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Hanno tra i 17 e i 25 anni. Sono accomunati da una grande passione per l’attualità, i temi politici, l’economia. E hanno un obiettivo: creare spazi di dibattito per le nuove generazioni, scardinando le bolle d’informazione degli algoritmi attraverso il confronto reale tra opinioni diverse. Sono le ragazze e i ragazzi dell’associazione Politics Hub. Una vera e propria community (apartitica) che, tra Busto Arsizio e Legnano, sta riuscendo ad appassionare i cittadini di ogni fascia di età ad una nuova partecipazione civica

I giovani disinteressati alla politica? “Non è vero, semmai è la politica a disinteressarsi dei giovani”. Ragazze e ragazzi disinformati a causa dei social network? “Ma i ragazzi sui social cercano l’intrattenimento, l’approfondimento delle notizie avviene su altri canali. E comunque sanno meglio di altri distinguere tra verità e propaganda”. Le nuove generazioni polarizzate in un voto che si posiziona sugli estremi di destra e sinistra? “In realtà le scelte politiche degli under 25 sono meno dettate dalle ideologie e più legate al pragmatismo”. Alessandro Lupi, classe 1999, è Presidente di Politics Hub, un’associazione di studenti tra i 17 e i 25 anni nata nel 2019 e che opera tra Legnano e Busto Arsizio. Almeno per il momento. L’ambizione di espandersi con le proprie attività, infatti, è grande. “Stiamo già puntando ad organizzare qualche evento su Milano”. Obiettivo: avvicinare i giovani alla politica. Ma non solo. I loro dibattiti si aprono spesso a tutta la cittadinanza, come avvenuto anche in occasione dell’ultima tornata elettorale nazionale durante la quale hanno organizzato incontri con i candidati nei collegi locali. Momenti di approfondimento, gestiti con passione e altrettanta professionalità, che, anche per questo, hanno raccolto la partecipazione di centinaia di cittadini di ogni fascia di età.

Togliamoci subito il pensiero: siete un’associazione politica di destra o di sinistra?
È una domanda che ci pongono tutti. Ma per occuparsi di politica e avere la passione di approfondire e studiare l’attualità non bisogna essere per forza schierati. Noi non lo siamo. Lo scopo di Politics Hub è quello di creare degli spazi dove i giovani possano parlare di politica liberamente e informarsi anche con dibattiti e confronti tra gli iscritti e aprendosi alla società. Lo facciamo con una prospettiva del tutto apartitica. Intendiamoci, ognuno di noi ha le proprie idee, ma nessuna prevale sull’altra nella linea dell’associazione improntata all’equidistanza. Offriamo un servizio ai giovani insoddisfatti dai pregiudizi e dagli stereotipi che li circolando.

Nessuna etichetta, dunque. Ma possiamo definire i ragazzi di Politics Hub quanto meno un’eccezione nel panorama giovanile, spesso apatico nei confronti della politica?
Anche questo è un luogo comune. I giovani seguono la politica. O comunque lo fanno sugli stessi livelli dei senior. I tassi di astensione al voto lo confermano. Più o meno siamo sulle stesse percentuali. Certo, visto i numeri dell’ultima tornata questo non conforta. Ma è proprio su questa passività che vogliamo incidere. Vogliamo interrompere un circolo vizioso di una politica che spesso parla di giovani ma che non li ascolta e non li mette al centro della propria proposta. Ci sono troppo pochi politici giovani e troppe poche proposte per i giovani nei programmi.

Come riuscire a invertire questo trend, secondo voi?
Serve un nuovo patto tra cittadini e politica. I primi devono essere più consapevoli di quanto occuparsi di politica in prima persona possa migliorarla. I politici, da parte loro, devono mettersi al servizio dei cittadini, prima di tutto dei più deboli.

Detta così siamo tutti d’accordo.
Però nei fatti questo non avviene perché non si punta sul legame con il territorio. Servono più scelte coraggiose che la politica oggi non fa. Manca la capacità e la forza di andare controcorrente. Guardiamo all’esempio dei candidati alle ultime elezioni politiche, catapultati spesso in collegi che non conoscono. Come creare vicinanza alla politica se il candidato non conosce il territorio e viceversa? Ripartiamo per esempio da qui.

È di questo che parlate nei vostri dibattiti?
Sì, anche. Tutto è partito nel 2019 nella Parrocchia di San Magno a Legnano. Eravamo un gruppo di una quindicina di ragazzi e ragazze, la gran parte del Liceo Crespi di Busto Arsizio. Amici che si riunivano a parlare di politica, attualità ed economica. Poi ci siamo aperti agli ospiti esterni. Il primo è stato il Presidente della Provincia e Sindaco di Busto Arsizio, Emanuele Antonelli. Poi l’ex Ministro della Difesa del Governo Letta, Mario Mauro. Durante il lockdown abbiamo scritto un libro sull’economia con introduzione di Carlo Cottarelli e del rettore della LIUC – Università Cattaneo, Federico Visconti. Siamo anche molto presenti sui social dove facciamo approfondimento e curiamo articoli di spiegazione dei fenomeni d’attualità. Nel tempo ci siamo occupati e abbiamo dibattuto di aborto, di elezione del Presidente della Repubblica, di guerra in Ucraina. Non arriviamo mai ad una sintesi, intesa come posizione ufficiale di Politics Hub. Il nostro obiettivo è aiutare le persone a costruirsi le proprie idee sulla base del confronto. Siamo arrivati ad essere in 60 a condividere questa azione. 

Insomma, tutto quello che non ci si aspetta dai giovani.
Perché non li si conosce e si ha di noi un’idea distorta. I giovani non sono divano e Netflix. Con le condizioni giuste, i ragazzi e le ragazze sono pronti all’impegno più di quanto si pensi. Ecco, noi puntiamo a creare quelle condizioni. O almeno a contribuire alla loro costruzione.  

Per esempio?
Scardinando le bolle d’informazione spesso dettate dagli algoritmi che ripropongono a chi è di destra informazioni e opinioni di destra e chi sta a sinistra idem. Combattiamo questa riproposta delle proprie convinzioni aprendo spazi di dialogo e confronto con chi la pensa diversamente.

Chi ha una tessera di partito può entrare a far parte di Politics Hub?
Sì, certo che può, ma rispettando determinate regole: non potrà entrare a far parte del nostro Consiglio Direttivo e non può sfruttare la partecipazione ai nostri incontri per fare propaganda.

Come interpretate i risultati del voto tra gli under 25? Tra i più giovani, ad esempio, il cosiddetto terzo polo raddoppia il proprio consenso, il M5S guadagna 5 punti percentuali, il Pd è coerente con se stesso, Fratelli d’Italia perder 12 punti percentuali. Cosa ci dicono questi numeri?
Anche tra i giovani c’è un senso di appartenenza tra destra e sinistra, ma è meno forte. Il voto è meno ideologizzato e più fluido. Il bipolarismo interpreta meno il consenso tra gli under 25. Conta molto di più il pragmatismo della proposta politica e la capacità di leadership. C’è tra i giovani una richiesta crescente di questo. Ma anche di coerenza.  



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