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Martini: “Vi porto nel cuore"
I saluti del Cardinale Carlo Maria Martini alla Diocesi e a Varese, prima della consegna del pastorale al successore Tettamanzi, rivelano il lato umano di un personaggio che ha lasciato un segno nella storia e nei cuori del mondo cattolico ma anche di quanti, pur non credenti, ne hanno conosciuto e apprezzato l'opera.
Una guida per 22 anni e 7 mesi, una guida per Milano e per tutta la Diocesi ambrosiana, per chi è credente ma anche per i non credenti. E' stato un personaggio esemplare il Cardinale Carlo Maria Martini, proprio per la sua capacità di farsi ascoltare da tutti e di saper esprimere una grande autorevolezza nel dimostrare che gli insegnamenti evangelici possono essere faro per l'intera società, in quanto esprimono valori nei quali ogni uomo si riconosce e grazie ai quali tutta la società può orientarsi, ricavandone beneficio.
Figura di indubbio fascino e grande carisma, il Cardinale, è stato estremamente amato, a giudicare anche dal commosso saluto ricevuto in Duomo l'8 settembre scorso da circa ottomila fedeli che gli hanno voluto dimostrare la loro riconoscenza e tanta nostalgia, durante la sua ultima Messa celebrata come Arcivescovo di Milano.
E, lui, il Cardinale Martini ha salutato i suoi fedeli con un virtuale abbraccio. Citando S.Paolo, ha detto “Vi porto nel cuore", nel suo arrivederci prima di partire per la Terra Santa per una nuova vita di studio e preghiera. Rivelando una profonda umanità e umiltà, ha confidato: “Di me posso dire che ho sempre avuto molto forte il senso dei miei limiti e sono consapevole delle mie lacune e delle mie unilateralità. Ho sempre avvertito come peso superiore alle mie forze il peso di così tante responsabilità". “Per le mie mancanze, omissioni e inadeguatezze chiedo perdono a tutti" ha aggiunto. Parole che fanno riflettere, che suonano come il saluto di un grande amico e che hanno valore di esempio in un momento storico di così grandi tensioni. E, infatti, non ha rinunciato a lasciare un caloroso monito: “A tutti dico: amatevi gli uni gli altri, così vivrete nella giustizia, nel perdono e nella pace. Il nostro maggiore contributo alla pace in un mondo gravido di conflitti e di minacce di nuovi assurdi conflitti nascerà da un cuore che, anzitutto, vive in se stesso il perdono e la pace".
Un saluto speciale, il Cardinale l'ha rivolto a Varese, celebrando in Basilica di S.Vittore un'ultima Messa in cui ha ammesso di conservare un caro ricordo della città dalla primissima visita di quarant'anni fa, quando, ancora studente gesuita all'Aloisianum di Gallarate, era venuto a piedi a Varese per salire al Sacro Monte. “Mi colpiva" ha confermato durante l'omelia “il senso di grande armonia che emanava dalla città, armonia tra bellezze naturali e attività umana, tra tradizioni culturali e religiose, tra intraprendenza e carità." E, concludendo, citando il Papa, Martini ha augurato a tutta la comunità varesina di saper “esprimere sempre una fede piena di vita per una vita piena di fede".
Un saluto tutto speciale che ha più il gusto di un arrivederci e che, senz'altro, rimarrà nei ricordi di quanti erano presenti ad ascoltare un personaggio che ha saputo esprimere grande autorevolezza e ha lasciato un segno nella storia della Chiesa ma anche nella società dell'ultimo ventennio.
09/25/2002
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