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1948-2018: compie 70 anni l’aeroporto internazionale della brughiera. Una storia da cui dipendono ancora oggi le sorti di un intero territorio. Ma quando e perché nasce l’idea di creare proprio in provincia di Varese questa infrastruttura? Chi furono i pionieri di questo progetto? Come nacque e si concretizzò?

‘‘Da un confronto fra l’aeroporto di  Malpensa e quello di Lonate, è risultato, in modo evidente, che tutti i fattori sono in favore della Malpensa e che per contro gli stessi fattori presi in considerazione sono per un giudizio sfavorevole sull’aeroporto di Lonate”. Siamo all’indomani della fine della Seconda Guerra Mondiale. E quello contenuto in una nota ufficiale del periodo non è un refuso. C’era proprio anche Lonate Pozzolo tra i possibili siti dove far nascere un aeroporto in grado di collegare il Nord Italia al resto del mondo. Quello di Lonate è però un progetto destinato a rimanere solo sulla carta. Mentre per Linate c’è il gap degli oggettivi impedimenti per “eventuali ampliamenti futuri”, visto gli spazi chiusi “dal bacino dell’idroscalo e dal viale di accesso alla città” di Milano da una parte e “da quartieri cittadini densamente abitati dall’altra”. Limiti e pregi di allora sono gli stessi di oggi. Così come le sfide: dopo i combattimenti e i bombardamenti, continua la nota, “l’Italia settentrionale, a differenza di quella centrale, si è trovata sprovvista di un aeroporto a grande raggio d’azione del tipo intercontinentale… così che, un gruppo di uomini – senza finalità speculative – sia giunto alla determinazione di dare vita all’aeroporto della Malpensa proprio nel momento in cui i nostri più importanti centri industriali, compresa la stessa Milano, venivano esclusi dalle grandi linee aeree”. Per motivi diversi, e con le giuste proporzioni, i rischi di allora sono per assurdo ed ironia gli stessi dei giorni nostri. Ma non è questo che qui interessa. Semmai la curiosità è sapere da chi era composto quel gruppo di uomini che resero possibile la nascita dell’aeroporto nella brughiera. Quando nasce Malpensa? Perché proprio qui? Di chi fu l’iniziativa?
Le risposte si trovano nel libro “Qui si vola” di Macchione Editore, scritto da Alberto Grampa. 

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Dopo essere stata un campo agricolo (1796), dopo essere stata terreno di manovra delle truppe austriache del generale Radetzky (1821-1849), dopo essere stata la culla dei primi pionieri italiani del volo con Gianni Caproni che proprio a Cascina Malpensa fa sorgere i primi rudimentali hangar (1909-1910), dopo essere stata centro di addestramento dei piloti militari della prima guerra mondiale (1915), dopo gli interventi strategici di rafforzamento delle truppe tedesche durante il Secondo Conflitto Mondiale (1943-1945), per Malpensa la fine della Guerra apre nuovi scenari. L’Italia del Nord non ha un aeroporto internazionale. Dove costruirlo? A Lonate Pozzolo esiste una pista, ma non in calcestruzzo. Linate, come detto, aveva dei forti limiti per ampliamenti futuri (quando gli avi hanno più lungimiranza dei contemporanei). Altri siti minori come Vergiate, Bresso, Venegono, Orio al Serio, Arcore e Piacenza vengono subito scartati. Trovato il luogo serve capire chi si fa carico del progetto. Realizzare un aeroporto per il Settentrione è l’obiettivo della Camera di Commercio di Milano che avvia la costituzione dell’Ente per l’Aeroporto Civile della Lombardia. L’anima è l’architetto De Finetti, che è anche assessore della Provincia di Milano. Di possibili finanziatori sulla piazza milanese, però, non vi è traccia. E così nel 1948 De Finetti volge lo sguardo a Busto Arsizio. Contatta il Sindaco di allora, Giovanni Rossini, attraverso il quale riesce a presentare il progetto ai politici della città e ai suoi imprenditori. 

