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Cinema e ponti

E' ricca di pellicole di successo la cinematografia che ha tratto spunto da queste vie di comunicazione

Secondo il Dizionario etimologico della lingua italiana, "ponte" è un sostantivo maschile che ha differenti significati: I) "manufatto tramite il quale una via di comunicazione può superare un corso d'acqua, una vallata, una via preesistente". In tale accezione, il vocabolo è usato fin dal 1253.
II)
"giorno lavorativo fra due festivi in cui fa vacanza". Così il Migliorini nel 1963.
III)
"ciascuno dei pavimenti di legno o di lamiera di ferro che dividono l'interno dello scafo della nave nel senso dell'altezza". Significato illustrato già nel 1585.
IV)
"impalcatura provvisoria sulla quale salgono i muratori per continuare l'innalzamento della fabbrica o per farvi restauri". Già usato prima del 1400.
V)
"assale motore di un autoveicolo completo degli organi di collegamento e trasmissione". Dal 1958.
VI)
"apparecchio di protesi dentaria sorretto da denti naturali". Dal 1958, ma già in precedenza usato da un dentista per la pubblicità nel 1913: "Lavori a ponte, senza placca e senza rampini".
VII)
"posizione arcuata che assume a terra un atleta". Dal 1958.
VIII)
"dispositivo destinato alla misura di resistenze elettriche (ponte a filo)".
Dal 1904.

Se si va poi a guardare le cosiddette "frasi fatte", ecco che il nostro vocabolo acquista ancora diversi significati, spesso anche di forte valore metaforico: "fare ponti d'oro, gettare un ponte, governo ponte, legge ponte, ponte aereo, ponte di lancio, ponte di manovra, ponte levatoio, ponte radio, ponte sospeso, rompere i ponti".
Ora, il cinema, in ventidue occasioni si è occupato di "ponti", o, almeno, tanti sono i film riportati dalle enciclopedie nei quali la parola in questione appare nel titolo:
- Al di là del ponte - di Ken Annakin, 1958; da un racconto di Graham Greene, con Rod Steiger.
- Non alzare il ponte, abbassa il fiume - di Jerry Paris, 1968, con Jerry Lewis che finisce a bagnomaria in Inghilterra.
- Oltre il ponte di Brooklyn - di Menahem Golan, 1984, con Elliott Gould pizzaiolo ebreo a Brooklyn.
- Il ponte - di Frank Borzage, 1935, con George Brent; tipico melodramma sociale.
- Il ponte - di Bernhard Wicki, 1959, con Volker Bohnet; film pacifista di un ex attore passato alla regia nel 1958 e collezionista di premi nei festival di tutto il mondo.
- Il ponte dei Sospiri - di Piero Pierotti, 1964, con Brett Halsey e Giannamaria Canale; congiura contro il doge ed il figlio che finiscono ai Piombi.
- Il ponte dell'amore - di Lewis Milestone, 1940, con Ronald Colman e Ginger Rogers; storia sentimentale brillante e vivace da un racconto di Sacha Guitry.
- Ponte di comando - di Lewis Gilbert, 1962, con Alec Guinness e Dirk Borgarde; storia di un ammutinamento su una nave britannica. Assai professionale.
- Il ponte di Remagen - di John Guillermin, 1969, con George Segal e Ben Gazzara; i tedeschi decidono di far saltare l'ultimo ponte rimasto in piedi durante l'avanzata alleata del 1944.
- Il ponte di San Luis Rey - di Rowland Lee, 1944, con Lynn Bari; da un celeberrimo romanzo di Thornton Wilder, premio Pulitzer.
- Il ponte di Waterloo - di Mervyn Leroy, 1940, con Vivien Leigh e Robert Taylor; amore tra una ballerina e un ufficiale a Londra, durante la prima guerra mondiale.
- Il ponte sul fiume Kwai - di David Lean, 1957, con Alec Guinnes, William Holden e Jack Hawkins; famosissimo film vincitore di sette Oscar; tragedia e commedia, denuncia della guerra e omaggio a quelli che la fanno.
- Ponte verso il sole - di Etienne Perier, 1961, con Carroll Baker; bionda provinciale del Tennessee sposa un giapponese proprio un attimo prima dell'attacco nipponico a Pearl Harbor.
- Quell'ultimo ponte - di Richard Attenborough, 1977, con Dirk Bogarde e un numero quasi infini di altri ottimi attori; storia della sconfitta di Arnhem durante la seconda guerra mondiale.
- Uno sguardo dal ponte - di Sidney Lumet, 1961, con Raf Vallone; versione del celeberrimo dramma omonimo di Arthur Miller. Straordinario il nostro Vallone.
- Sul ponte dei sospiri - di Antonio Leonviola, 1953, con Frank Latimore; giovane conte eroe della Repubblica Serenissima s'innamora della figlia di Marco Spada ingiustamente carcerato da quindici anni per uxoricidio e scopre il vero colpevole.
- Terrore sul ponte di Londra - di E.W. Swackhamer, 1985, con David Hasselhoff; sul ponte di Londra, nel 1888, Jack lo Squartatore sfugge per un pelo alla cattura. Novantasette anni dopo, restaurato il ponte, un misterioso assassinio commette delitti a catena.
- L'ultimo ponte - di Helmut Kautner, 1954, con Maria Schell; un'infermiera tedesca al seguito delle truppe che occupano la Jugoslavia è catturata dai partigiani di Tito e fraternizza con loro.
- I ponti di Madison County - di Clint Eastwood, 1995, con Meryl Streep e Clint Eastwood; da un romanzo di Robert James Waller, il film che ha fatto diventare, a sessantacinque anni suonati, Eastwood uno degli attori preferiti dalle donne.
- I ponti di Toko-Ri - di Mark Robson, 1954, con William Holden e Grace Kelly; da un romanzo di James Michener, sulla guerra di Corea. - Sono i ponti di New York - di Alfred Santell, 1936, con Burgess Meredith; dal dramma omonimo di Maxwell Anderson: quindici anni dopo l'esecuzione del padre, il figlio va alla ricerca dei veri autori del delitto.
- Il ponticello sul fiume dei guai - di Frank Tashlin, 1958, con Jerry Lewis; un prestigiatore pasticcione si aggrega ad una compagnia di artisti in giro per il Giappone per allietare le truppe americane.
Può valere la pena di dedicare un intero ponte alla visione di una decina almeno dei film segnalati quasi tutti reperibili in cassetta.

05/08/2000

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