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Sono 829mila i lombardi su LinkedIn. A cui bisogna aggiungere le 96mila pagine di aziende e organizzazioni della nostra regione (tra cui permetteteci di segnalarvi quella dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese). È questa la presenza lombarda sul principale social network professionale. Uno spaccato che può dire molto di come stia evolvendo il mercato del lavoro nella nostra area e, soprattutto, di quali siano i trend dell’incontro tra domanda e offerta occupazionale che transita sul digitale.

Su LinkedIn ci sono 4mila posizioni aperte in Lombardia a caccia di pretendenti

Nel suo secondo giorno lo study tour #LombardyUsa di Confindustria Lombardia e Unione degli Industriali della Provincia di Varese in Silicon Valley ha guardato a casa. Non per nostalgia, ma per osservarsi con le lenti di LinkedIn, la cui sede ha aperto le porte alla delegazione di 50 tra manager, professionisti e imprenditori lombardi. Quali sono le principali opportunità di lavoro in Lombardia secondo il punto di vista del social network californiano in base ai dati in suo (ma anche nostro, di tutti) possesso? A quanto pare sono gli skills economici quelli che permettono più facilmente di raccogliere le occasioni di crescita o cambi professionali. Il 28% dei profili basati su competenze di questo genere, infatti, ha trovato un nuovo impiego negli ultimi mesi. Seguono gli esperti di social media marketing con il 27%. Sul social network hanno lasciato traccia 49mila assunzioni negli ultimi 365 giorni. A firmare più contratti di lavoro è stata Accenture (534, comprendendo Accenture Italia), Deloitte (359, comprendendo Deloitte Italia) Enrst&Young (317), Price Water House (221), il Politecnico di Milano (161), Intesa San Paolo (144), Vodafone (144), Dolce & Gabbana (143). Solo per rimanere tra i primi in classifica, dove a dominare è la consulenza aziendale. Interessante anche il numero delle posizione oggi aperte e alla ricerca di candidati: 4mila.

Ma i numeri di LinkedIn in Lombardia presentati dall’italiano Giovanni Iachello, che del social network è Product and Strategy Lead International, sono anche quelli relativi ai 17mila skills presenti sui vari profili degli utenti che hanno dato vita negli ultimi 90 giorni a 7,9 milioni di conversazioni.

Il varesino in Silicon Valley: "Qui funziona la mentalità o la va o la spacca"

LinkedIn, ma non solo. Altro tema posto al centro del secondo giorno dello study tour è stato quello dei fattori rilevanti di successo per una startup in Silicon Valley. Semplice: “You have to think big”. Pensare in grande, ha spiegato agli imprenditori italiani Maurizio Gianola, Senior VicePresident di Adaptive Insights, nato e cresciuto a Varese e da 30 anni negli Stati Uniti: “Ci sono due mentalità che una persona può assecondare quando comincia a dar vita ad un’idea. Quella del o la va o la spacca, che comporta o un grande successo o un completo fallimento. O quella un po’ più italiana, dettata dal non fare il passo più lungo della gamba. In America funziona più la prima”. Questo il suggerimento.

La giornata è poi proseguita con la visita e l’analisi del modello di rapporto tra imprese e mondo accademico della Stanford University e del suo National Accelerator Laboratory a cui ha partecipato anche il Presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni: “Siamo tra i quattro motori d’Europa e abbiamo l’ambizione di essere protagonisti della ricerca, soprattutto medica. Per affermarci in questo ruolo dobbiamo essere aperti a tutte le eccellenze del mondo e la Silicon Valley è sicuramente un punto di riferimento”. Maroni, a commento della missione #LombardyUSA di Confindustria Lombardia e Univa, ha poi aggiunto: “Per noi la ricerca è ricerca applicata. E per ottenerla occorre un costante collegamento con il mondo delle imprese, così come testimonia l’esempio della Stanford University”.



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