fatto nel 2008 dimostrando di poter essere una meta per ciclismo e canottaggio, anche quando in pochi ci credevano: ora deve fare un passo più grande. Se saprà sfruttare la posizione, che la vede con il ‘suo’ hub del sud Europa al centro di un triangolo con ai vertici brand internazionali come Como, Stresa e Milano e saprà valorizzare le peculiarità che la rendono splendida, potrà vincere la sfida anche in un momento complesso come questo. Come Gruppo abbiamo lavorato seminando per 4 anni: ora è come se fosse arrivata una tremenda gelata, ma non possiamo non rimboccarci le maniche e riprendere a seminare nuovamente; se saremo attenti e non prigionieri dei vecchi schemi mentali, il raccolto arriverà e allora semineremo di nuovo per uno ancora più grande”.

 



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