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Fausto Melotti, "angelico e geometrico"
Alla Fondazione Bandera per l'Arte di Busto Arsizio una mostra per il centenario del maggior scultore italiano del dopoguerra.
La bella mostra di Fausto Melotti (Rovereto 1901- Milano 1986) curata da Alberto Fiz è la prima commemorativa del centenario del nostro maggior scultore del dopoguerra e del vero innovatore della scultura. Altre importanti ed ampie retrospettive stanno per inaugurarsi all'estero a testimonianza del rinnovato interesse per l'arte di Melotti, un'arte raffinata, mentale ed emozionale allo stesso tempo, all'apparenza elementare ed invece ricca di rimandi e complessità, d'implicazioni sottili con altri linguaggi. Melotti è stato artista singolare, nel senso che la sua personale storia d'artista e la sua ricerca hanno seguito per tutta la vita i dettami della sua storia e della sua ricerca interiore senza nulla concedere a costo di lunghi silenzi.
Dopo un debutto negli anni '30 già abbastanza clamoroso per i risultati raggiunti, ma assolutamente incompreso dalla critica e dal pubblico, Melotti interrompe volontariamente la ricerca nel 1937, che riprende dopo la guerra (sotto i bombardamenti aveva perso quasi tutto il suo lavoro) facendo il ceramista per vivere, e solo dagli anni Sessanta riprende con eccezionale sicurezza, vigorìa, ricchezza e varietà la creazione inventando un'anima per una scultura assolutamente nuova, sorprendente ed attuale.
Solo pochi anni prima (1956) aveva confidato ad Alfonso Gatto: "In scultura più nulla da fare, da dire, dopo quello che è stato già detto e fatto.
E' morta, per ora". Ed invece ecco apparire una scultura antimonumentale, in cui il vuoto sostituisce il senso plastico tradizionale, una scultura basata sulla modulazione e sul contrappunto e nella quale la scintilla poetica non manca mai.
La mostra al Palabandera che ha per sottotitolo: "segno, musica e poesia" coglie l'aspetto più importante della poetica di Melotti che ha dichiarato "… nello sposalizio delle arti è la loro vita.
La poesia è tale se sposa il sentimento della musica, la musica lirica la poesia, la musica contrappuntistica è sposata ad un'idea plastica.
L'arte pura è zitella. Così gran parte dell'arte astratta non sposata al contrappunto è zitella". Per evidenziare quest'assunto sono esposti alcuni capolavori come Canone variato 1 del 1967, sei sculture in acciaio che già nel titolo rivelano la loro ispirazione, così come Arte del contrappunto plastico n.1,1969, Contrappunto XI, 1974 e la magica Concerto a Hyde Park, 1973.
Alle sculture fanno da controcanto sulle pareti gli Alfabeti, disegni e incisioni nei quali sul semplice pretesto delle lettere dell'alfabeto si dispiega la fantasia, la grazia, l'ironia, il canto di Melotti.
Sono inoltre esposte magnifiche edizioni con acqueforti e litografie di Melotti che accompagnano poesie di Pound, Yeats, Quenau, Montale, Belli e dello stesso Melotti che è stato anche poeta e scrittore intenso e profondo.
Il catalogo edito per l'occasione da Skira contiene testi di Fiz, Vettese, Campiglio e due interviste a Raboni e Dorfles degne di segnalazione per il linguaggio semplice e chiaro con il quale parlano di Melotti e della sua opera.
Mostra: fausto melotti. Segno, musica e poesia
Fondazione Bandera per l'Arte Via Andrea Costa, 29 Busto Arsizio - Tel 0331 322311
Orario:
dal mart. al gio. h. 10.00-12,30 / 15,30-19,00;
venerdì h. 15,30-22,30;
sab. dom. h. 10-13 / 14,00-19.00;
lunedi chiuso. fino al 29 ottobre 2000.
06/05/2000
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