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Dal ripensare il rapporto con i dipendenti al rendere il proprio core business etico e sostenibile. Le motivazioni che spingono sempre più imprese a scegliere di adottare la forma giuridica che attesta un concreto e costante impegno per la responsabilità sociale sono molte e diverse. Non solo in termini di valori e principi. Ecco alcuni esempi varesini virtuosi: Lasi, Grassi, LATI

C’è chi lo è diventato da poco, formalmente, ma lo era di fatto da una vita. C’è chi punta sul rapporto con i collaboratori e chi si impegna in maniera attiva a sostenere la comunità in cui si trova. In provincia di Varese le Società Benefit si stanno, pian piano, moltiplicando, con progettualità ed iniziative sempre più sostenibili, che mettono al centro le “people” e il territorio. Ma facciamo un passo indietro. Cosa vuol dire essere una Società Benefit? Si tratta di aziende che scelgono di integrare nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente. Come nel caso della Grassi Spa, impresa familiare tessile di Lonate Pozzolo nata nel 1925 e specializzata nel confezionamento di capi di abbigliamento tecnico, Benefit dal gennaio 2023. “Diventando Società Benefit abbiamo messo nero su bianco, nel nostro statuto, l’impegno ad agire in modo responsabile, sostenibile e trasparente. Credo che questo sia il modo migliore di fare impresa, oggi”, commenta Roberto Grassi, Presidente della società storicamente conosciuta come Alfredo Grassi Spa, da non molto diventata Grassi Spa e Presidente di Confindustria Varese.

L’esperienza Benefit per l’azienda di Lonate Pozzolo è iniziata in modo insolito. Ovvero dalla creazione, circa 6 anni fa, di una società partecipata al 100%, la GR10K, nata con l’intento di realizzare abbigliamento da tessuti dead stock, cioè fondi di magazzino, a cui dare una seconda vita. Quella società, con una spiccata connotazione sostenibile e con nel Dna una grande attenzione all’ambiente, ha spinto la Grassi nella medesima direzione. “Con il passare del tempo – precisa Roberto Grassi –, ci siamo accorti che le stesse prassi e gli stessi valori fondanti di GR10K erano presenti anche nelle azioni della casa madre. Da lì l’idea di apportare le necessarie modifiche allo statuto aziendale per diventare, a tutti gli effetti, una Società Benefit”. Un percorso, ancor prima che sostenibile, culturale, coerente con lo stile di conduzione aziendale familiare portato avanti nel corso degli anni da diverse generazioni di imprenditori, per quasi dieci decadi.

“Non bastano le parole, servono gesti concreti: la sostenibilità negli ultimi anni è diventata molto di moda, ma il rischio è che resti un elemento di facciata. Con questo cambio societario abbiamo voluto dare un segno tangibile del nostro impegno in questo senso. Il consiglio più importante che posso cercare di dare agli imprenditori che intendono diventare Società Benefit è di pensare ad un benessere diffuso, capace di rendere i nostri luoghi di lavoro più attrattivi per i giovani e, di conseguenza, in grado di attrarre e mantenere talenti. Perché questo significherebbe che le persone si trovano bene e riescono ad esprimere al meglio le proprie ambizioni professionali all’interno di un luogo di lavoro sano, con dei principi e dei valori condivisibili”, conclude il Presidente della Grassi Spa.

Cosa vuol dire essere una Società Benefit? Si tratta di aziende che scelgono di integrare nel proprio oggetto sociale, oltre agli obiettivi di profitto, lo scopo di avere un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente

