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Al World Manufacturing Forum di Cernobbio si sono delineate le caratteristiche dell’industria di domani, fondata non soltanto su nuove competenze, ma anche sulle persone, con al centro il valore sociale delle imprese e con un’attenzione particolare rivolta al tema della formazione

Dall’alfabetizzazione digitale al problem solving creativo, dalla cybersecurity all’apertura costante al cambiamento. Sono alcune delle 10 top skills contenute nel WMF Report 2019, dedicato proprio alle competenze richieste per il settore manifatturiero del futuro, presentato al World Manufacturing Forum che si è svolto a Cernobbio alla fine del mese di settembre. Report curato dal Comitato Scientifico presieduto dal professor Marco Taisch e composto dai maggiori esperti mondiali del manifatturiero. Nell’importante documento sono indicati anche 6 lavori emergenti che contraddistingueranno sempre di più il settore, come il Digital Ethics Officer, Lean 4.0 Engineer, Industrial Big data Scientist, Collaborative robot Expert, IT/OT Integration Manager, Digital Mentor. Futuro la parola chiave del World Manufacturing Forum, declinato sulle competenze professionali, sia in chiave di skills che di nuove professioni. 

“Al WMF le aziende trovano le risposte alle domande che si pongono sul futuro – sottolinea Alberto Ribolla, Presidente della WMFoundation – nel pieno della rivoluzione 4.0, per completare questo cambiamento mettendo al centro le persone, bisogna governare questo percorso generando compatibilità tra tre fattori fondamentali per il futuro delle nostre società: economico, sociale, ambientale”. Il valore sociale delle imprese è un altro perno nodale. “Non vi è reale benessere se gli indicatori economici crescono in contrasto con l’ambiente, le risorse naturali e i territori – prosegue Ribolla.  

Tra le 10 competenze top, anche una forte mentalità imprenditoriale con proattività e capacità di pensare fuori dagli schemi, una mentalità interculturale e disciplinare, inclusiva e diversificata per affrontare le nuove sfide, un’apertura costante al cambiamento, con la capacità di trasformazione per mettere costantemente in discussione lo status quo e avviare il trasferimento di conoscenza da altri domini. Guardare al futuro non significa però trascurare la situazione presente che anzi è fondamentale per poter superare l’attuale fase di crisi del manifatturiero. 

“No dazi, no sanzioni, coinvolgimento dei Paesi in via di sviluppo, rafforzamento delle catene globali del valore, potenziando le macroaree che hanno sistemi produttivi omogenei e investimenti in competenze 4.0, allargamento dei mercati aiutando le nazioni meno fortunate ad emergere creando nuove classi che possano, con la loro domanda, incrementare il mercato e di conseguenza il benessere globale”, afferma il Presidente della WMFoundation. Quando si parla di competenze è inevitabile parlare anche di education e formazione.
“Bisogna investire molto in education perché il mondo cambia in fretta e bisogna vincere la sfida di questo cambiamento” ha ricordato dal palco di Cernobbio Giovanni Brugnoli, Vicepresidente di Confindustria per il Capitale Umano. Fondamentale è riscoprire e rilanciare la formazione tecnica. “E' necessario far comprendere alle famiglie che l’istruzione tecnica non è una seconda scelta” ha proseguito Brugnoli. “Bisogna puntare sul sistema di qualità degli ITS che sono un’opportunità vera per i ragazzi”. Di formazione, al World Manufacturing Forum, ha parlato anche Marco Bonometti, Presidente di Confindustria Lombardia. “È necessario investire in formazione del capitale umano in chiave 4.0, con competenze che servono alle imprese e che oggi sono spesso introvabili. Per affrontare le sfide dell’innovazione e dell’automazione, allora, è fondamentale ripensare i modelli formativi, coniugando istruzione, formazione e imprese, tra pubblico e privato” spiega Bonometti. 

