L’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Cgil Varese, Cisl dei Laghi e Uil Varese istituiranno un tavolo di monitoraggio locale che avrà lo scopo di prevenire, sensibilizzare e contrastare i fenomeni delle molestie e della violenza nei luoghi di lavoro. È questo uno dei punti salienti dell’accordo che le parti sociali hanno siglato in data odierna nella Sede varesina dell’Unione Industriali. Il tavolo, che si riunirà con cadenza semestrale, avrà l’obiettivo di valutare la situazione in provincia di Varese e di suggerire eventuali linee di indirizzo utili alla sensibilizzazione e al contrasto del fenomeno.

Unione Industriali, Cgil, Cisl e Uil istituiranno un tavolo di monitoraggio locale contro le molestie e le violenze sui luoghi di lavoro

Altro punto saliente dell’intesa è quello che impegna le parti sociali ad individuare sul territorio quelle strutture locali (interne o esterne all’azienda) che siano più adeguate ad assistere le persone vittime di molestia e violenza sia da un punto di vista psicologico, sia legale.  Nonché di individuare il medico competente migliore o suggerire, in alternativa, il supporto della Consigliera di parità provinciale. Altro impegno preso da Sindacati e associazione datoriale è quello di dare massima diffusione all’accordo, attraverso la promozione presso le imprese del Varesotto della sottoscrizione di una dichiarazione di principi. Una dichiarazione in cui l’azienda “ritiene inaccettabile ogni atto o comportamento che si configuri come molestie o violenza nel luogo di lavoro, e si impegna ad adottare misure adeguate nei confronti di colui o coloro che le hanno poste in essere”. Cosa si intende per molestie e violenza? Anche questo è esplicitato nella dichiarazione che verrà sottoscritta dalle aziende: “Le molestie si verificano quando uno o più individui subiscono ripetutamente e deliberatamente abusi, minacce e/o umiliazioni in contesto di lavoro. La violenza si verifica quando uno o più individui vengono aggrediti in contesto di lavoro. Le molestie e la violenza possono essere esercitate da uno o più superiori, o da uno o più lavoratrici o lavoratori, con lo scopo o l’effetto di violare la dignità della persona, di nuocere alla salute e/o di creare un ambiente di lavoro ostile”. Da qui poi l’impegno a riconoscere “il principio che la dignità degli individui non può essere violata da atti o comportamenti che configurano molestie o violenza e che vanno denunciati i comportamenti molesti o la violenza subiti sul luogo di lavoro”.

In questo modo Unione Industriali e Sindacati danno applicazione a livello locale ai contenuti dell’accordo sottoscritto a inizio anno a livello nazionale da Confindustria, Cgil, Cisl e Uil, che a sua volta dava applicazione in Italia all’ “Accordo quadro sulle molestie e la violenza nei luoghi di lavoro” siglato a livello continentale dalla parti sociali europee.

Centrale è anche l'impegno delle parti sociali ad individuare quelle strutture locali più adeguate ad assistere le persone in base ai singoli casi

“Siamo convinti - spiega il Direttore dell’Unione Industriali, Vittorio Gandini - che già oggi il sistema composto dalla legislazione italiana, dai Contratti Nazionali e dai vari accordi aziendali offrano garanzie su tali e delicate questioni riguardanti la vita in azienda. Ogni nuova iniziativa, però, può contribuire a prevenire eventuali ed eccezionali fenomeni di violenza e discriminazione. Che danneggiano tutti: le singole persone che ne sono vittima, così come la stessa impresa quale luogo e comunità di promozione di una vita serena”. “E’ il primo accordo a Varese per prevenire e contrastare il fenomeno delle molestie e la violenza sui luoghi di lavoro - dichiarano i segretari di Cgil Cisl Uil territoriali, Umberto Colombo, Roberto Pagano, Antonio Massafra -. Obiettivo comune, quello di tutelare la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori con uno strumento per favorire relazioni interpersonali basate su principi di eguaglianza e reciproca correttezza. Tutto il sindacato territoriale sarà impegnato a diffondere il contenuto dell’accordo per sensibilizzare maggiormente i lavoratori e, nel concreto, prevenire e contrastare un inaccettabile fenomeno.”



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