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Le ragioni di una Corte d'Appello nella Regione Insubrica
Il progetto di una nuova Corte d'Appello presentato da uno dei suoi maggiori sostenitori, il Sostituto Procuratore Giuseppe Battarino.
L'idea di una terza Corte d'Appello in Lombardia, con baricentro nella provincia di Varese, nasce dalla simmetrica critica a riforme parziali dello scorso periodo e a recenti rivendicazioni; e dalla individuazione della dimensione organizzativa "distrettuale" come quella più appropriata per migliorare l'efficienza della giustizia, affrontando i temi della governance e del ri-orientamento dell'apparato giudiziario a fornire servizi di alta qualità.
Il distretto di Corte di Appello in ciò è fondamentale: la sede della Corte è anche sede del Tribunale per i Minorenni e relativa Procura, del Tribunale di Sorveglianza, della Direzione distrettuale antimafia e a breve dovrebbe attrarre la materia societaria; inoltre è in atto il decentramento a livello di Corte d'Appello di competenze amministrative e di governo della magistratura, e di poteri di spesa autonoma.
Recenti interventi ministeriali si sono limitati a tirare una riga su alcune sedi giudiziarie, senza risolvere problemi strutturali, come lo squilibrio nella distribuzione di risorse tra gli uffici giudiziari della città sede di Corte d'Appello e le altre del distretto, che deriva dal presupposto - errato ed inattuale da almeno vent'anni - secondo cui solo nelle grandi città si concentrano la popolazione e le attività economiche.
E così le grandi sedi giudiziarie continuano ad assorbire risorse senza migliorare la loro efficienza.
E' condizionata negativamente anche la qualità dei rapporti tra magistratura, forze di polizia, territorio, imprese e cittadini: un magistrato di Varese o Busto Arsizio, interpellato su un episodio delittuoso oppure su un dato aziendale, è in grado di percepire subito la realtà territoriale e la figura degli interlocutori, e ciò lo avvicina a soluzioni concrete e coerenti: nei grandi uffici spesso ci si limita, non per cattiva volontà ma per inconoscibilità del territorio, a burocratiche prese d'atto.
In questo orizzonte appare naturale cercare di decongestionare Milano e prendere atto della crescita socioeconomica della realtà sinteticamente definita "insubre".
Il milanocentrismo è destinato ad essere superato non solo nel servizio-giustizia: la Lombardia nordorientale, in passato talvolta concepita come sola terra di passaggio verso la metropoli, oggi vive uno sviluppo "orizzontale" e "regionale" proprio. In estrema sintesi: il passato sono i percorsi autostradali dei Laghi, la galleria Monteolimpino 2, l'attraversamento del Monte Barro; il presente è Malpensa collegata alla Svizzera e a Torino, gli assi stradali pedemontani, il collegamento Stabio-Arcisate, la pluralità di opzioni post-AlpTransit.
L'ipotetica Corte dell'Insubria è individuata con riferimento a questa realtà territoriale, centrata sul nucleo essenziale degli attuali Tribunali di Varese, Como, Busto Arsizio, destinata a servire da 1,5 a 3 milioni di utenti, declinabile in più ipotesi specifiche tali da comprendere anche gli attuali circondari di Verbania ed eventualmente Novara. Se le amministrazioni locali lo volessero, a questa ampia e nuova realtà potrebbero fare capo anche i diciotto Comuni del mandamento di Legnano e alcuni Comuni limitrofi a Saronno. Ipotesi variamente articolabili sulla base dei bisogni delle comunità locali e di parametri quali popolazione servita, infrastrutture, assi di sviluppo, distribuzione delle forze di polizia, stato dell'edilizia giudiziaria.
Oltre a quelli territoriali, gli elementi innovativi sarebbero la non necessità di risorse aggiuntive e la possibilità di fornire servizi ai cittadini su più sedi strutturate come "rete", valorizzando il rapporto degli uffici giudiziari con i rispettivi territori.
Il convegno "Una nuova geografia giudiziaria per l'Insubria" tenutosi all'Università Carlo Cattaneo di Castellanza ha dimostrato che delle soluzioni possibili si può parlare concretamente.
Il progetto si potrebbe tradurre in atto in tempi brevi con una legge ordinaria: sulla base di un orientamento politico (purtroppo niente affatto scontato) che prendesse atto della possibilità di procedere - come esempi positivi in economia insegnano - non con pianificazioni generali e rigide, bensì favorendo poli di eccellenza a dimensione distrettuale.
Detto altrimenti: non è necessario a queste province attendere, per veder incrementare qui e ora l'efficienza del sistema-giustizia, una riforma nazionale della geografia giudiziaria o le "riforme generali" della giustizia, ormai brandite come armi improprie: la nuova Corte potrebbe funzionare subito, diventando un modello di innovazione organizzativa per altri territori e altri uffici giudiziari.
Giuseppe Bottarino
Sostituto Procuratore della Repubblica di Busto Arsizio
03/28/2002
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