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Rilancio turistico e viabilità. Prospettive e problemi della Varese del 2000
Il Sindaco Fumagalli: "Vorrei distribuire almeno un'azione di Aspem a ogni cittadino".
Aldo Fumagalli è alla metà del suo mandato: eletto Sindaco nel 1998, ha ancora due anni di fronte a sé quale primo cittadino che deve concludere una serie di progetti e, soprattutto, avviare iniziative per garantire uno sviluppo equilibrato del territorio all'inizio del terzo millennio.
Professor Fumagalli, qual è la sua visione sul futuro di Varese?
"Io credo che la nostra città abbia enormi potenzialità ancora da esprimere.
Certo, dovremo fare in modo che il turismo – rifacendoci anche alla grande tradizione risalente all'inizio del '900 - costituisca un elemento portante di questo rilancio. Il mio riferimento, però, è pure ai settori del commercio e dell'industria.
Varese, infatti, è una città che - oltre alle bellezze paesaggistiche che ha saputo mantenere intatte nel tempo - possiede una grande ricchezza rappresentata da una classe imprenditoriale tuttora molto attiva".
Lei, quindi, riconosce ancora un ruolo di rilievo all'industria…
"Sì, senz'altro, anche se ragioni urbanistiche hanno fatto in modo che negli ultimi anni i suoi insediamenti siano stati delocalizzati rispetto al centro cittadino. Sono rimaste, peraltro, industrie di grande importanza; alcune addirittura di livello mondiale".
Lascerete, dunque, ancora spazio agli insediamenti industriali sul territorio comunale varesino…
"Non ho il minimo dubbio a risponderle affermativamente rispetto a questo argomento".
Signor Sindaco, occupiamoci della privatizzazione delle aziende municipalizzate. Qual è la sua opinione al riguardo?
"La privatizzazione è un elemento necessario. Sono convinto che lo stimolo al miglioramento e all'ampliamento dell'attività aziendale venga soprattutto se si opera nel settore privato.
Parimenti, sono convinto che – come stabilito dal Consiglio Comunale – l'Amministrazione Comunale debba mantenere il controllo sulle ex municipalizzate, almeno in una fase iniziale.
Si tratta, infatti, di soldi dei cittadini e che devono essere controllati dai cittadini stessi".
Conferma, perciò, di voler conservare la maggioranza delle quote azionarie…
"Certo. E' quanto ha stabilito il Consiglio Comunale e io mi debbo attenere a questa indicazione".
E poi, che cosa farete? Distribuirete i dividendi ai cittadini?
"Mi piacerebbe proprio fare così. Sarebbe molto importante che ogni singolo cittadino avesse almeno un'azione di Aspem.
Questo gli permetterebbe di dire la propria in occasione dell'Assemblea societaria e, inoltre, di avere accesso a tutti i documenti, perché l'azionista ha delle garanzie in tal senso. Io farò questa proposta: dare a tutti e 84.000 abitanti di Varese almeno un'azione di Aspem".
Quando farà questa proposta?
"Il più presto possibile. Abbiamo due scadenze: settembre per una fase avanzata della discussione del piano industriale di Aspem e fine anno per la collocazione sul mercato. I tempi precisi, però, li darà l'advisor che sta lavorando a questo progetto".
Cambiamo argomento: la tangenziale di Varese sarà un giorno completata?
"La Gaggiolo-Gazzada è un'opera importante non tanto ai fini del traffico cittadino quanto piuttosto per convogliare le automobili e i mezzi pesanti che dalla Svizzera si dirigono a Malpensa e all'autostrada verso la Liguria.
E' dimostrato statisticamente che un 30% di questo traffico è attirato dalla città: rappresenta perciò un indotto importante ai fini turistici.
Lei mi ha chiesto se vedremo presto completata questa tangenziale. Io spero di sì, anche se la realizzazione dell'opera non dipende dall'Amministrazione Comunale, ma dalla Regione che, a sua volta, deve trovare un accordo sul tracciato con tutti i Comuni interessati. Questo, in verità, è quello che finora ha impedito di trasformare il progetto da sogno a realtà".
