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Volandia, il “parco museo del volo” di Somma Lombardo, compie 10 anni. Nato negli spazi delle Officine Caproni, scelte per i primi esperimenti aeronautici con le “macchine volanti”, oggi conta 106 velivoli, una collezione di trasporti terrestri e un’area interamente dedicata allo spazio

Dieci anni di viaggio sulle ali della storia, sempre guardando al futuro: è il traguardo che festeggia in questi mesi da Volandia, il “parco museo del volo” nato negli spazi dell’ex fabbrica Caproni e che celebra la vocazione della “provincia con le ali”, luogo di sperimentazioni coraggiose e di produzioni industriali divenute famose in tutto il mondo. Il museo occupa gli storici spazi delle Officine Caproni di Vizzola Ticino, uno dei “semi” dell’aeronautica a Malpensa e nell’intera provincia di Varese: il trentino Gianni Caproni scelse infatti la zona di Malpensa per i suoi primi esperimenti aeronautici. Lui, suddito dell’Imperatore d’Austria-Ungheria ma irredentista favorevole all’Italia, voleva far volare il suo primo aereo in territorio italiano e scelse la brughiera perché gli ampi spazi pianeggianti e quel soffice manto vegetale, il brugo appunto, erano terreno ideale per i primi esperimenti con le “macchine volanti”. “Il progetto di Volandia è nato proprio dalla volontà di salvaguardare la qualità straordinaria dell’edificio della fabbrica”, racconta Marco Reguzzoni, Presidente della Fondazione che gestisce Volandia ed ex Presidente della Provincia di Varese. 

Era il 1993 e l’ente provinciale era stato incaricato di redigere il Piano d’area di Malpensa, in vista del potenziamento dell’aeroporto sulla base del progetto “Malpensa 2000”: in quel quadro era emersa la necessità di tutelare un sito di grande valore storico e anche architettonico. Ci sono voluti 17 anni perché Reguzzoni concretizzasse il progetto, con l’apertura del museo nel 2010. E proprio nel primo anno di attività di Volandia venne revocato il balzo dell’instabile primo velivolo di Caproni, il Ca.1: una replica si è sollevata da terra di pochi centimetri, sulla “pista” in erba che oggi sta di fronte agli hangar che ospitano i laboratori di restauro degli aerei.
È qui che decine di volontari, moltissimi sono ex operai delle industrie aeronautiche, hanno recuperato una parte dei 106 velivoli oggi esposti. Il contributo dei volontari è, insieme alla centralità dei biglietti nel bilancio, uno dei due elementi fondanti del progetto di Volandia, elaborato da Reguzzoni a partire dallo studio delle realtà dei musei tecnico-scientifici degli Stati Uniti.

Marco Reguzzoni: “Oggi abbiamo superato i 150mila visitatori annui, abbiamo introiti che ci danno una stabilità economica. A luglio 2019 abbiamo comprato con risorse interne la metà dell’area che mancava e da allora è tutto della nostra Fondazione”

“Oggi abbiamo almeno 250 volontari attivi, nelle due associazioni Amici di Volandia e Volontari di Volandia ma anche nelle altre realtà: Associazione Aeroplani Storici, gruppo S55 Siai Marchetti, tre associazioni di modellisti, il Gullp che cura l’area droni, l’ASI, l’associazione Flaminio Bertoni, il gruppo di restauri ferrotranviari, gli appassionati di Star Trek”. Persone che contribuiscono al museo ma portano anche un’esperienza di vita: “Qui l’anziano operaio spiega al bambino in visita”, sintetizza Reguzzoni. L’altro caposaldo del museo, insieme ai volontari, è da subito stata l’idea di una realtà che fosse in grado di sorreggersi “senza un sostegno pubblico continuativo”, ma con un bilancio basato sui biglietti d’ingresso e altre attività interne. “Oggi abbiamo superato i 150mila visitatori annui, abbiamo introiti che ci danno una stabilità economica. A luglio 2019 abbiamo comprato con risorse interne la metà dell’area che mancava e da allora è tutto della Fondazione”. Nel 2015 Volandia porta a compimento un’operazione di grande richiamo: l’acquisizione della Collezione Ogliari, che ha ampliato il raggio d’azione del museo anche ai trasporti terrestri. Decine di tram, locomotive e carrozze che hanno richiesto anche uno straordinario sforzo logistico per assicurare il trasferimento da Ranco, sulle sponde del Lago Maggiore, fino al museo vicino a Malpensa.

La nuova vocazione estesa al mondo dei trasporti “a tutto tondo” è stata ribadita poi anche dallo spazio del Museo Flaminio Bertoni, allestito nel 2016, che celebra un altro grande genio della tecnica nato in provincia di Varese, il designer di mitici modelli di automobili Citroën, come la Traction Avant, la 2CV o la DS. Nel frattempo, il museo ha ampliato i suoi orizzonti allo spazio, con un’area dedicata di grande valore anche scientifico, grazie alle collaborazioni con associazioni e divulgatori, che hanno consentito di portare eventi di assoluto richiamo, come l’esposizione di rocce lunari o l’incontro con astronauti. Senza dimenticare le nuove frontiere del volo, come i droni che hanno appunto una loro area specifica animata dall’associazione Gullp.

Il museo di Volandia è anche uno spazio “vivo”, da visitare più volte perché le sue esposizioni evolvono: così ad esempio 10 anni fa uno dei pezzi forti era il “fantasma del deserto”, l’allestimento che riproduceva il relitto di un SM79 ritrovato nel deserto libico. Oggi quell’affascinante spazio non è più visibile, ma in compenso si trovano nuovi pezzi che segneranno questa “stagione” del museo. Come il Lockheed F-104 Starfighter ottenuto dall’Heersmuseum di Berlin, segno anche di un valore riconosciuto a livello internazionale dal museo a fianco a Malpensa. La ricorrenza del decennale dall’apertura ha coinciso con l’emergenza Covid-19, che ha messo alla prova duramente Volandia: “In primavera, normalmente, facevamo l’80% del fatturato. Quest’anno abbiamo dovuto chiudere e le visite delle scolaresche sono saltate completamente”. Le solide basi del museo hanno comunque consentito di riaprire e già fanno pensare ai prossimi passi: “Abbiamo da finire l’allestimento PD-808, un aereo molto bello che troverà una collocazione di grande impatto”, continua Reguzzoni. “E porteremo qui un esemplare di MB-346”, ultima generazione di addestratori Aermacchi, oggi Leonardo. Quanto alla festa per il decennale del museo, l’auspicio attuale è di poterla fare a settembre. “E in quella occasione faremo anche un evento per celebrare i 100 anni di nascita di Papa Giovanni Paolo II, perché abbiamo qui l’aereo che ha portato in giro per l’Europa per la sua predicazione, anche nei Paesi dell’Est, in cui contribuì a far cadere la Cortina di Ferro”. 



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