Avvicinare gli studenti e le scuole alle imprese, che ricercano figure professionali adeguatamente formate: questa la sfida della filiera del fashion, anche in provincia di Varese

Education, politiche industriali e focus su tracciabilità, sostenibilità ed economia circolare: questi i temi per il futuro della filiera del fashion e dei relativi progetti in corso. A preoccupare il settore c’è la previsione di una domanda di circa 48mila addetti nei prossimi cinque anni, di cui si stima un terzo sia di difficile reperimento. Marino Vago, Presidente di Sistema Moda Italia (SMI), ha attivato una vera e propria task force per affrontare il problema: “Si tratta soprattutto di tecnici esperti di prodotto e processi di lavorazione che usciranno dalle nostre imprese - spiega Vago - senza la possibilità di esser sostituiti da giovani tecnici, poiché si stima che nello stesso periodo i diplomati di corsi dedicati, nelle scuole tecniche, non saranno più di 10mila”.

Per tentare di ovviare a questo gap, già alla fine del 2018, SMI ha rilanciato la collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, per rivedere i programmi ministeriali e definire un programma comune di formazione e aggiornamento dei docenti. Sono in corso inoltre, iniziative coordinate con il Ministero dello Sviluppo Economico e il Ministero dei Beni Culturali, gli istituti tecnici e professionali nazionali, le istituzioni comunitarie e le altre associazioni della filiera. Nel corso di quest’anno la provincia di Varese si è concentrata su due iniziative: far conoscere cosa rappresenta e come è composta l’industria del Tessile-Moda e realizzare un’indagine per capire quali figure professionali stiano cercando le imprese, verificando se i programmi didattici attuali siano coerenti. Molti sono i ruoli aziendali per i quali si prevede una difficoltà di reperimento: modellisti, tecnici per lo sviluppo delle collezioni, tagliatori, tessitori, confezionisti, progettisti CAD ed esperti chimici per le analisi su fibre e tessuti. La vera sfida è attrarre i talenti e mantenerli poi nelle aziende. Per questo motivo, tutto il sistema è stato mobilitato per far conoscere le imprese tessili in modo capillare a studenti, insegnanti e famiglie e, parallelamente, mettere in contatto aziende, scuole e Ministero, anche attraverso eventi pensati per favorire l’iscrizione dei ragazzi agli istituti tecnici professionali. L’interesse comune di scuole e imprese a risolvere il problema del mismatch, ossia del disallineamento tra figure professionali ricercate dalle aziende e competenze dei diplomati e disponibili, è stato suggellato dalla costituzione della rete di scuole tessili TAM insieme al MIUR, nata a novembre 2018 e che conta oggi 76 scuole tecniche e professionali con indirizzo Tessile-Moda e agli Istituti tecnici Superiori ITS, ancora poco conosciuti tra i giovani.

“Abbiamo bisogno di rilanciare l’immagine delle nostre imprese, di fare conoscere le professioni tessili e di riportare l’attenzione delle scuole, dei docenti, dei giovani e delle famiglie su questo settore”

“Il tessile ha bisogno di professionalità a diversi livelli, dalla scuola superiore, al post diploma, all’università e oltre” afferma Paolo Bastianello, Vicepresidente incaricato di coordinare l’azione sulle scuole. “Abbiamo soprattutto bisogno di rilanciare l’immagine delle nostre imprese, di fare conoscere le professioni tessili e di riportare l’attenzione delle scuole, dei docenti, dei giovani e delle famiglie su questo settore. In pochi sanno che l’Italia è il primo employer in Europa nel comparto Tessile-Abbigliamento e produce il 42% dei vestiti realizzati nell’Unione Europea”. Con la sua Presidenza in SMI, Marino Vago ha voluto istituire un gruppo di lavoro, il Comitato Tecnico Education, che affronta a 360 gradi le problematiche riguardanti l’industria del Tessile-Abbigliamento in materia di istruzione e formazione tecnica. Il comitato, coordinato dal Vicepresidente Paolo Bastianello, ha una tabella di marcia molto serrata con un obiettivo ambizioso: riportare l’attenzione dei giovani sul tessile, orientarne le scelte di studio e rinforzare il legame tra scuole e imprese. Un mandato corposo e un comitato rappresentativo di tutti i territori e delle specializzazioni tessili, che ha messo subito in opera le iniziative assegnate. Tra le azioni prioritarie, è stato avviato uno studio sui fabbisogni professionali delle imprese tessili a livello nazionale. L’indagine, finanziata da Fondirigenti, sarà la base di ogni successiva attività di SMI nei confronti di tutte le Istituzioni, a partire dal MIUR, con il fine di attivare un’efficace azione di orientamento scolastico professionale, già a partire dalle iscrizioni nel mese di gennaio 2020 dei ragazzi di terza media, riportando l’attenzione sulla formazione professionale.

A preoccupare il settore c’è la previsione di una domanda di circa 48mila addetti nei prossimi cinque anni di cui, si stima, un terzo sia di difficile reperimento

Marino Vago sintetizza così il significato dell’operazione: “Il Comitato Education di SMI presenterà il 26 settembre 2019 a Milano i risultati dell’indagine, base per le successive strategie ed attività. Con questa ed altre iniziative creeremo una piattaforma di proposte da portare al Ministero e a tutte le Direzioni Scolastiche Regionali per orientare l’offerta formativa delle scuole e per alimentare una capillare campagna di orientamento”. 

Dove studiare tessile: le iniziative in provincia di Varese 
Svariati sono i percorsi per i giovani che intendono dedicarsi al mondo del fashion e della moda in provincia di Varee, a partire dalla Cooperativa Sociale Aslam di Samarate che propone un corso di formazione professionale quadriennale per operatore dell’abbigliamento, con due indirizzi: confezioni industriali e sartoria. L’IISS Facchinetti di Castellanza ha, invece, attivato una specializzazione in Area Sistema Moda con articolazione Tessile, Abbigliamento e Moda. L’IISS Newton di Varese propone un analogo corso della durata di 5 anni, mentre l’Istituto Olga Fiorini di Busto Arsizio ha due percorsi di studio quinquennali: il liceo della moda e l’istituto tecnico a indirizzo tecnologico-sistema moda. Infine, c’è ITS Cosmo, un post diploma che offre nella sede di Busto Arsizio un corso di Istruzione e Formazione tecnica superiore della durata annuale, articolato in 500 ore d’aula e 500 ore di stage. 



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