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Scuola Europea: formare il cittadino del mondo

A Varese uno dei dieci istituti gestiti direttamente dall'Unione Europea. Cinque indirizzi linguistici e un forte scambio culturale fra alunni e docenti di varie nazionalità.

La Scuola Europea di Varese festeggia in queste settimane il 40° anniversario della sua fondazione. Quarant'anni in cui questo istituto - che dopo l'apertura delle prime classi nel quartiere "Bellotti" ha trovato la sua sede sulla collina del Montello, a pochi passi dal centro cittadino - si è sempre più affermato nel ruolo di struttura educativa dove l'interscambio linguistico e culturale fra alunni e docenti di diversa nazionalità è lo strumento per formare un cittadino aperto al mondo.
"Ci volevano del coraggio e una grande apertura mentale negli anni Cinquanta, nell'immediato Secondo Dopoguerra - ci spiega la Professoressa Renée Christmann, da due anni Direttrice della Scuola Europea varesina -, per pensare a un istituto che potesse mettere insieme i figli dei vincitori e dei vinti del conflitto.
E' stata un'altra intuizione dei fondatori della nuova Europa - penso a Schumann, De Gasperi, Adenauer ma anche ai loro
collaboratori - che nel 1953 portò alla fondazione in Lussemburgo della prima scuola con l'obiettivo di educare insieme giovani di diversa nazionalità, pur rispettando la loro identità culturale".

Oggi, in varie località del vecchio continente (dal Belgio alla Gran Bretagna, dai Paesi Bassi all'Italia e, naturalmente, al Lussemburgo) sono dieci gli istituti accomunati dalla struttura degli studi e dei percorsi formativi offerti: la scuola materna dai quattro ai sei anni, la scuola elementare fino agli undici anni e, poi, le superiori per altri sette anni fino al diciottesimo anno d'età. "A quel punto, una volta superato l'esame che, sul modello francese, è chiamato di baccalaureato - l'equivalente della maturità italiana - i nostri alunni possono iscriversi alle università di tutti i Paesi dell'Unione Europea, ma anche di altri continenti: negli ultimi anni, le loro preferenze, oltre che alla Gran Bretagna, vanno agli atenei degli Stati Uniti".
Originariamente creata per l'educazione dei figli dei dipendenti delle istituzioni comunitarie (quella di Varese sorse in funzione della presenza del Centro Comune di Ricerche di Ispra), la Scuola Europea da ormai molti anni ha allargato la gamma dei suoi iscritti "…A tal punto che i figli dei dipendenti di Ispra oggi occupano non più del 38% dei 1.350 posti per allievi che possiamo mettere a disposizione.
Certo, a loro è riservata la priorità nelle iscrizioni e non sono tenuti a pagare una retta. Abbiamo, però, anche stipulato una serie di convenzioni con aziende che richiamano nel Varesotto lavoratori stranieri i cui figli sono accolti nelle nostre aule.
La maggioranza degli allievi, comunque, è costituita da ragazzi italiani che hanno scelto il nostro modello educativo: rappresentano il 54% degli studenti".
Ogni anno sono circa duecento complessivamente i posti liberi per quest'ultima categoria di studenti dei vari ordini. Posti che non possono essere prenotati in anticipo: ogni volta, infatti, tutti gli interessati devono presentare la domanda d'iscrizione, generalmente intorno al periodo pasquale. Nel mese di luglio, poi, vengono formate le classi. A Varese sono cinque gli indirizzi linguistici in cui, a partire dalle elementari, ogni ordine di scuola è suddiviso: italiano, francese, inglese, olandese e tedesco.
"Questo significa che, come dicevo in precedenza, l'identità culturale dei ragazzi è conservata: la lingua d'origine ha sempre un ruolo fondamentale.
A partire dai sei anni, però, ricevono subito l'insegnamento di una seconda lingua europea. Con essa, poi, seguiranno le lezioni di storia, geografia ed economia nelle superiori, dove aggiungeranno una terza lingua al loro bagaglio culturale.
Con l'opzione, infine, di una quarta lingua negli ultimi anni".
La Scuola Europea, comunque, è tutt'altro che un istituto linguistico: la conoscenza dell'inglese, del francese piuttosto che del tedesco è vista, soprattutto, come un requisito indispensabile per confrontarsi con altre culture, con altri modelli di società."Si ritorna all'obiettivo di creare dei veri cittadini del mondo, che conoscano sistemi di convivenza civile diversi dal proprio.
In tal senso, un ruolo importante ha, ovviamente, anche la presenza di circa 150 docenti che giungono da differenti Paesi europei: ognuno porta il suo modello educativo, che confronta con l'atteggiamento pedagogico dei colleghi…"
In questo contesto, s'inserisce anche il rapporto con il territorio che ospita l'istituto.
"Vogliamo sempre più entrare in contatto con Varese e la sua provincia - conclude la Direttrice della Scuola Europea -. Già ora i ragazzi delle elementari utilizzano le strutture del Parco del Campo dei Fiori per delle importantissime lezioni all'aperto" .
Tra breve, inoltre, nei laboratori scientifici verranno ospitati per una settimana gli allievi dell'Istituto Magistrale cittadino.
"E poi, da ormai due anni, i nostri alunni della quinta superiore sono invitati a trovarsi personalmente un'azienda della zona che li ospiti in stage per quindici giorni alla fine dell'anno scolastico tra giugno e luglio.
E' un'esperienza che si sta dimostrando sempre più interessante e che ci permette di avviare rapporti proficui con il mondo dell'economia…"

Dove sono le Scuole Europee

L'esperienza educativa delle Scuole Europee prese avvio in Lussemburgo nel 1953. Da allora altre nove sono state create dai Governi dei Paesi Comunitari:

  • Città del Lussemburgo (Lussemburgo)
1953
  • Bruxelles I (Belgio)
1958
  • Mol/Geel (Belgio)
1960
  • Varese (Italia)
1960
  • Karlsruhe (Germania)
1962
  • Bergen (Paesi Bassi)
1963
  • Bruxelles II (Belgio)
1974
  • Monaco (Germania)
1977
  • Culham (Gran Bretagna)
1978
  • Bruxelles III (Belgio)
1999

Nell'ottobre del 2000, il Consiglio Superiore delle Scuole Europee ha deciso di creare due nuovi istituti ad Alicante (Spagna) e Francoforte (Germania). La loro attività prenderà il via nel settembre del 2002.

Quarant'anni a Varese

Le celebrazioni per il 40° anniversario della Scuola Europea di Varese hanno vissuto il loro momento culminante lo scorso 24 marzo.
E' stata una giornata in cui le aule e i laboratori si sono aperti al pubblico: allievi e docenti hanno mostrato a tutti la molteplicità dell'offerta culturale proposta dal loro istituto.
Si sono così svolti spettacoli di danza, di teatro e recital di poesie in varie lingue, ma è stata anche l'occasione per mostre di lavori artistici ed esposizioni fotografiche.
Senza dimenticare i momenti di sport e il museo scientifico allestito nel laboratorio di fisica.
Il volume "Nel mezzo del cammin…", ideato da Vincent Rongen ed Emanuela D'Ambrosi, ha, poi, raccolto storie e racconti dei quarant'anni della Scuola Europea di Varese.

05/17/2001

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