|
Varese laboratorio di agricoltura
Vini e formaggi tipici? Ottimi, ma rari e troppo costosi. Luci e ombre della produzione agroalimentare varesina in un sondaggio di Confagricoltura. Eppure non mancano i meriti di questo comparto, che va ben oltre i prodotti alimentari tipici.
I vini della sponda lombarda del lago Maggiore? La formaggella, le tome e i pecorini dell'alto Luinese, i prosciutti e le mortadelle del Bustocco, il latte di capra della Valcuvia? Sono buoni e genuini, ma è difficile trovarli, non si sa bene chi li venda e costano cari. Cresce la consapevolezza dei varesini che la nostra provincia abbia una sua pregiata produzione agroalimentare tipica. Ma non mancano le critiche e le perplessità.
Lo rivela l'indagine "Prodotti agricoli, cosa ne pensano i consumatori varesini" condotta fra il 2005 e il 2006 con oltre 230 interviste al Mipam di Luino, ad Agrivarese 2006 e in molti esercizi pubblici della provincia e recentemente presentata al pubblico dal presidente di Confagricoltura Pasquale Gervasini e dal direttore Riccardo Speroni. "L'indagine - spiega Gervasini - dimostra che sono aumentati l'apprezzamento per la produzione locale e la propensione all'acquisto rispetto a dieci anni fa. Ma mette in rilievo alcuni difetti come la scarsa reperibilità, denunciata dal 35,5% degli intervistati e il prezzo elevato segnalato dal 32,9% del campione. Non sorprende invece che, tra le abitudini d'acquisto, gli scaffali della grande distribuzione prevalgano sugli acquisti diretti nei luoghi di produzione, che sono evidentemente ancora poco noti".
FIORI, PARCHI E GIARDINI
Che la gente lo riconosca o meno, Varese è un laboratorio per l'agricoltura. "E' la storia che lo dice - spiega il direttore di Confagricoltura Riccardo Speroni - Dopo la guerra, negli anni del boom economico le superfici coltivate del Varesotto si ridussero sempre più e gli agricoltori hanno dovuto adattarsi. Fu allora che alcune aziende specializzate nella produzione del latte (ne sono rimaste circa 150), dei cereali (una ventina) e nell'allevamento dei cavalli (60) si sono inventate attività di successo.
Negli anni '50 e '60 l'avicoltura scoprì gli incubatori per i pulcini e, negli anni '70 e '80, è nata a Varese la produzione specializzata di piante e di fiori con la creazione di varietà molto apprezzate in tutto il mondo nel settore delle acidofile (azalee, rododendri e camelie)". L'ultimo esempio è la camelia "Ice Lake" creata dalla Floricoltura Lago Maggiore dei fratelli Piffaretti di Cerro di Laveno, che ha accompagnato i campionati mondiali di sci.
Negli anni '80 la produzione florovivaistica specializzata si è ridotta per la forte concorrenza dei Paesi dell'Europa del nord e i florovivaisti, pur mantenendo in parte l'attività produttiva, si sono rivolti ad un'altra specialità storica varesina, attiva fin dalla fine dell'800, la costruzione di parchi e giardini privati e pubblici. Alcune aziende varesine si sono fatte onore in tutta l'Italia e all'estero, con committenti negli Emirati Arabi e incarichi di prestigio al Parco dei Principi a Parigi.
LE BUFALE DI VIZZOLA
Negli anni '80, a seguito dei problemi legati alle quote latte, l'imprenditoria varesina dà un'altra prova di grande inventiva. Nasce il primo allevamento di bufale da latte in alta Italia a Vizzola Ticino. La signora Ingrid Caproni vende tutte le vacche (circa 350), acquista in Campania 300 bufale da latte e le alleva con successo. Dopo un anno, le bufale di Vizzola producono pro-capite il doppio di quanto producevano al Sud. Oggi l'allevamento non c'è più (come la fondatrice), ma ha aperto la strada ad altri: in alta Italia hanno aperto 50 allevamenti di bufale da latte.
Non è finita. Negli anni '70 un agricoltore varesino decide di iniziare la coltivazione di mirtilli, lamponi, uva spina ed altri frutti minori selezionando varietà che si adattano molto bene al clima locale. Si riescono ad ottenere lamponi anche in ottobre e novembre. Oggi l'azienda, oltre a produrre frutti minori per il mercato locale, esporta in Svizzera più della metà della produzione. Il pionierismo di questo agricoltore ha fatto scuola. Oggi le imprese agricole che producono frutti minori sono una ventina. Lo stesso agricoltore è stato anche il primo che ha aperto un agriturismo in provincia di Varese nel 1977, con grandi difficoltà burocratico-amministrative. Oggi gli agriturismi in provincia di Varese sono più di 80.
API DI BREBBIA IN IRAQ
In provincia di Varese operano fra i migliori allevamenti di cavalli a livello nazionale, europeo e anche mondiale sia nel galoppo che nel trotto. Cavalli che acquistati alle aste di Milano da importanti scuderie vincono competizioni in Europa, negli Emirati Arabi e negli Stati Uniti.
