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I fondi Baratelli e Ponti della Biblioteca varesina e la casa editrice d’arte giapponese Unsodo portano al castello di Masnago un’intesa culturale, imprenditoriale e artigianale che ha radici profonde nella storia della Città Giardino. Dai libri illustrati Meiji al design, passando per volumi ricchi di motivi decorativi e modelli per Kimono  

Dal museo varesino di Villa Mirabello, con lo stesso biglietto, possiamo accedere al museo di Masnago, nell’antico Castello appartenuto alle nobili famiglie Castiglioni e Martignoni. E viceversa, per chi volesse compiere il viaggio al contrario. Luogo espositivo dell’interessante collezione permanente di opere d’arte della Città di Varese, è anche propositivo centro di originali mostre. Fino a settembre si potrà visitare la raffinata rassegna “GIAPPONE Disegno e design. Dai libri illustrati Meiji ai manifesti d’arte contemporanea”. Anche questo importante evento, curato dalle studiose Rossella Menegazzo ed Eleonora Lanza, allargatosi fino al Paese del Sol Levante, stabilendo un’entente culturale unica, prende avvio da tesori custoditi nella nostra città. E precisamente dalla Civica Biblioteca e dai suoi preziosi fondi. Stiamo parlando di antichi libri di illustrazioni giapponesi, in parte provenienti dal fondo Baratelli, in parte donati a suo tempo dalla famiglia degli imprenditori tessili Ponti. Gli stessi che hanno custodito dopo i Litta, e protetto, la storia dell’Isolino Virginia. Sensibili alla cultura giapponese, nota per l’antica tradizione serica e per la raffinatezza artistica dei suoi disegnatori e stampatori di tessuti, i Ponti furono direttamente interessati a creare e mantenere contatti utili alla loro attività imprenditoriale. Da questi volumi e dalle ricerche delle due studiose ha preso avvio l’idea della rassegna, arricchita anche dalla presenza di analoghe opere giapponesi, provenienti dalla Biblioteca braidense. 

Una mostra, questa, destinata “a lasciare un segno nell’immaginario collettivo”, secondo il sindaco di Varese Davide Galimberti. Soprattutto “perché permette di scoprire che il Giappone, Kyoto in particolare e Varese sono stati vicini oltre un secolo fa grazie ai fitti commerci che avevano luogo sulla Via della Seta. Varese è città cosmopolita grazie alla sua industria, alla sua capacità artigianale, commerciale, creativa ed artistica e questa rassegna dimostra come la nostra vocazione internazionale abbia radici profonde”. Per chi vorrà conoscerla, sono sei le sezioni da visitare. Apre il percorso un film documentario (venti minuti circa di proiezione) che illustra la tecnica silografica (stampa su legno) giapponese e la storia della casa editrice d’arte Unsodo di Kyoto, antica ditta nata nel 1891, che possiede un prezioso patrimonio di matrici originali, in legno, di molte tra le opere in mostra. È l’unica ancora oggi a continuare tale tecnica, accanto alla produzione di libri stampati manualmente e rilegati, come ben si vede nel filmato, secondo la tradizione giapponese. 

Nella prima delle cinque sezioni del percorso si propongono volumi in policromia di epoca Edo, ricchi di motivi decorativi, dai quali si copiavano modelli in carta da applicare su tessuti e manufatti d’arte. Con questi gli artigiani e i commercianti traevano dunque ispirazione, ma anche concreta materia per realizzare i loro lavori di altissima qualità. La seconda sezione (specificamente dedicata a soggetti di fiori e uccelli) presenta libri con inchiostro nero e solo pochi tocchi di colore, com’è nella tradizione di parte della pittura giapponese. Tali disegni si ritrovano su rotoli, paraventi, porte scorrevoli, elementi che dimostrano nel tempo la raffinata predisposizione decorativa degli ambienti.  

La terza sezione propone invece modelli per tessuti di Kimono e giacche Moori, ma anche per ventagli, rotondi o pieghevoli o per vasi e manufatti vari. Colpisce anche in questo spazio del percorso la varietà e raffinatezza dei soggetti disegnati e quella linearità del tratto che rimanda a un’arte essenziale e pulita, pur nella ricchezza e precisione dei dettagli. La pulizia descrittiva che caratterizza ogni lavoro esposto è stata ben replicata nel nitore dell’allestimento, piacevole e minimalista, di Massimo Negri (Diennepierre Architetti Associati). Interessante la quarta sezione “Luoghi reali e luoghi immaginari’ con una grande mappa del Giappone del 1874 e le nuove provincie dell’Arcipelago (ripiegabile in volume e appartenente al fondo Baratelli), ma anche la proposizione di diverse immagini e stampe del tempo, con noti paesaggi come il Monte Fuji. La quinta sezione, infine, conduce al presente, ai grandi protagonisti giapponesi del design attuale e ai loro manifesti. Confermando un cammino che ha radici antiche, ma si alimenta pur sempre di una linfa nutrita di arte, di storia e di attualità. 

Alcuni manifesti sono stati creati appositamente dall’artista Matsunaga Shin per l’inaugurazione della mostra di Varese. Rappresentano simbolicamente le fasi alterne della vita, fatte di alti e di bassi, attraverso le Fallen Leaves (foglie cadute) della tipica vegetazione varesina. Dono prezioso e memoria di un’intesa colta e gentile che, ne siamo sicuri, continuerà nel tempo. Esempio felice di come l’arte sia un ponte in direzione della collaborazione e della pace, teso a superare gli ostacoli e gli imprevisti del quotidiano. E ad elevare gli animi: in nome del Bello.  

Alcune delle opere in mostra:

GIAPPONE Disegno e design
Dai libri illustrati Meiji ai manifesti d’arte contemporanea
Civico Museo d’Arte moderna e contemporanea
Via Monguelfo, Varese
Fino all’11 settembre 2022
Da martedì a domenica dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.00 alle 18.00



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