Ed è proprio la cura dei collaboratori il core delle attività Benefit messe in campo dalla Lavorazione Sistemi Lasi Spa di Gallarate, impresa specializzata in produzione di elettronica (schede e assiemi elettronici) e servizi integrati (EMS) dal 1986. “Il punto su cui dobbiamo lavorare di più – spiega il Ceo Giuseppe Boggio –, al di là degli aspetti ambientali e della governance sui quali ci siamo già ampiamente adoperati, è proprio la cura per le nostre risorse. Da sempre collaboriamo molto con le scuole del territorio, abbiamo realizzato nel corso degli anni progetti dedicati ai disabili e per quanto riguarda l’ambiente e la sicurezza, poi, siamo certificati, ma sull’avere cura delle persone che lavorano con noi c’è tanto ancora da fare. Ed è forse questa la parte che ci ha motivato maggiormente a diventare Benefit”. L’impresa gallaratese ha completato il passaggio a Società Benefit nel mese di luglio 2022, portando così a termine una lunga attività cominciata molti mesi prima proprio sul tema della sostenibilità aziendale. E arrivati ad un certo punto il passaggio è sembrato inevitabile. Per usare le parole di Boggio: “Perché no? Qual è il motivo ostativo per non farlo? È semplicemente la naturale conclusione di un percorso già avviato: in realtà eravamo Benefit fin dall’inizio, ne abbiamo solo preso consapevolezza”. E poi “perché è bello!”, tiene a precisare con una semplicità disarmante il Ceo di Lasi. 

Tanto entusiasmo ma anche molto impegno. Alla spinta e alla volontà di miglioramento iniziali, infatti, sono seguite azioni concrete, come una serie di colloqui, realizzati faccia a faccia con tutto il personale Lasi della sede di Gallarate (125 persone in totale) con lo scopo di mappare problematiche e richieste dei collaboratori, a cui dare ascolto e porre rimedio, dove necessario. “Quello che è emerso – precisa Giuseppe Boggio – è una difficoltà nel rapporto con i responsabili: la nostra risposta è stata, quindi, la predisposizione di un corso di formazione dedicato specificatamente a queste figure. Non è facile, c’è sicuramente molto lavoro da portare avanti, ma noi abbiamo deciso di affrontare questo passaggio perché, ad un certo punto, ci siamo resi conto che nella Società Benefit c’era il futuro della nostra azienda”. 

 

 

Futuro che anche LATI Industria Termoplastici Spa, impresa di Vedano Olona che produce compound termoplastici per uso ingegneristico dal 1945, ha intravisto chiaramente e scelto di perseguire. Come racconta la Ceo aziendale Michela Conterno: “Il desiderio di affermare che l’impresa, nel suo piccolo, abbia lo scopo di contribuire a migliorare il mondo: questo ci ha spinti nella direzione di diventare Società Benefit, finalizzata nella seconda metà dello scorso anno. Eravamo già maturi, avevamo la consapevolezza che il capitalismo tradizionale non ci soddisfacesse più. Il motore delle nostre attività non è e non deve essere la semplice creazione di valore economico, ma anche e soprattutto di valore sociale”. In altre parole, il profitto non basta più e non è il fine ultimo, ma piuttosto un mezzo per garantire il bene comune

Nel corso degli anni LATI si è impegnata a generare valore attraverso importanti investimenti, la riduzione degli impatti sull’ambiente e la creazione di benessere per le persone, la comunità e il territorio. “Questo modo di fare impresa – ci tiene a precisare Conterno – è frutto della decisione dell’azienda di mettere al centro di strategie e processi di business, la sostenibilità, largamente intesa. Un’ispirazione che, per noi, è molto trasversale. Si può dire, infatti che la sostenibilità sia il beneficio comune che dà coerenza a tutte le nostre attività”. Ed era fondamentale per LATI che tutto partisse dal core business aziendale, ovvero dalle materie plastiche.

“È ormai imprescindibile impiegare processi sostenibili nelle fasi produttive. La differenza che abbiamo scelto di mettere in campo è nella definizione dell’utilizzo dei nostri materiali. Il nostro core business, ad esempio, è rappresentato dalle plastiche autoestinguenti per il settore elettrico ed elettronico che evitano gli incendi in caso di cortocircuito. Sono le applicazioni sicure, buone e con un impatto positivo quelle su cui vogliamo investire. Invece, vogliamo assolutamente evitare quelle che potrebbero mettere a repentaglio la vita delle persone, come nel caso degli impieghi per scopi bellici”, spiega Michela Conterno. Ma non basta, LATI sta anche portando avanti una sorta di campagna informativa sulle materie plastiche, fin troppo spesso demonizzate: “Ci siamo dati nel nostro beneficio comune l’obiettivo di fare attività di sensibilizzazione sul corretto uso della plastica, non solo nei confronti dei nostri clienti, ma anche per esempio nelle scuole, aiutando gli studenti a smistarla e riciclarla, in ottica di economia circolare”, chiosa Conterno. 

 

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