Nel primo semestre di quest’anno, nell’industria, sono stati 11.800 gli avviamenti al lavoro sul nostro territorio: tra le figure professionali maggiormente ricercate dalle imprese varesine i disegnatori industriali e i tecnici meccanici

Quante volte ci siamo chiesti come si possa avere una situazione in cui da un lato non si trovano giovani da inserire con ruoli tecnici nelle imprese e dall’altro un tasso di disoccupazione dei giovani tra i 18 e i 29 anni che, a Varese, si attesta intorno al 15,8%? È un nodo gordiano che si può scogliere solo se oltre ai numeri si analizzano le competenze. È lì, nella distanza tra quello che la persona sa fare e quello che le si richiede di saper fare, che si creano i mismatch tra domanda ed offerta. Se si vuole colmare questo gap e programmare i canali formativi in ingresso bisogna quindi studiare con attenzione le “qualità lavorative”, alla base dell’occupabilità. Bisogna sondare non solo i numeri, ma anche i saperi e le skill effettivamente richiesti dal territorio.  Un processo, quello del raccordo formazione-skill, che richiede conoscenza e visione di prospettiva. Tra le, in verità poche, fonti di analisi qualitativa della domanda di lavoro si affacciano le opportunità messe a disposizione dai big data. 

Gli analisti ormai da qualche anno monitorano con continuità i contenuti degli annunci online (web job vacancies) per capire, quante e quali sono le ricerche attive sul web, ma anche, e soprattutto, studiare i contenuti professionali più richiesti.  Sono algoritmi - quelli della banca dati WollyBI - che macinano numerosissimi dati, restituendo fotografie di come il mercato si muove nel continuum ed aiutando a comprenderne i nuovi trend. Nel primo semestre 2019 l’algoritmo ha individuato oltre 137.500 annunci sul web, a livello Paese, per l’industria manifatturiera, molti di più se si considerano tutti i settori. Guardando alla sola provincia di Varese, WollyBI ha “scovato” nel primo semestre di quest’anno 10.324 web job vacancies (diventate poi complessivamente 13.794 a fine agosto). Circa 3.800 di queste erano del settore manifatturiero (salite a 5.000 a fine agosto). Per primo parziale termine di raffronto, gli avviamenti nell’industria sono stati 11.800 nei primi 6 mesi del 2019. 

Alcune interessanti considerazioni emergono, ad esempio, analizzando lo spaccato dei giovani.  Sulla provincia di Varese circa un terzo delle job vacancies nell’industria riguardano persone senza o con al massimo due anni di esperienza pregressa. In assoluto, le figure con meno di due anni di esperienza più richieste, tra le professioni intellettuali e scientifiche e le figure tecniche intermedie, risultano essere: Disegnatori Industriali (1° posto) e i Tecnici Meccanici (2° posto), che insieme occupano poco meno di un quarto delle web job vacancies. Interessante che al quinto posto troviamo gli ingegneri specializzati seguiti dagli ingegneri industriali e gestionali, figura quest’ultima che Varese sembra richiedere con maggior interesse rispetto alla media regionale e nazionale. Nel complesso, nell’ambito delle professioni intellettuali e tecniche intermedie, nei primi 6 mesi dell’anno sono stati rilevati annunci per circa 200 ingegneri e altrettanti tecnici alle prime armi da parte dell’industria manifatturiera varesina. In termini di area professionale il 43% degli annunci per giovani sulle professioni intellettuali e tecniche in ambito manifatturiero riguarda la progettazione, ricerca e sviluppo. Seguito dal 19% di professioni riguardanti l’installazione e manutenzione; dai sistemi informativi (9%); vendita (6%); produzione di beni o erogazione di servizi (4,9%) e marketing, comunicazione ed assistenza clienti (4,7%). 

L’analisi dei dati di WollyBI consente anche di arricchire il profilo delle professioni più richieste esaminando anche hard skill della preparazione specifica − e soft skill dell’atteggiamento verso il lavoro −, che sono ad esse connesse. Rassicurante è il fatto che le skill che le imprese già richiedono siano perfettamente in linea con le “10 competenze chiave per il futuro” indicate dal World Manufacturing Forum 2019 di Cernobbio. Tradotto si richiede di saper progettare, utilizzare bene il computer, essere preciso ed aver voglia di sperimentare anche qualcosa di nuovo. Caratteristiche che parlano chiaro in questi tempi in cui gli oggetti ed i processi tendono ad essere riprogettati in funzione Industry 4.0. 
Insomma, gli spunti di lettura del contesto sono tanti e sono articolati, per chi possiede la soft skill della “curiosità di indagare il mondo delle professioni del futuro”. 

         



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