Tra le storie sportive vincenti del Varesotto, troppo spesso offuscate dalle discipline agonistiche più popolari, c’è quella della Busto Nuoto Sincro che da dieci anni fa incetta di titoli nelle piscine italiane e nelle competizioni internazionali

Il palmares è ricco e gli scaffali dei trofei belli pieni: 33 titoli italiani di categoria, 1 oro e 1 argento ai Mondiali Master del 2012, 3 bronzi agli Europei 2016 e almeno una sincronette presente in tutte le rappresentative nazionali. E non è finita qua. Sono questi alcuni degli allori messi in bacheca, solo negli ultimi dieci anni, della Busto Nuoto Sincro. Una vera macchina di successi conquistati da una società che da anni staziona tra le prime quattro realtà italiane ed è punto di riferimento a livello nazionale. Frutto del lavoro, svolto quotidianamente nelle vasche della piscina Manara, ma anche di chi sa far fruttare al top le doti fisiche e psicologiche delle atlete. Insomma merito degli uomini e delle donne giusti e al posto giusto. A partire dal presidente Renato Borroni con tutti i suoi collaboratori e della responsabile dell’area tecnica Stefania Speroni, che ha legato tutta la sua vita, prima da atleta e poi da allenatrice, alla Busto Nuoto Sincro. Una vita in piscina, perché ha iniziato a danzare nell’acqua a 5 anni, prima nell’impianto di viale Gabardi e poi alla Manara. Atleta, poi allenatrice e dal 2015 anche coreografa della nazionale inglese di nuoto sincronizzato con già una finale nel singolo ai Mondiali di Budapest e un 15esimo posto nel doppio. Mica male per una nazione che ha deciso da poco di tornare a puntare su questa disciplina.

Stefania Speroni, partiamo dalla ricca bacheca dei trofei. Cosa le manca da vincere con le sue ragazze?
Direi niente. Abbiamo conquistato un titolo in ogni categoria, la classifica generale di società e vinto 2 volte la Coppa Comen, nel 2011 proprio a Busto, il trofeo più prestigioso a livello giovanile.
 

Eppure la passione e la voglia di continuare a vincere non manca. Come si combatte la sazietà di vittorie?
L’ingrediente segreto è il cambiamento. Ogni anno il gruppo si rinnova, arrivano nuove atlete e si riparte. Una sfida bellissima, non c’è tempo per “dormire sugli allori”… conquistati. E poi abbiamo una società che dà tantissimo e chiede altrettanto. Siamo una realtà dilettantistica sulla carta, ma nella realtà fatta da professionisti.
 

Qual è la nazionale guida del Sincro?
Senza dubbio la Russia. Hanno una cultura incredibile per questo sport e dal 1997 vincono l’oro olimpico in tutte le specialità. Siamo a un livello difficilissimo da raggiungere.
 

Abbiamo capito, se non sei nata in Russia e vuoi emergere in questa disciplina, bisogna “entrare” nella Busto Nuoto Sincro. Ma cosa serve per iniziare a essere una sincronette?
Saper nuotare è indispensabile per iniziare. Poi servono doti, alcune delle quali sono innate. Su altre invece si può lavorare per farle emergere.
 

Quali?
Il galleggiamento è fondamentale e ci sono pochi margini per migliorarlo. Mentre su scioltezza, estensione delle punte dei piedi e delle ginocchia si può lavorare parecchio. E poi occorre forza. Non dobbiamo, infatti, dimenticare che bisogna vincere la resistenza dell’acqua.
 

Anche se non si sta sempre in piscina, vero?
I nostri allenamenti prevedono anche una parte di palestra con esercizi di rafforzamento, mobilità e utilizzo di alcuni attrezzi di danza e ginnastica artistica. Questo perché la nostra disciplina prevede movimenti tipici di questi sport, ma da eseguire in acqua.
 

Coreografie, eleganza nei costumi e nelle acconciature e musica. Quanto contano nel sincro?
Le prime due vanno più o meno di pari passo. Quando si crea una coreografia si cerca sempre di seguire un tema sulla base del quale si indossano i costumi. Per quanto riguarda le pettinature, la nostra società predilige che le atlete indossino le cuffie. Belle, ricamante e impreziosite da Swarovski. L’occhio vuole la sua parte.
 

E la musica?
Si cerca di scegliere la colonna sonora più adatta al gruppo, tenendo in considerazione il senso del ritmo.
 

A che età si può iniziare a fare nuoto sincronizzato?
Il più presto possibile. Quest’anno abbiamo una bambina nata nel 2013. Si inizia con la Scuola Sincro e si lavora in vasca alta per migliorare il nuoto, insegnando anche la tecnica base del nostro sport.
 

E per iniziare come si fa?
Basta chiederlo a me. Sono sempre alla Manara.
 

Chiudiamo con un sogno che vorrebbe ancora realizzare, quale?
Mi piacerebbe allenare un maschietto. Poter avere in squadra un bambino è forse l’unica cosa che manca alla nostra società. Il Sincro è sempre stato considerato uno sport femminile. In Italia questa barriera ideologica è stata infranta prima da Marco Minisini e poi dal fratello Giorgio che ha vinto il Campionato del mondo. I loro genitori però sono molto legati al nuoto sincronizzato e questo li ha aiutati. Riuscire a formare un campione, dopo tante campionessa, è una sfida che mi piacerebbe provare. 

 



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