Torna al Terminal 1 l’emozionante opera in pietra di Fausto Melotti, visitabile nello scalo aeroportuale fino a febbraio 2020

In occasione della VI Triennale di Milano, era il 1959, lo scultore trentino Fausto Melotti (Rovereto 1901 - Milano 1986) era stato chiamato a realizzare un’opera da esporsi nella Sala intitolata “Coerenza dell’uomo”. Di quell’importante lavoro, che conteneva già tutti i segni e i messaggi del suo autore, sopravvissero intatti, da un nucleo iniziale di dodici elementi in gesso apprestati per l’evento, solo sette. Melotti non volle nel tempo reintegrare i cinque perduti con altrettanti nuovi, preferendo attribuire ai rimasti un particolare significato. Quel sette lo aveva portato a pensare ai numerosi riferimenti culturali della magia del numero: i sette contro Tebe, le sette Odi arabe, le sette Meraviglie del mondo, i sette Peccati Capitali, i sette Sacramenti, finanche i sette Messaggeri di Dino Buzzati. 

Nel 1961 gli fu richiesta una nuova, simile opera, per adornare il giardino del Liceo Classico Carducci di Milano. Ricostruire il gruppo significò però per l’artista, seguendo il bandolo di quel mistero che l’arte riserva sempre ai suoi fedeli seguaci, rifare non più dodici ma sette singole statue, questa volta in pietra. In osservanza alla “lezione” di magia che gli era arrivata, attraverso la perdita dei cinque elementi e della quale aveva fatto tesoro. Ciascuna delle statue fu concepita simile alle altre, ma contemporaneamente diversa. L’idea era anche di creare, o meglio ricreare, tra esse, un ritmo musicale: ritmo ben noto e tanto caro alla ricerca di Melotti. L’opera era stata selezionata da una prestigiosa commissione di cui facevano parte gli architetti Piero Portaluppi, Franco Albini e Renzo Gerla, consulenti del Comune. A lavoro concluso, il tutto fu collocato nel giardino della scuola. Due statue furono però di nuovo danneggiate nel 1964 e il gruppo fu così rimosso e lasciato definitivamente in deposito. 

Oggi l’opera de “I Sette Savi” in pietra, realizzata per il liceo milanese, è collocata alla Porta di Milano Terminal 1 all’aeroporto di Malpensa, dove resterà, in attesa di un’adeguata e definitiva ricollocazione, fino al 29 febbraio 2020, con titolo “I Sette Savi di Fausto Melotti. La magia di un ritorno”. Spiega il curatore della mostra Flavio Arensi che “I Sette Savi”, rimasti nascosti troppo a lungo in deposito alla scuola Giosuè Carducci di Milano, grazie all’Assessore alla Cultura Filippo del Corno possono ora essere di nuovo in visione al pubblico, in particolare di appassionati e studiosi. Il ritorno di Melotti, la magia di questo nuovo abbraccio alla città di Milano, con l’opera de “I Sette Savi” e il suggestivo allestimento sempre di Michele De Lucchi, avviene a distanza di sei anni da un precedente incontro con Malpensa. La stessa, dopo attento restauro e dopo mezzo secolo di abbandono, era stata momento centrale dell’interesse dei passeggeri in transito. 

Visitare lo spazio aeroportuale significa dunque immergersi ancora una volta nel tempo armonioso di Melotti, sentirne la seducente presenza di artista nella perfezione geometrica delle sue creature in pietra, dove la solenne fissità della forma non è certo mancanza di pathos, semmai raffinata evidenza e sostanza, di un’antica conoscenza che dalla lontananza del tempo risale all’oggi. E che ben racconta del suo lungo cammino.  Compiuti gli studi scientifici e conseguita nel 1924 una Laurea in Ingegneria al Politecnico di Milano, Melotti seguirà poi la via dell’arte intrapresa a Brera e i consigli di maestri, amici e colleghi, tra i più ascoltati e amati come Adolfo Wildt, Lucio Fontana, Casorati e Paulucci, Gio Ponti. Ma tanti altri saranno gli intellettuali avvicinati da Melotti nel corso di una vita. Presente a Milano, Roma e Torino - dove frequenta l’Accademia di Belle Arti Albertina - e persino nel capoluogo parigino (gruppo di abstration-creation), incentra nel tempo il suo ampio interesse artistico sulla musica: anche qui un sette, quello della magia delle note che illuminano come lucciole l’incanto dei suoi colorati cieli d’artista espressi in modalità creative e materiche tra le più varie (pittura, ceramica, metallo, pietra). 

Un altro numero sette accompagna, infine, questa mostra: altrettanti sono ormai gli anni dedicati da Sea all’arte. Allorché fu inaugurato lo spazio dedicato La Porta di Milano, permettendo a eccellenti nomi - oltre a Melotti, Marino Marini, Gio Ponti, Pellizza da Volpedo e diversi altri grandi artisti - di accompagnare con gioia il transito, o la più prolungata sosta, di innamorati viaggiatori del mondo e della sua bellezza. 

I Sette Savi di Fausto Melotti. 
La magia di un ritorno

Fino al 29 febbraio 2020
Aeroporto di Milano Malpensa, Porta di Milano (Terminal 1)
Dalle 8 alle 22, Ingresso libero, Tel. 02 232 323



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