La ginnastica da una vita, ma non tutta la vita per la ginnastica. Lara Bucciarelli, varesina doc e fresca campionessa italiana nel Corpo libero è un bellissimo esempio di come si possa amare in maniera viscerale uno sport, praticato fin da quando aveva 5 cinque anni e senza mai farsi fagocitare, perché al mondo, al di fuori della palestra, degli allenamenti quotidiani, dei sacrifici, delle vittorie e delle delusioni c’è anche altro: l’Università, ad esempio.

L’amore per la ginnastica, ma anche la tenace volontà di non sacrificare famiglia, studio e passione per uno sport tanto impegnativo. Lara Bucciarelli, campionessa italiana di corpo libero

La giovane campionessa, infatti, frequenta la facoltà di Biotecnologie all’Università dell’Insubria e su ciò che farà “da grande” ha le idee abbastanza chiara: “Mi piacerebbe fare qualcosa di utile per l’umanità – dice – mi affascinano le biotecnologie bianche, più legate ai temi ambientali e quelle verdi, che fanno riferimento all’alimentazione. Fare ricerca sugli Ogm oppure sulle soluzioni per smaltire la plastica senza inquinare in questo momento sono gli ambiti che più appassionano”. Insomma niente voli pindarici, al massimo un volteggio o qualche salto mortale per conciliare gli impegni quotidiani con gare e allenamenti. Per il resto piedi ben piantati a terra e testa sulle spalle. 

Lara, per te la ginnastica è stata una scelta ponderata o un caso?
Entrambi direi. Ho iniziato a 5 anni frequentando i corsi alle scuole Morandi di Varese. Dopo 2 anni la mia istruttrice mi ha portato alla Varesina. Inoltre ho iniziato a nuotare fin da piccola e presto ho avuto l’opportunità di farlo a livello agonistico, ma ho scelto la ginnastica. L’equitazione invece è stata solo una parentesi legata più alla mia passione per i cavalli che alla voglia di praticarla come sport.


Il Campionato italiano è solo l’ultimo di una serie di successi. Sei anche arrivata terza nel 2015 nonostante un legamento rotto, hai disputato il campionato italiano di serie A a squadre e conquistato  l’A1 nel 2016. Dove vuoi arrivare?
Non voglio passare per una ragazza che si accontenta, ma i risultati che ho conquistato mi soddisfano alla grande. Una ginnasta ha davanti a sé una carriera atletica molto intensa e corta. A 22 – 23 anni si è quasi alla fine, poiché questo è certamente uno sport molto formativo, che rafforza i muscoli e il fisico, corregge posture, dà equilibrio e coordinazione, ma è anche logorante, soprattutto per i legamenti. Alla mia età quindi non si possono, e lo dico senza rimpianti, coltivare sogni olimpici, perché la nazionale sta già lavorando con ginnaste molto più giovani di me. E poi io ho sempre vissuto questo sport come pura passione e senza mai pensare che potesse diventare il mio futuro. Per questo sono molto contenta di essere arrivata a questi livelli, che restano comunque molto alti.


Niente sogni di gloria mondiale, ma ti è capitato di gareggiare con ginnaste molto famose. Ecco, nemmeno un pizzico di rimpianto per la tua carriera?
Spesso mi fermo a pensare su quanto avrei potuto fare se avessi optato per scelte differenti. Ma sono riflessioni che alla fine mi confermano di aver fatto le scelte migliori per me. Come dicevo una ginnasta arriva ad altissimi livelli quando è ancora una ragazzina e questo significa allenarsi nei centri federali di Milano o Brescia e staccarsi molto presto dalla famiglia. Non era quello che volevo io. Con le mie “colleghe” ginnaste più famose invece ho un bel rapporto. Martina Maggio è anche una mia amica, oltre a essere la mia atleta di riferimento e ci sentiamo spesso.


Ora la tua vita continuerà a “volteggiare” tra palestra e studi. Nessuna intenzione di smettere, giusto?
Certo. Sono sempre riuscita a conciliare le due cose e sarà così anche nei prossimi anni. 3 ore di allenamento tutti i giorni, tranne la domenica, oltre a seguire come istruttrice le piccole dai 4 ai 6 e le ragazze di 16 anni.


Un’ultima domanda. Molti pensano che la ginnastica sia una sport quasi esclusivamente femminile. è vero?
No. Ci sono tantissimi ragazzi che la praticano, ma questo non fa notizia e quindi si è portati a pensare il contrario. Io stessa sono fidanzata con un ginnasta, Marco Albanese, che nel Campionato nazionale assoluto al cavallo con maniglie ha conteso il primo posto ad Alberto Busnari, l’atleta più forte in questo momento. 

 

 

LA VARESINA: 130 ANNI DI SUCCESSI

 

Quella della Società Varesina di Ginnastica e Scherma è una storia che affonda le proprie radice nell’Unità d’Italia. Con i suoi 130 anni di attività, questa realtà è tra le più longeve società sportive a livello nazionale e con i suoi atleti da oltre 130 anni primeggia nelle classifiche di ginnastica artistica e di scherma a livello italiano ed internazionale.
La Varesina fu fondata poco dopo l’Unità d’Italia, da un gruppo di soci appassionati dell’attività fisica legata all’addestramento militare. E tra i soci fondatori molti vantavano esperienze nelle fila dei volontari garibaldini, tanto che l’Eroe dei Mondi, in uno dei suoi passaggi in città, venne omaggiato con la presidenza onoraria della Società. Il motto della Varesina è da sempre “Forza per la Libertà”. Tra i suoi atleti più famosi, occorre certo ricordare Yuri Chechi, anche se ancor oggi la sezione Ginnastica può contare su squadra di atleti di altissimo livello.

 



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