Oggi gli allevamenti di questo tipo sono una trentina e già si fa strada un altro tipo d'allevamento, quello dei cavalli da sella americani. Infine eccoci al fiore all'occhiello, l'apicoltura.
Da sempre Varese è una provincia specializzata nella produzione di miele, soprattutto d'acacia, ma chi ha dato un forte impulso al settore è stato Domenico Porrini, di Brebbia, premiato con una targa nel 1997 come ambasciatore dell'apicoltura varesina nel mondo. Lo studio delle api e dell'apicoltura ha consentito a Porrini di esportare nuclei di famiglie giovani di api in Libia, in Iraq, in Francia, nei Paesi Arabi e in Grecia.
L'apicoltura Porrini è stata di stimolo a molti apicoltori professionisti che operano, a tempo pieno, in provincia di Varese (circa 100) ed altri a tempo parziale (circa 400).
ENERGIA DA BIOMASSE
Varese eccelle anche nella produzione d'energia da biomasse. "Anche qui siamo i primi - conferma il direttore Speroni - Per biomasse s'intendono tutti i rifiuti di risulta dell'attività agricola (materiali verdi o deiezioni animali). In pianura padana già oggi si estrae bioetanolo dai cereali mentre dalle deiezioni animali (suini) si ottiene gas per produrre energia. A Varese entro l'anno sarà in funzione un impianto per teleriscaldamento con una caldaia a legna ottenuta di risulta dei lavori boschivi di tre imprese forestali varesine (l'azienda Bozzolo di Azzio, l'azienda Ronzani di Grantola e l'azienda Ravelli di Marchirolo). La centrale riscalderà una scuola elementare ed altre palazzine comunali di Marchirolo".
Gli agriturismi varesini sono stati i primi ad aprire in Lombardia e la nostra provincia, negli ultimi quarant'anni, ha fatto scuola un po' in tutto il mondo. Basta dare un'occhiata all'albo d'oro delle visite illustri. Già negli anni '60, l'allora ministro dell'agricoltura Mario Ferrari Aggradi visitò e inaugurò l'azienda floricoltura Gervasini. Una delegazione professionale spagnola nel 1996 verificò la situazione agrituristica provinciale con visita all'azienda I Mirti di Bregazzana. Una delegazione del Ministero cinese e una russa fecero visita all'Apicoltura Porrini per conoscere le tecniche apistiche. Continui contatti dal 1992 si sono avuti con l'Unione dei contadini svizzeri su vari temi organizzativi ed economici.
Una delegazione dell'organizzazione bavarese visitò nel 1994 l'azienda Caproni per approfondire il tema dell'allevamento delle bufale da latte.
I VINI DI VARESE
Che giudizio dare del raggiungimento della Igt dei vini varesini e della Dop dei formaggi? "Il giudizio è buono -risponde il direttore Speroni - perchè promozionare i prodotti agricoli tipici è sempre un bene, soprattutto nel rapporto diretto produttore-consumatore. Quindi bene per il vino, gli asparagi, il miele e la Formagella del Luinese. Non va bene invece l'eccessiva enfasi che si è data e si continua a dare a queste produzioni, essendo scarsa la quantità disponibile. Dalla nostra indagine risulta che più del 35% dei consumatori è deluso perchè non è facile trovarli. Quindi, basta con articoli a caratteri cubitali che promuovono in modo eccessivo le produzioni tipiche. Questo è marketing al contrario. Noi ci preoccupiamo più di quelle aziende che producono per vendere ad altri settori e che quindi non vendono al consumatore finale. Sono le aziende che producono latte, cereali, uova, polli e cavalli ed operano su grandi superfici (per allevare bene un solo cavallo occorrono almeno 15.000 mq.).
Queste imprese, peraltro, sono quelle che gestiscono la maggior parte di superficie agricola rimasta, che è veramente preservata. Quindi sono aziende da difendere perchè di ottima levatura e perchè tutelano il territorio".
LE CIFRE DEL SETTORE - Non solo frutta, fiori e verdura
Dai dati ufficiali della Camera di Commercio di Varese, al 31 dicembre 2006, le imprese iscritte al registro speciale dell'agricoltura sono 1.422, con 3.232 occupati (titolari, coadiuvanti, soci d'opera e dipendenti). Il prodotto interno lordo agricolo provinciale è di 147.345.749 euro, pari all' 1,5% del Pil provinciale sviluppato dall'industria, artigianato, commercio, turismo, credito, cooperazione, trasporti e servizi. Confagricoltura Varese associa circa il 50% delle imprese agricole che operano nel territorio provinciale. Per quanto riguarda il riparto dei vari settori, in base ai dati associativi il 35% è rappresentato dall'ortoflorovivaismo (aziende di produzione e servizi), il 30% dal settore zootecnico con le imprese che producono latte, carne, formaggi e allevano bovini, caprini, suini, avicoli e cunicoli, il 10% dal settore zootecnico specializzato nell'allevamento equino, il 15% dal settore apistico. Il restante 10% comprende varie attività (cerealicoltura; sevicoltura e forestazione, agriturismo, produzione di frutti minori ecc)
Per ulteriori informazioni: varese@confagricoltura.it |
09/21/2007
|