Il Chiostro di Saronno festeggia i suoi primi trent’anni e lo fa tornando alle origini, mettendo in mostra lo stesso autore che, nel 1988, inaugurò una storia dedicata soprattutto ai principali artisti del Novecento, all’arte contemporanea, al Chiarismo e alla fotografia

Nel 1988 si apre a Saronno la Galleria il Chiostro, per volontà del fondatore Duilio Affanni. L’inaugurazione avviene con una mostra intitolata “Gli eventi del minuto” dedicata a Filippo de Pisis (Ferrara 1896 - Milano 1956), eminente e raffinato rappresentante dell’arte del Novecento. A curarla è una giovanissima Elena Pontiggia. È sempre lei a occuparsi ora, a distanza di trent’anni, di una nuova mostra dedicata a De Pisis, autore che ha portato bene alla vita del Chiostro, scelto proprio per ricordare, e rinnovare nella celebrazione dei trent’anni di vita della galleria, quel giorno felice. Tanto che il titolo di allora è stato mantenuto anche in questa esposizione. 

Saranno in mostra di De Pisis, leggendario artista di nascita aristocratica, penna raffinatissima non meno della sua arte pittorica, opere che ne mettono in luce la libertà di segno e la vibrazione della pittura: dalla “Natura morta con foglie di fico” alla “Natura morta con mandorle” (1934), fino al celebre “Ragazzo sulla spiaggia”, noto anche come omaggio a Matisse, che ritrae un giovane con accenti di tenerezza e sensibilità. Interessanti del periodo parigino tra il 1925 e il 1939 anche “Natura morta con paravento e bottiglia”, “Cortigiana veneta” e il “Grande vaso di fiori” che risentono della vivacità coloristica dei maestri francesi. “Paesaggio agreste”, opera del 1950, rivela invece un pezzo significativo del mondo bucolico caro all’artista e all’amico Solmi, autore di testi a lui dedicati. Nella ricca mostra, che offre una panoramica esaustiva dell’attività dell’artista, fiori, soggetti umani, paesaggi o nature morte sono insomma grani di una meditatio vitae, sottolineava già la curatrice nella prima mostra di De Pisis, che è poi una meditatio mortis. Per tornare a quel 1988, fu l’inizio di una proficua attività che ha saputo inanellare nel tempo una serie di eventi espositivi dedicati ai maestri del XX secolo, ma che rivela – ancora oggi - nell’alternanza di due generazioni, una decisa visione innovativa. 

Pur operando in un contesto ben preciso - quello di un territorio altomilanese che ha a cuore la “sua” arte e la frequenta per consolidata tradizione collezionistica - la galleria ha sempre saputo guardare al di fuori dei confini e oltre il presente. Le prime mostre, tutte seguite da storici dell’arte, furono dedicate ai principali artisti del Novecento, da Filippo de Pisis, a Carlo Carrà, Mario Sironi, Aroldo Bonzagni, Marino Marini, Francesco De Rocchi e Angelo del Bon del gruppo del Chiarismo. Un amore, questo per il Chiarismo, mai interrotto e che è seguito tutt’ora attraverso il piccolo museo della città di Saronno, con una collezione di opere di Francesco De Rocchi. Ma da sempre il Chiostro si è interessato anche all’arte contemporanea. Soprattutto Marina, la figlia del fondatore Duilio Affanni, ha seguito con passione l’attività di alcuni artisti viventi. Jorge Eielson, di origini peruviane ma italiano d’adozione (parlammo di lui in queste pagine n.d.r.), entra a far parte della proposta dello spazio sin dai primi anni Novanta e la curatela oggi del suo archivio, a dieci anni dalla morte, ha aperto collaborazioni internazionali della galleria. 

Nella ricca mostra, che offre una panoramica esaustiva dell’attività dell’artista Filippo De Pisis, fiori, soggetti umani, paesaggi o nature morte sono grani di una meditatio vitae, sottolineava già la curatrice nella prima mostra, che è poi una meditatio mortis

Gli interessi, ci racconta Marina, appassionata da sempre al suo lavoro, pronta a partire per incontrare artisti e confrontarsi con eventi d’arte, nazionali e internazionali, si allargano anche alla fotografia. “Alla scuola fotografica italiana in particolare abbiamo dedicato vari momenti in cui è stato possibile conoscere autori considerati veri e propri maestri: come Gabriele Basilico, Luigi Ghirri, Uliano Lucas, Lelli e Masotti, Ugo Mulas, Paola Mattioli, tutti con una rilevanza che arriva oltre confine e serve a dare punti fermi ai giovani fotografi artisti”.

A chi si congratula per la felice scelta di aver proseguito una professione di famiglia entusiasmante, confessa un solo rammarico: il pubblico si rivela sempre più interessato a mostrare sé stesso e poco incline a conoscere la vera arte, ad accogliere il dono dell’arte non sempre con approccio curioso. “Manca a volte un atteggiamento umile”. Il mercato dell’arte in senso stretto “ha poi sempre più e solo riferimenti speculativi. E questo mette in crisi la parte più di ricerca delle gallerie, che pure fanno sforzi notevoli per sostenere una giovane arte, difficile forse da capire per linguaggio, ma molto valida in termini di pensiero”. 

 



Articolo precedente Articolo successivo
Edit