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Picasso e "Il capolavoro sconosciuto” di Balzac

In mostra a Varese un libro del grande artista spagnolo dedicato allo scritto dell'autore francese.

La mostra che segnalo questa volta ai lettori è insolita e di altissimo livello: non capita sovente di poter ammirare questo tipo di incisioni in acquaforte di Pablo Picasso e disegni illustrativi tradotti magistralmente su legno. Precisamente sono tredici le acqueforti (realizzate nel 1927) e sessantasette i disegni compresi nel libro-capolavoro realizzato nel 1931 da Ambroise Vollard in veste d'editore, dedicato a
"Il capolavoro sconosciuto” di Balzac.
E' questa una delle due imprese incisorie di Picasso più note ed apprezzate, l'altra è la più famosa "suite Vollard” (del 1939).
La mostra è organizzata nell'ambito del Premio Chiara che si propone, come già l'anno scorso con la mostra di Giovanni Testori, di mettere sempre più in evidenza i rapporti tra letteratura ed arti visive. Il capolavoro sconosciuto è un racconto che ha affascinato da sempre i pittori,da Cèzanne a Matisse a Picasso, ma anche musicisti come Schonberg e poeti come Rilke.
Il racconto ha per protagonisti tre pittori, personaggi d'invenzione e storici e due figure di donna, una corposa e reale l'altra immaginaria ed inafferrabile.

Il grande racconto romantico di Balzac narra dell'intrecciarsi di passioni e sentimenti negli amori paralleli di Poussin e Frenhofer e del problema del rapporto tra artista e opera d'arte, tra arte e realtà.
Un tema caro anche a Picasso che vi ha dedicato cicli di opere tra le più straordinarie di questo secolo e tra le più "filosofiche”. Il Picasso che ritroviamo nelle opere esposte alla Galleria Ghiggini è l'eccezionale abilissimo disegnatore che riprende i modelli classici per farsi capire senza ombra di dubbio circa i concetti intorno ai quali, analogamente a Balzac, va ragionando.
E' un Picasso essenziale, per niente funanbolico, anzi oltremodo misurato e severo. Il tema è unico ed è quello del pittore o dello scultore raffigurato nel momento della creazione con quelle varianti necessarie a svolgere il discorso anche intorno alla realtà ed all'immaginazione, alla verità, alla passione e all'amore. Questo modo di operare è proprio del pittore di Malaga che è il primo che giunge a rappresentare per immagini non solo l'apparenza della realtà, e nella realtà i sentimenti, ma anche i contenuti intellettuali relativi alla percezione della realtà stessa: per questa via la rappresentazione si fa racconto, per questa via l'esperienza totale dell'artista entra in gioco ogni volta.
Pablo Picasso: "Peintre travaillant" Acquaforte, 1927Così vediamo il pittore che davanti ad una dimessa modella con foulard e grembiule che sferruzza una calza, disegna delle astratte linee geometriche, oppure il pittore che cercando il pennello caduto, davanti ad una tela bianca, fa da trait d'union tra la modella in carne ed ossa e la sua immagine dipinta. O, ancora, il pittore che lasciata la modella alle spalle si ispira a qualcosa che possiamo percepire essere del mondo classico, di cui intravediamo una figura, nel quale mondo il pittore ha un piede...
Picasso incide queste lastre in un periodo nel quale più che mai si parla di un "ritorno all'ordine” e si manifesta l'esigenza di riorganizzare i risultati del primo ruggente e rivoluzionario ventennio del secolo. Ma mentre altri cristallizzano il cubismo in un formalismo rigoroso e puro ed altri si addentrano in una astrazione totale oppure come dada si rifiuta di seguire il tradizionale concetto d'arte per postulare l'azione che irride i feticci e i miti antichi o moderni della civiltà, Picasso sceglie di operare su due registri distinti. Non rinuncia ad una evoluzione del linguaggio cubista, ma neppure ad un discorso rappresentativo, ma non lo farà in modo restaurativo – reazionario: la realtà non è rappresentata mai più da Picasso sulla scorta della visione, ma sempre sulla scorta del pensiero. Quasi trent'anni dopo aver illustrato "il capolavoro” Picasso ebbe a dire : "Questo è il meraviglioso di Frenhofer: che alla fine non si riesce a vedere altri che se stessi. Egli, a causa della sua perenne ricerca della realtà, cade nella più buia oscurità.

Pablo Picasso: "Peintre e modèle tricotant", Acquaforte 1927 Ci sono tante realtà diverse che, a volerle abbracciare tutte, si piomba nel buio”.
La bellezza estetica di queste opere balza all'occhio di chiunque e
lo spazio mentale entro cui sono collocate le figure ha il segno di un nitore cristallino e di una purezza antica, ma allo stesso tempo graffiante da sentirsi sulla pelle.
Per concludere la mostra di questo Picasso poco conosciuto, ma stupendo e che fa riflettere, forse invoglierà qualcuno a leggere o rileggere il capolavoro sconosciuto, ed anche per questo ne sarà valsa la pena.



Picasso e Il capolavoro sconosciuto di Balzac
Galleria Ghiggini Via Albuzzi 17 Varese - Tel.0332 284025
Dal 12 settembre all'8 ottobre 2000
Orari: 10-12,30/15,30-19,15 chiuso lunedì
E' una manifestazione del Premio Chiara 2000



Altre mostre:

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Tel. 0332 252256/252218
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Alberto Lavit e Luigi Soldano. Mostra di automobili giocattolo d'inizio secolo
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Viale Varese, 2 - Tel. 0332 486510
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Guttuso. Capolavori e opere scelte nelle collezioni piemontesi e lombarde.
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Tel. 0322 240505
Sino al 29 ottobre 2000.
Orari: tutti i giorni 10.00-12.30, 14.30-19.30


09/04/2000

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