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Chiunque può compiere grandiose imprese e scalare il Cervino è tra queste. Ma come si può realizzare una simile avventura? Lo racconta l’azienda varesina famosa in tutto il mondo per la produzione di suole in gomma nel nuovo film “Cervino, la Cresta del Leone”

Chiunque, anche le persone comuni, possono compiere imprese grandiose. Scalare il Cervino è una di queste. Slanciato e armonioso dal versante svizzero, maestoso e imponente da quello italiano, il Cervino è una delle ascensioni più ambite dell’arco Alpino. È con questa convinzione che Vibram, azienda varesina famosa in tutto il mondo per la produzione di suole in gomma, ha realizzato il suo terzo film dal titolo “Cervino, la Cresta del Leone”. Era il 1937 e Vitale Bramani, imprenditore, alpinista e guida alpina italiana, al rientro da un’escursione, decise di progettare la prima suola carrarmato in gomma. Quel giorno segna la storia di Vibram, e quella dell’alpinismo più generalmente. Le suole prodotte nell’impresa di Albizzate hanno fatto letteralmente il giro del mondo, accompagnando gli amanti delle alpi per kilometri e kilometri tra un sentiero e l’altro. Oltre ottant’anni di storia vissuti con una grande passione: conquistare un numero infinito di vette.

È proprio con lo stesso spirito di quasi un secolo fa che Vibram dà vita alla propria terza produzione cinematografica. “Lo scopo dell’iniziativa è quello di supportare le attività alpinistiche e di valorizzare il territorio outdoor – spiega Jerome Bernard, Vibram Sport Innovation Marketing Global Director -. L’alpinismo è spesso visto e vissuto come una disciplina estrema. Con questa produzione cinematografica di ampio respiro abbiamo voluto spostare la prospettiva del racconto dell’alpinismo, dando la possibilità a chiunque di vivere quasi da protagonista un autentico viaggio nella dimensione verticale. L’alpinismo si sta evolvendo fortemente, ormai è accessibile a tutti, sempre con la giusta consapevolezza”. Il film, della durata di 35 minuti, prodotto dal registra italiano Alessandro Beltrame e finanziato al 100% dall’azienda varesina, ripercorre le tappe della conquista, affronta tutti i passaggi più difficili della salita spiegando come affrontarli e ricorda alcuni dei più grandi alpinisti di sempre. Da Jean Antoine Carrel a Edward Whymper fino a Walter Bonatti. Nel film, il compagno di avventura durante l’arrampicata è il famoso alpinista Hervé Barmasse.  

La sensazione che trasmette il documentario è proprio quella di essere in cordata insieme all’alpinista. Le riprese sono state fatte step by step, grazie all’aiuto di droni e riprese fatte da diverse prospettive. Alle immagini, che si susseguono con grande dinamismo, si accompagna la voce dell’alpinista che nei panni di uno storyteller, guida gli spettatori verso l’avvincente esperienza

Questo film vuole essere un omaggio alla montagna simbolo di tutte le montagne nel mondo e a tutti coloro che hanno vissuto un’esperienza a cospetto del Cervino. Un documentario per conoscere la storia della Cresta del Leone, l’ascensione regina dei quattromila delle Alpi che, salita la prima volta il 17 luglio 1865, è tutt’ora una delle scalate più avvincenti a cui un alpinista possa aspirare” ha dichiarato Hervé Barmasse, atleta del global Team Vibram durante la presentazione in anteprima mondiale del film al Trento Festival 2021. Per Vibram la produzione cinematografica non è certamente una novità. Dal 2011 ad oggi sono state tre le pellicole realizzate. “The Extraordinary Story”, è un omaggio alla corsa in alta quota. “Duality”, è dedicato alle runner donne. E poi c’è il “Cervino, la Cresta del Leone”. Un forte e chiaro messaggio lega i tre film. Tutti possono realizzare imprese straordinarie, provare a superare i propri limiti: questo è il valore che l’azienda varesina vuole trasmettere agli spettatori. 

Ma come nasce l’idea di comunicare attraverso un film? Qual è lo scopo? “Partire da un personaggio famoso, come in questo caso da un alpinista di punta, per arrivare alla gente comune e divulgare la cultura dello sport e dell’aria aperta è stata l’idea che ci ha portati a realizzate il progetto” spiega Bernard. Un messaggio di sostenibilità sociale rivolto a tutta la comunità. “Il film ha un grande potenziale comunicativo e le aziende devono muoversi sempre di più in questa direzione divulgativa”. La sensazione che trasmette il documentario è proprio quella di essere in cordata insieme all’alpinista. Le riprese sono state fatte step by step, scalando la cresta, grazie anche all’aiuto di droni e realizzate da diverse prospettive. “In questo modo lo spettatore si sente davvero legato alla stessa corda di Barmasse”. Alle immagini, che si susseguono con grande dinamismo, si accompagna la voce dell’alpinista che, nei panni di uno storyteller, guida, passo dopo passo, gli spettatori verso l’avvincente esperienza.

Barmasse racconta aneddoti e storie sconosciute legate ai luoghi che lo circondano. Durante la scalata per arrivare alla vetta i panorami sono mozzafiato. Si intravedono scorci naturali unici. Sembra quasi di percepire l’aria frizzante che tira ad alta quota. “Il film, proprio perché realistico, ha avuto un grande successo al Trento Film Festival, nel giro di pochi minuti sono stati venduti più di 500 biglietti” conferma Bernard.

Jerome Bernard: “Partire da un personaggio famoso per arrivare alla gente comune e divulgare la cultura dello sport e dell’aria aperta è stata l’idea che ci ha portati a realizzare il progetto”

Il documentario vuole essere anche motivo di ripartenza. Un impulso per riprendere a fare sport all’aperto. Vuole diffondere un senso di libertà dopo i mesi passati in lockdown per la pandemia. Vuole far aprire la mente e il cuore agli spettatori, tuffandosi nell’immensità della natura. Ritrovare sé stessi, quella voglia di spensieratezza rimasta chiusa in un cassetto per molti mesi: questo quello che emerge dall’emozionante avventura nella dimensione verticale al fianco di Barmasse. È proprio il caso di dire che il Cervino, oggi, ospita una nuova impronta. Quella della Vibram. 

 

 



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