Il World Manufacturing Forum a Cernobbio

Da evento internazionale itinerante, con l’edizione 2018, in programma il 27 e 28 settembre, il World Manufacturing Forum si trasformerà in un appuntamento fisso che ogni anno avrà sede a Cernobbio.  Intervista al Presidente della WMF Foundation, Alberto Ribolla

La Lombardia diventerà per l’industria manifatturiera mondiale, ciò che Davos rappresenta per l’economia internazionale: un punto di riferimento per tracciare le traiettorie future dello sviluppo produttivo dell’intero panorama industriale globale. La trasformazione prenderà corpo il 27 e 28 settembre quando si terrà nella Villa Erba di Cernobbio, sul Lago di Como, il World Manufacturing Forum 2018 (vai al programma). Un’edizione che rappresenterà una svolta. Il WMF, fino a ieri evento internazionale itinerante, prenderà pianta stabile in Lombardia, che ospiterà, proprio come Davos, ogni anno l’evento clou del confronto internazionale sugli scenari manifatturieri, richiamando tutti i più importanti protagonisti delle trasformazioni industriali in atto nei cinque continenti. Più di 800 partecipanti, 50 speaker, oltre 50 Paesi coinvolti: questi i numeri dell’evento organizzato da Confindustria Lombardia, IMS e Politecnico di Milano, in collaborazione con la Commissione Europea, Regione Lombardia e UNIDO (United Nations Industrial Development Organizations). Il Presidente della neonata World Manufacturing Forum Foundation è il varesino Alberto Ribolla, Past Presidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e di Confindustria Lombardia.

Presidente Ribolla, cos’è il World Manufacturing Forum? 
Il World Manufacturing Forum è un grande evento mondiale legato al settore manifatturiero. Giunto alla sua sesta edizione, con numeri in costante crescita, questo sarà l’anno del salto di qualità, sia in termini di cifre che di contenuti. All’Annual meeting del 27 e 28 settembre avremo infatti oltre 700 partecipanti, tra rappresentanti dell’industria, istituzioni, accademici, top manager provenienti da tutto il mondo. 
Inoltre, per la prima volta presenteremo il Report globale sul manifatturiero, il WMF Global Report. Lo studio, a cura del WMF Scientific Committee, che ha coinvolto per mesi decine di esperti da tutto il mondo, avrà l’obiettivo ambizioso di delineare le sfide del manifatturiero del futuro provando, vero obbiettivo del Report, anche ad influenzarle. 

Parlando di World Manufacturing Forum si è spesso sentita affermare la frase “Trasformerà la Lombardia nella Davos dell’industria”, ma cosa significa veramente? 
L’obiettivo della WMF Foundation, la Fondazione, nata dall’accordo tra Confindustria Lombardia, Politecnico di Milano e IMS – Intelligent Manufacturing Systems, non è solo quello di occuparsi dell’organizzazione dell’Annual meeting, dei regional events, del Report e di tutta una serie di attività collaterali al WMF, ma è anche profondamente culturale. Come si evince dalla nostra mission, noi vogliamo diventare una piattaforma aperta su questo tema, frequentata dai più grandi esperti globali che produce cultura sul settore manifatturiero, vero driver del benessere mondiale. Vogliamo far identificare Cernobbio come momento centrale nell’agenda internazionale su questo tema così come Davos lo è in maniera allargata sull’economia globale. Oltre a questo, ci piacerebbe anche che la Lombardia, oltre all’Italia e all’Europa tutta, con un brand globale come il WMF, possa giovare di questo strumento eccezionale di marketing territoriale oltre che di immagine. Per conseguire questi risultati ci vuole del tempo, ma fatta nascere a Milano la World Manufacturing Foundation e di conseguenza l’aver portato stabilmente il World Manufacturing Forum in Lombardia è stato un primo fondamentale step. 

“Vogliamo far identificare Cernobbio come momento centrale nell’agenda internazionale del sistema industriale, così come Davos lo è in maniera allargata sull’economia globale”

Come Confindustria Lombardia insieme agli altri partner, quali il Politecnico di Milano, è arrivata a centrare a questo importante risultato? 
Confindustria Lombardia ha creduto sin dall’inizio in questo progetto e, grazie alla condivisione strategica ed al supporto delle Associazioni Territoriali lombarde, investendo ingenti risorse sia finanziarie che umane, è riuscita a far da catalizzatore e a coinvolgere i suoi partner istituzionali, in primis Politecnico di Milano e Regione Lombardia con gli obbiettivi dichiarati sopra. La Lombardia è terra di manifatturiero, lo scheletro della nostra economia regionale è profondamente manifatturiero e questo fa della Lombardia uno dei quattro motori d’Europa. In più, dal manifatturiero dipendono numerosi altri settori economici e quello che fa bene al manifatturiero fa bene a tutta l’economia e quindi ai cittadini lombardi. 

Quali sono gli obiettivi di questa due giorni di interventi, tavole rotonde e confronti? 
Il primo obiettivo è senza dubbio comprendere insieme come la trasformazione in atto nel manifatturiero impatterà sulle nostre vite, come cittadini in primis e come imprenditori, oltre che sui mercati globali. Vorremmo provare, soprattutto attraverso il WMF Global Report, a dare un significato e se possibile una risposta ai cambiamenti in atto per far sì che il manifatturiero rappresenti sempre più un abilitatore della prosperità globale e di avanzamento sociale. Esploreremo, poi, la direzione dell’industria manifatturiera del futuro, le nuove competenze necessarie alla sua applicazione e l’impatto ambientale di queste trasformazioni. I cambiamenti saranno così forti che dobbiamo cercare di comprenderli per tempo ed adattarci a loro valorizzandone gli enormi benefici e attutendone i risvolti meno positivi.

Che cosa può portare la Lombardia ai tavoli di discussione? 
La domanda vera è cosa non può portare la Lombardia ai tavoli di discussione... essendo una delle manifatture più evolute a livello globale la Lombardia può e deve influenzare l’agenda manifatturiera del nostro ormai piccolo mondo. Per storia e per vocazione non possiamo subire le regole di chi ha una manifattura diversa dalla nostra, ma anzi dobbiamo contribuire a crearle con consapevolezza del nostro ruolo e della nostra forza. Il nostro manifatturiero si caratterizza per la capacità combinatoria, specie nel medium-tech, di elementi ad alto tasso d’innovazione. Dobbiamo mantenere questa caratteristica e provare a far accettare i nostri standard qualitativi, tecnologici e ambientali applicando le tecnologie e la digitalizzazione in quest’ottica così come ad assorbire velocemente quelli che non ci sono propri. Industria 4.0 ci permetterà di non avere un mercato appiattito e sarà, anche per questo, un’opportunità per continuare a potenziare quel valore aggiunto combinatorio, creativo e stilistico che noi italiani sappiamo dare alle cose. Il tutto condito da una uniformazione del costo del lavoro che ci renderà più competitivi verso coloro i quali, nell’abbassamento degli standard, hanno trovato grandi spazi di competitività.  



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