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Alternare teoria e pratica
Una modalità didattica che piace al mondo della scuola e delle imprese.
La riforma della scuola (tuttora in corso) ha appena aperto un cantiere molto complesso: quello della formazione sul campo degli studenti attraverso una modalità didattica che alterna la formazione in aula alla formazione sul lavoro. Sempre più spesso se ne sente parlare (a volte equiparandola semplicemente allo stage).
L'alternanza tra periodi di studio e lavoro è una modalità per realizzare il percorso formativo (tradizionalmente svolto in aula) progettata, attuata e valutata dalla scuola in collaborazione con le imprese e finalizzata a fornire ai giovani, oltre alle conoscenze di base, l'acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro.
Si tratta di un modello incentrato sull'integrazione di periodi di formazione in aula e di esperienze pratiche (tramite lo strumento del tirocinio in azienda) che si realizza sotto la responsabilità della scuola, sulla base di apposite convenzioni con le imprese che ospitano gli studenti.
Per comprendere il tema della formazione in alternanza scuola - lavoro bisogna, innanzitutto, sgomberare il campo dagli equivoci e ripartire dalla funzione primaria che la società riconosce alla scuola. Ecco allora che diventa di assoluta attualità un messaggio sulla scuola del Presidente Carlo Azeglio Ciampi, che è stato riprodotto e diffuso nel "Dizionario della riforma" (una pubblicazione del Ministero per aiutare a comprendere la scuola che cambia): "La scuola è chiamata a dare ancora di più di quanto finora abbia dato perché le giovani generazioni siano messe in grado di costruire un futuro di pace, di libertà, di benessere, di confronto costruttivo con le questioni del nuovo secolo. Il futuro della nostra Patria è legato a come sapremo gestire questa complessa fase di passaggio. Di questa fase la scuola è protagonista. Non deve sentirsi sola; non è sola."
Ma perché riferirsi a questo messaggio? Il messaggio è diretto a quanti (studenti, genitori o docenti) riconoscono il compito insostituibile che le istituzioni scolastiche svolgono nella società e richiama ad una funzione "alta" di responsabilità verso le giovani generazioni. Eppure, condivise le finalità, non sempre si è d'accordo sulle modalità. In pratica, ci si scontra sul come fare.
Gli obiettivi
L'alternanza si propone di accorciare le distanze tra mondo della scuola e mondo del lavoro, offrendo ai giovani studenti un progressivo avvicinamento al lavoro, con moduli iniziali di orientamento, periodi di formazione sul campo durante il "tempo di scuola" e tirocini nella fase terminale del percorso di studi.
La formazione sul campo è per gli studenti anche un'occasione per acquisire una nuova motivazione all'apprendimento stimolando nei ragazzi una ricerca autonoma della conoscenza alternando la teoria con l'esperienza pratica vissuta concretamente nel mondo del lavoro. Gli studenti hanno la possibilità di sperimentare sul campo le proprie capacità, di conoscere ambienti "lontani" (aziendali), di misurarsi accostando teoria e pratica in contesti diversi (che richiedono approcci e linguaggi nuovi).
In provincia di Varese le esperienze sono già ora numerose e significative. La prima scuola a cimentarsi nella sperimentazione è stata l'ITC Tosi di Busto Arsizio "Il punto di partenza - ricorda il Preside Benedetto Di Rienzo - è stato un ampio lavoro di orientamento degli studenti e delle famiglie. Poi ci siamo concentrati sulla necessità di fare lavorare insieme i docenti (tutor scolatici) e i tutor aziendali per condividere strumenti e linguaggi da cui partire per progettare insieme il periodo di formazione sul campo degli studenti".
Fra le altre scuole che si stanno cimentando nella sperimentazione, l'ITIS di Gallarate: "E' un salto di qualità che può aiutare la scuola a migliorare il rapporto con le imprese del territorio, rendendolo più stabile - ha affermato il preside Gian Mario Mercante -. Il contatto con il mondo del lavoro non deve significare, come ad una parte dell'opinione pubblica e delle famiglie potrebbe apparire, un impoverimento dell'attività scolastica, bensì un arricchimento ed una riqualificazione nella direzione della complessità delle conoscenze e delle competenze, che altrimenti corrono il rischio di una rapidissima obsolescenza".
"Il primo periodo in azienda è stato per così dire di ambientamento. - racconta Cristina De Ambroggi che quest'anno frequenta la classe quarta dell'ITC Tosi e che già nel corso della terza ha svolto due settimane di formazione in azienda (presso la Duplomatic Oleodinamica Spa di Legnano) nel servizio commerciale e vendite in affiancamento delle varie referenti d'area -. All'inizio ero un po' impacciata, ma poi ho capito che, così come avrei fatto a scuola, potevo contare sul tutor che l'azienda mi aveva dedicato per spiegarmi come farmi aiutare ad imparare".
Considerato il forte impatto che un'esperienza di questo genere può comportare nell'orientamento degli studenti e nell'individuazione della propria vocazione, è importante quindi saper distinguere le esperienze di qualità dalle improvvisazioni, ma è necessario altresì che le imprese si rendano più disponibili ad accogliere gli studenti (anche se permangono molte preoccupazioni per la loro giovanissima età): nel giro di pochi anni, infatti, sono considerevolmente aumentate le richieste di disponibilità per gli stage che scuole e università rivolgono al mondo del lavoro. Dal canto loro, anche le imprese possono trarre notevoli benefici dall'avvicinamento al mondo della scuola e dalla conoscenza di giovani motivati da ricontattare eventualmente al termine degli studi per l'inserimento in azienda.
L'attenzione dunque è rivolta ai ragazzi. L'augurio è che sappiano cogliere questa opportunità e investano nella propria formazione.
Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito:
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01/20/2006
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