A Cernobbio si sono delineate le caratteristiche delle imprese del futuro che dovranno basarsi su una sinergia perfetta tra uomo e tecnologia, un mix tra intelligenza umana e artificiale che contribuirà a ridisegnare i prossimi passi dell’industria globale. Per un’azienda, che vuole realizzare il manifatturiero del futuro, sarà obbligatorio sviluppare simultaneamente tre capacità chiave: l’essere smart, lean e green, ossia intelligente, snella e attenta all’ambiente. La produzione del domani dovrà essere sostenibile per l’umanità, altrimenti nessun futuro sarà possibile. Anche di questo argomento si è parlato a Cernobbio, in particolare nell’incontro tra le quattro Regioni motori d’Europa: Lombardia, Catalogna, Baden-Wurttemberg e Alvernia-Rodano-Alpi. “Al World Manufacturing Forum si sono gettate le basi per un grande progetto – come ricorda Bonometti – con le regioni che rappresentano i quattro motori d’Europa, per un’importante iniziativa di potenziamento e modernizzazione della filiera e dello sviluppo industriale. Tutto questo deve partire da progetti trasversali che coinvolgano grandi e piccole-medie imprese, centri di ricerca e università da tutta Europa. Insieme si porrà al centro la sostenibilità attraverso l’uso di innovazione tecnologica, di nuovi modelli di business e di economia circolare. E proprio perché riteniamo che un tema delicato come l’economia circolare non sia solo uno slogan o un argomento da convegno, è necessario creare il giusto equilibrio tra l’attenzione ambientalista e il fare impresa. Solo così, si realizzerà davvero una green economy senza ipocrisie”. 

Di investimenti nello sviluppo di competenze, di incentivi alle realtà sostenibili, inclusive e innovative si parla anche nel Manifesto dei Giovani Imprenditori dell’area macroregionale Alpina Eusalp, presentato nella giornata conclusiva del Forum. È necessario insomma un cambio di paradigma nel mondo dell’impresa italiana, soprattutto davanti all’atteso calo della fiducia delle aziende, come ricordato anche dal Presidente di Confidustria Vincenzo Boccia, tra gli speaker del World Manufacturing Forum, il quale ha parlato dell’importanza della formazione, per accompagnare persone e imprese verso Industria 4.0 e cruciale per risolvere il gap di know-how. “Bisogna sostenere gli investimenti e puntare sulla formazione 4.0”, ha concluso il Presidente di Confindustria.  

 

Skills for the future of manufacturing

 

Le 10 top skills più ricercate nel mercato del lavoro contenute nel Report “Skills for the future of manufacturing”, realizzato dal Comitato Scientifico della World Manufacturing Foundation presentato al Forum di Cernobbio: 

  • L’alfabetizzazione digitale come abilità olistica per interagire, capire, abilitare e persino sviluppare nuovi sistemi di produzione digitale, tecnologie, applicazioni e utensili;
  • Capacità di utilizzare e progettare nuove soluzioni di analisi dei dati e AI interpretando criticamente risultati;
  • Problem solving creativo;
  • Forte mentalità imprenditoriale con proattività e capacità di pensare fuori dagli schemi;
  • Capacità di lavorare fisicamente e psicologicamente in sicurezza ed efficacemente con le nuove tecnologie;
  • Mentalità interculturale e disciplinare, inclusiva e diversificata per affrontare nuove sfide derivanti da una forza lavoro diversificata;
  • Cybersecurity, privacy e consapevolezza dei dati/informazioni per riflettere il rapido incremento delle digital footprint delle catene del valore manifatturiere;
  • Capacità di gestire l’aumento della complessità di richieste multiple e compiti simultanei;
  • Efficaci capacità comunicative con umani, IT e AI attraverso diverse piattaforme e tecnologie; 
  • Apertura costante al cambiamento, capacità di trasformazione per mettere costantemente in discussione lo status quo e avviare il trasferimento di conoscenza da altri domini.


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