Un-insetto-per-combattere-ambrosia

La “scoperta” di un funzionario del Comune di Castellanza può dare una svolta decisiva per contrastare naturalmente la pianta infestante che causa tante allergie

Una volta tanto una specie “aliena” potrebbe essere la soluzione ad un problema non indifferente per migliaia di persone allergiche all’ambrosia. La specie aliena (sono chiamate aliene quelle specie che si diffondono in aree diverse dal loro habitat naturale) è la Ophraella communa, un insetto originario del Canada, degli Stati Uniti e del Messico e che sembra l’arma ideale per combattere la diffusione della pianta che causa tante allergie, anch’essa “aliena”, perchè arrivata dagli Stati Uniti. 
Ma facciamo un passo indietro e vediamo innanzitutto cos’è l’ambrosia artemisifolia, che generalmente chiamiamo ambrosia. È una pianta ariosa e leggera la cui altezza è molto variabile in rapporto alla natura del suolo e all’ambiente dove cresce; una pianta fiorita può variare tra i 10 e i 180 centimetri. Lo stelo è molto caratteristico in quanto tende al rossiccio ed è peloso con numerosi rami. Le foglie possono arrivare ai 15 centimetri di lunghezza e sono attaccate al ramo attraverso un lungo picciolo.

In Europa è arrivata in seguito al commercio navale. I primi incontri sul territorio europeo iniziarono circa 160 anni fa ed ebbe un forte impulso durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli americani importarono in Europa grandi quantità di alimenti per animali fortemente contaminati da semi della pianta. L’allergia che colpisce le persone è causata dal polline che è molto allergenico. La sua diffusione può causare forti raffreddori se non addirittura asma. Per le persone sensibili, le reazioni allergiche compaiono durante il periodo della fioritura dell’ambrosia, il quale dura da metà luglio fino a inizio ottobre. Purtroppo, le forme di allergia al polline sono notevolmente aumentate negli ultimi anni in molte regioni d’Europa. In Ungheria, ad esempio, tra il 60 e il 90% delle persone che soffrono di allergia è sensibile all’ambrosia. Nell’area di Milano e dintorni, una percentuale compresa tra il 13 e il 18% della popolazione soffre di un’allergia all’ambrosia. E questo solo per fare alcuni esempi.  

Fino ad oggi la lotta contro questa specie era ed è combattuta cercando di interrompere il ciclo riproduttivo della pianta e questo può dare buoni risultati visto che al momento la diffusione dell’ambrosia è ancora concentrata in aree relativamente ristrette e non si è diffusa in modo radicale su tutto il territorio italiano. Ma ora ecco che potrebbe esserci una nuova strada per combattere la sua diffusione, forse addirittura per estirparla totalmente. La lotta richiede l’alleanza con l’Ophraella, un insetto che negli anni Novanta arrivò accidentalmente in Cina, Corea, Giappone per poi sbarcare in Europa. Si tratta di un insetto oligofaga, ossia che si nutre di una ristretta varietà di alimenti e tra questi predilige proprio l’ambrosia.  

Per le persone sensibili, le reazioni allergiche compaiono durante il periodo della fioritura dell’ambrosia, il quale dura da metà luglio fino a inizio ottobre

Ebbene alcuni mesi or sono Fabio Spadoni, responsabile dell’Ufficio Ecologia del Comune di Castellanza aveva notato, durante alcuni sopralluoghi effettuati nel suo Comune, alcune aree dove le piante di ambrosia apparivano rinsecchite senza alcun intervento umano e questo lo spinse ad osservare da vicino la situazione. Sugli arbusti vide una grande abbondanza di insetti. Ne prelevò alcuni e li portò al Laboratorio tifopatologico del Servizio fitosanitario regionale, a Vertemate con Minoprio, nel Comasco, dove le analisi permisero di classificare gli insetti come Ophraella communa. A questo punto è partita un’indagine che ha permesso di verificare la presenza di questo insetto in diverse aree delle Province di Varese, Como e Milano, dove effettivamente lo si è poi trovato. Questo ha reso ancor più interessante la ricerca che ha dato come risultato il fatto che, anche in altre aree, la presenza dell’Ophraella determina una riduzione della diffusione dell’ambrosia e naturalmente una riduzione nella diffusione dei pollini.

Le femmine della specie depongono le uova in inverno per proliferare in primavera ed estate attaccando la pianta a gruppi di venti o trenta alla volta. L’insetto, grande come una coccinella, dà vita a più generazioni all’anno direttamente sulla parte aerea della pianta, così che larve e adulti si alimentino quasi unicamente delle foglie di ambrosia sulle quali vengono deposte le uova. La loro azione sulla specie infestante è tale da essere paragonata a quella di un diserbante. Il fatto che il piccolo insetto potesse essere una carta vincente contro l’ambrosia non è una scoperta recente, tant’è che già in Australia, negli Anni Novanta, venne usato come agente per un controllo biologico e in Cina venne addirittura allevato artificialmente per poi essere liberato nelle aree infestate dalla pianta.

Prima di cantare vittoria contro la diffusione dell’ambrosia bisognerà tuttavia attendere ancora un po’ di tempo e verificare cosa succederà nei prossimi anni, pur partendo da una situazione molto promettente. L’aspetto importante è valutare gli impatti ecologici e verificare se la sua diffusione non causi a sua volta problemi ad altre specie vegetali o animali. E sarà anche importante capire se Ophraella sarà in grado di adattarsi in ambienti diversi. Se i risultati non daranno riscontri negativi sarà allora utile favorire la sua azione per contenere o, se possibile, eliminare la diffusione dell’ambrosia.  



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