Sempre a proposito di viabilità, questa volta all'interno della città: il progetto di copertura delle Ferrovie è ancora di attualità?
"Sì, direi proprio di sì ed è contestuale a un altro progetto: quello dell'unificazione delle due stazioni e di abbassamento della trincea in modo tale che l'Arcisate-Stabio arrivi in città al livello dell'attuale linea delle Nord.
Queste permettere anche di passare in trincea lungo la val Ceresio, eliminando così i problemi di impatto ambientale".
E di far passare sull'Arcisate-Stabio anche i treni merci…
"Esatto: quella linea dovrà essere progettata pensando di farci passare anche le merci".
Ritorniamo a Malpensa: in questi momento, come mezzi pubblici, c'è soltanto un pullmann che collega la città all'aeroporto. Non è troppo poco?
"E' troppo poco. Ci stiamo attivando: quando la legge ora in discussione al Parlamento diventerà operativa e sarà concesso alla nostra Avt di operare al di fuori del territorio comunale, proporremo senz'altro un miglior collegamento. Per ora, come Amministrazione Comunale non possiamo far altro.
Certo, poi, che – sempre in tema di Malpensa - in futuro bisognerà pensare a una deviazione dell'Autolaghi verso Besnate per l'aeroporto, tagliando fuori Gallarate e Busto Arsizio, e al collegamento ferroviario che, sulla scia dell'Arcisate-Stabio, permetta di raggiungere lo scalo in treno partendo da Varese".
Funicolare e trambus: sono progetti che lei da Sindaco avrebbe avviato?
"Se fosse dipeso da me, col senno del poi (non so che cosa avrei fatto allora: forse avrei condiviso le due iniziative) le dico di no.
Per la funicolare avrei puntato su di un altro progetto, quello che prevede il by-pass della galleria.
Per quanto riguarda, invece, il trambus, è espressione di una filosofia di gestione del traffico che non mi appartiene: quella di impedire al cittadino di entrare in città con l'autovettura e costringerlo a utilizzare il mezzo pubblico.
Io preferisco prevedere una serie parcheggi, magari multipiano, a corona della città in modo da dare la possibilità agli automobilisti di arrivare a Varese e, poi, raggiungere il centro a piedi, ma in maniera molto agevole dovendo camminare per non più di cento/duecento metri".
Varese, lo ha confermato lei, vuole ritagliarsi un nuovo ruolo di città turistica. Mancano, però, gli alberghi e i viaggiatori in transito alla Malpensa sono attratti dalle località piemontesi del Verbano. Alla Schiranna, inoltre, le opere di risanamento non sono neppure iniziate. Il progetto di Villa Panza, infine, non sembra destare grande interesse nei varesini… Questo non è un bel biglietto da visita, concorda?
"La situazione cambierà presto.
Per la Schiranna abbiamo un grosso progetto finanziato con il bilancio 2000 e, quindi, cominceremo presto la riqualificazione della nostra sponda del lago. La pista ciclabile, comunque, rappresenta già un'opera importante. Per la Fiera stiamo valutando di utilizzare la zona delle Fontanelle oppure l'ippodromo attrezzato con nuove infrastrutture. Quanto a Villa Panza, forse abbiamo dato l'impressione di sottovalutarne il rilievo, la realtà, invece, è che abbiamo esaminato con grande interesse difficoltà e opportunità offerte da questa nuova struttura culturale che sarà inaugurata nel prossimo autunno.
I problemi di natura logistica sono già risolti: nel periodo iniziale sarà l'ippodromo a fungere da parcheggio nella sua parte interna; i visitatori saliranno a Biumo Inferiore grazie a dei bus navetta. In seguito, i due progetti della Fiera eventualmente all'ippodromo e di Villa Panza dovranno proseguire insieme senza escludere l'ipotesi di un albergo all'interno del parco della Ville Ponti. Siamo, anzi, favorevoli alla realizzazione di quell'albergo perché costituisce il compendio ideale per lo stesso centro congressuale di Villa Ponti, per l'ippodromo adeguatamente rilanciato e, naturalmente, per il polo culturale di Villa Panza".
06/05/2000
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