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Il progetto STEAMiamoci, nato in Lombardia e oggi diffuso in tutto il Paese grazie a Confindustria, vuole avvicinare le ragazze agli studi e alle professioni scientifiche, promuovendo il valore della diversità di genere anche in azienda

“I ragazzi devono sapere che le materie scientifiche e le professioni tecniche sono affascinanti”. È la certezza del Vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano Giovanni Brugnoli. Non una presa di posizione nell’eterno dibattito tra studi umanistici e scientifici, ma una presa di coscienza molto attuale: i giovani devono sapere quanto oggi offra (e richieda) loro il mondo della scuola, della formazione e del lavoro. I ragazzi in generale devono esserne consapevoli certo, ma soprattutto le ragazze, perché questa consapevolezza le aiuti a superare quelli che comunemente chiamiamo gap di genere, aprendo loro quelle strade che vecchi stereotipi facevano, e ancora fanno, sembrare accessibili solo all’universo maschile. In primis, la strada degli studi tecnico scientifici. “Oggi più che mai è importante che i giovani credano nel futuro. Di fronte al contesto pandemico, alla decrescita demografica, agli andamenti congiunturali servono talenti giovani che vogliano entrare nelle imprese. E queste indubbiamente hanno fame di talenti e competenze scientifiche” continua Brugnoli. “Per costruirlo questo futuro, serve valorizzare la diversità di genere, fondamentale per la crescita sociale ed economica. Bisogna che il femminile entri a scuola e in azienda e per farlo serve che superiamo gli stereotipi secondo i quali i ragazzi devono per forza frequentare ingegneria e le ragazze percorsi umanistici. I dati parlano chiaro: le ragazze emergono con risultati incredibili negli istituti tecnici e negli ITS, hanno voti migliori nelle università scientifiche. Ciò nonostante, le iscritte ad istituti tecnici e Its superano di poco il 25% e ancor meno sono le percentuali di laureate. Dobbiamo scardinare un retaggio culturale perché le ragazze possono fare tutto”.

Ma come? “Bisogna partire dalla cultura e dall’orientamento, per far comprendere alle ragazze che c’è grande fascino nelle materie STEAM (letteralmente Science, Technology, Engineering e Mathematics con l’aggiunta di A di Arte, per includere ogni aspetto della conoscenza e dell’espressività, ndr). Per questo, come Confindustria, promuoviamo il progetto STEAMiamoci”, spiega il Vicepresidente Brugnoli. Nata in Lombardia, da un’idea di Assolombarda e portata avanti sul territorio dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriali varesina, oggi l’iniziativa è diffusa a livello nazionale, grazie alla collaborazione di una rete di realtà accomunate dall’impegno per la valorizzazione dei talenti femminili. Un mondo variegato, così come le iniziative, che spaziano tra attività di orientamento e formazione, borse di studio o mentoring. A Varese, ad esempio, i Giovani Imprenditori promuovono diversi progetti. Tra questi, un percorso dedicato alla funzione femminile come valore per le organizzazioni e il progetto Futures MakHers della LIUC - Università Cattaneo, per unire imprenditrici, manager e professioniste con l’obiettivo di ispirare uomini e donne a costruire un futuro in linea con gli obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU. Non ultima, attività da sempre fiore all’occhiello del Gruppo Giovani Imprenditori, quella dedicata all’orientamento dei ragazzi delle superiori direttamente nelle scuole, anche all’interno del progetto Generazione d’Industria.

“Il cambiamento parte dalle donne”. Così si legge sul sito del progetto STEAMiamoci. La convinzione è che la diversità sia un valore e una ricchezza per le imprese, che fa crescere produttività, competitività e innovazione, favorendo lo sviluppo sociale. Un obiettivo che può essere perseguito solo con più donne nelle professioni scientifiche e tecnologiche e ai vertici delle organizzazioni. Gli stessi numeri, del resto, raccontano un mercato del lavoro in cui queste aree vedono da sempre la predominanza maschile. Eppure, è proprio nelle aree STEM che, secondo l’Ue, entro il 2025 saranno richiesti 7 milioni di posti di lavoro: professionalità qualificate in settori specializzati come cyber security e Internet of Things. In Italia, però, sono solo il 24% le donne occupate in questi ruoli e nel mondo solo il 19% quelle in ruoli manageriali (nell'ICT si scende al 15%), uno scenario aggravato dalla pandemia.

“Le competenze STEM sono e saranno le competenze del futuro. L’Italia ha reagito alla crisi pandemica, l’industria ha trainato la ripresa, 6 aziende su 10 dichiarano di voler assumere nonostante la pandemia. Le imprese cercano tecnici e, infatti, le percentuali di occupabilità di chi esce da un ITS sono altissime” continua Brugnoli. “Questo è il quadro. Ma non si tratta solo di numeri. Bisogna aumentare la qualità complessiva delle nostre persone e un contributo essenziale lo possono dare le donne: dobbiamo orientare sempre più ragazze verso i percorsi tecnico-scientifici per i quali dimostrano di essere molto portate. Dobbiamo lavorare con il sistema educativo per ridurre questo gap con progetti innovativi come STEAMiamoci. Le ragazze devono sapere che oggi le nostre fabbriche sono affascinanti, che c’è della bellezza nell’innovazione, nei nuovi macchinari, nelle tecnologie. Per questo bisogna sensibilizzare le scuole, le famiglie e le stesse ragazze e farle innamorare delle STEM”.

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