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È il primo gesto che facciamo quando ci accingiamo a bere un bicchiere di vino o di spumante. Ancor prima di stappare la bottiglia, con un coltellino o a mani nude togliamo quella pellicola che ricopre il tappo e la buttiamo via. Un’azione automatica, eppure dietro a quell’involucro, il cui nome preciso è, in realtà, capsula, c’è tutto un mondo industriale, altamente tecnologico. Ignoto ai più, ma non per questo meno importante. Soprattutto per la provincia di Varese. Perché è proprio nel Varesotto, più precisamente a Bodio Lomnago, che ha sede il più grande produttore al mondo di capsule per bottiglie: la Enoplastic Spa.

L’azienda di Bodio Lomnago è il primo produttore al mondo di capsule per bottiglie con 3 miliardi di pezzi all’anno

“Nessuno pensa al lavoro che c’è dietro al nostro prodotto. Uno va al supermercato, compra la bottiglia e la prima cosa che fa, arrivato a casa, è buttare via ciò che realizziamo nei nostri stabilimenti”, questo però è l’unico rammarico per Carla Macchi, moglie di quel fondatore dell’azienda, Piero Macchi, salito alla ribalta della stampa nazionale e internazionale poco più di un anno fa, quando venne fuori la notizia che, dopo la sua morte avvenuta a luglio del 2015, i dipendenti si ritrovarono nella busta paga del Natale successivo 1,5 milioni di euro. Un lascito fortemente voluto, in coerenza del forte legame con i propri collaboratori. Il motto dell’azienda è, infatti, ancora oggi “siamo tutti una grande famiglia”. Ecco perché girando nei reparti produttivi della Enoplastic, non è difficile imbattersi, sui quadri di comando delle macchine, in una foto di Piero Macchi. “Tutti qui gli volevano bene come un padre”, racconta il responsabile di produzione Andrea Moglia. E un padre lo si ricorda sempre.

Ma, come si diceva, il rammarico di Carla Macchi per l’indifferenza dei consumatori per le capsule made in Bodio Lomnago non può che essere il solo. L’azienda, infatti, è un piccolo gioiello ed in forte e costante crescita. “Nel 2000 - spiega l’attuale Amministratore Delegato, Michele Moglia - fatturavamo come gruppo 27 milioni di euro. Abbiamo chiuso il 2016 a 75 milioni e nel primo trimestre del 2017 abbiamo registrato un balzo in avanti del 13% rispetto ai livelli dello stesso periodo dell’anno precedente”.  “Tutto – è il flashback di Carla Macchi – è iniziato quando mio marito ha cominciato a produrre tappi per damigiane in grado di sostituire quelli classici di sughero, per resistere alla pressione della fermentazione del vino”. Ne furono realizzati 1 milione, “al prezzo di 1 lira l’uno”. Il ricordo della signora Carla è nitido. Da qui parte tutto. La Enoplastic nasce nel 1957. Nel 1999 l’incontro tra la famiglia Macchi e la famiglia Moglia.

Il Gruppo ha filiali produttive anche in Nuova Zelanda, Australia, Spagna e nella Napa Valley degli Usa

Oggi l’azienda, oltre al quartier generale di Bodio Lomnago, conta filiali in Nuova Zelanda, Spagna, Australia e Stati Uniti, “dove siamo presenti nella Napa Valley”, spiega l’Ad Michele Moglia.  Spesso sui siti, nella sezione “Chi siamo”, le aziende si autodefiniscono leader mondiali di settore. La Enoplastic, però, in questo caso è veramente la prima realtà produttiva al mondo in fatto di capsule per bottiglie. Per dimostrarlo a Michele Moglia bastano due soli numeri: “Produciamo 3 miliardi di pezzi all’anno, chi si piazza al secondo posto è un nostro concorrente francese che ne fa la metà: 1,5 miliardi”.

Il dietro le quinte di un prodotto apparente semplice è fatto di macchinari altamente tecnologici e investimenti costanti. “In questo momento stiamo investendo molto in macchinari”, continua l’amministratore delegato. Ma non solo. Il centro produttivo di Bodio è stato appena riammodernato. Non un semplice allargamento. In un video l’azienda mostra la demolizione e ricostruzione di intere aree: 8 mila metri quadrati di capannoni nuovi e dotati, sui tetti, di un sistema di pannelli solari.

Enoplastic ha 400 dipendenti nel mondo, 315 dei quali lavorano nel quartier generale di Bodio Lomnago

Ma la scommessa è anche sulle persone: “Stiamo investendo anche nella creazione di un middle management su cui costruire il futuro dell’azienda, manager tutti italiani, perché, ne siamo convinti, sono i migliori”. Attualemente17 persone seguono 3.200 diversi clienti. Per una piccola parte si tratta di produttori di aceto o olio o operatori del comparto food in generale. Ma per il 90% parliamo di imbottigliatori di vino e spumante. Per i quali l’azienda produce non solo capsule ma anche tappi, alternativi al classico sughero. “Imbottigliatori”, ci tiene a precisare Michele Moglia. Il che non sempre coincide con i produttori. La filiera vinicola non è proprio come te la immagini. “Basti pensare – racconta l’Ad di Enoplastic – che solo il 50% del vino prodotto in Italia viene imbottigliato. Una quota, però, in costante aumento ed è in questo incremento che si inserisce la nostra crescita”. Anche nei mercati esteri dove, invece, la destinazione in bottiglia è al 100%. “Per esempio – racconta ancora Moglia – stiamo guardando con interesse alla Cina che ha già dichiarato di voler diventare nei prossimi tre anni il primo produttore al mondo di vino”. Un mercato dunque da presidiare. “Per il momento lo stiamo facendo a livello commerciale attraverso la nostra filiale in Australia, esportando il prodotto dal nostro stabilimento in Spagna. In futuro vedremo…” Come dire: non poniamo limiti alla crescita internazionale. Il know how, comunque, rimane a Bodio Lomnago, vero proprio quartier generale del gruppo. In totale i dipendenti di Enoplastic nel mondo sono 400. Di questi, quelli in provincia di Varese sono 315. 



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