C’era anche Lonate Pozzolo tra i possibili siti dove far nascere un aeroporto in grado di collegare il Nord Italia al resto del mondo, ma l’ipotesi risultò subito troppo costosa

Questi ultimi si dicono disposti a entrare nell’avventura. Tanto che si offrono di sottoscrivere il 55% della “Società Aeroporto della Lombardia”. Ad una condizione: il Cda che è fatto di 7 componenti deve prevedere almeno 4 sedie per esponenti di Busto Arsizio, a cui deve andare anche la poltrona di Consigliere Delegato. Non se ne fa niente. Comincia un braccio di ferro tra anima milanese e anima bustocca del progetto. Un’impasse da cui non si riesce ad uscire e la “Società Aeroporto della Lombardia” viene messa in liquidazione. Ma l’idea di un aeroporto a Malpensa non va in soffitta. Busto Arsizio va dritta per la sua strada. Il 22 maggio 1948 con atto nello studio del notaio Michele Zanzi nasce la “Società Aeroporto di Busto Arsizio Spa”. Il capitale iniziale è di 1 milione di lire: 500mila di Giovanni Rossini e altrettanti di Benigno Airoldi. Con delibera datata 21 marzo 1950 il capitale sale a 297,7 milioni. Dividendo gli azionisti per comune di provenienza, la quota di maggioranza spetta a Busto Arsizio (208,1 milioni), seguono Gallarate (26,4 milioni), Torino (23,7 milioni), Milano (22 milioni), Somma Lombardo (7 milioni), Amministrazione Provincia di Varese (3 milioni), Camera di Commercio (1 milione). Via via, ci sono poi quote più piccole in capo a varie altre località del Varesotto. Per la stragrande maggioranza si tratta di capitali privati. 

Questo il lato socio-finanziario della storia. A livello industriale, invece, il Cda muove i primi passi in direzione di Lonate Pozzolo, affidando uno studio, oggi diremmo di fattibilità, agli architetti Jelmini-Ibba-Macchi. Ma la realizzazione risulta subito troppo costosa. Si comincia dunque a guardare a Malpensa. Il 7 giugno viene fatta richiesta al Ministero di poter attrezzare l’area da militare a civile. Dopo i primi lavori il 21 novembre 1948 l’aeroporto è ufficialmente aperto. Sono passati solo pochi mesi dalla costituzione della Società. Quel giorno atterra il primo aereo. Grampa da storico esperto del volo, ne descrive il modello nel suo libro: Breda-Zappata BZ.308 (I-BREZ), pilotato dal collaudatore Mario Stoppani. È un crescendo. Cominciano a fare prove di atterraggio e decollo le compagnie ALI, Alitalia, Sabena, TWA, KLM, Air France. Il 21 aprile 1949 si tiene l’inaugurazione ufficiale, ma già il 2 febbraio viene effettuato il primo collegamento TWA per New York. 

Dagli 11mila passeggeri del 1949, Malpensa crescere fino ai 163mila del 1954. L’aumento viene, però, accompagnato a livello societario dal sempre più massiccio impegno del Comune di Milano che entra nel capitale nel 1951

La crescita è costante e il numero di passeggeri premia l’avventura e il coraggio imprenditoriale bustocco. Dagli 11mila passeggeri del 1949, Malpensa crescere fino ai 163mila del 1954. L’aumento viene, però, accompagnato a livello societario dal sempre più massiccio impegno del Comune di Milano che entra nel capitale nel 1951 con l’acquisto di 30mila azioni. Il rastrellamento giunge fino all’ottenimento, nel gennaio 1955, del 77,5% del pacchetto. “È la svolta”, racconta Grampa. Una società nata principalmente con l’impegno del capitale privato è ormai a stragrande maggioranza pubblica. Cambia anche il nome, prendendo la sigla attuale: SEA (Società per Azioni Esercizi Aeroportuali). Viene spostata anche la sede: da Busto Arsizio c’è il trasferimento a Milano. Ed è in questi anni che comincia il derby con Linate. È solo dopo che Provincia e Comune di Milano diventano i principali azionisti che nasce l’idea di valutare la ristrutturazione anche del vecchio aeroporto di Linate. “Dopo una serie di controversie - scrive Grampa - la SEA nel giugno 1957 ottiene l’autorizzazione dal ministero per la realizzazione della nuova aerostazione milanese di Linate e la gestione abbinata dei due aeroporti di Malpensa e Linate”. È l’inizio di un’altra storia.  

La curiosità: da dove nasce il nome Malpensa?

Nel 1796 un ricco commerciante di Busto Arsizio, Gian Battista Tosi, intraprende l’avventura di utilizzare dei terreni a Sud di Somma Lombardo e Gallarate per attività agricole. Nasce così la Cascina Malpensa, dove poi, nei primi anni del Novecento, verranno piazzati i primi hangar per la costruzione dei velivoli dell’Ingegner Gianni Caproni. Il fatto è, però, che l’utilizzo di quell’area per la coltivazione è ritenuta dai più una cattiva idea, una “Malpensata” appunto. Da qui il nome Cascina Malpensa e poi Malpensa. 
Malpensa è da molti, soprattutto dai giornalisti sempre alla ricerca di un sinonimo in grado di rendere meno ripetitivi i propri articoli, denominata anche l’aeroporto della Brughiera. Anche in questo caso è sempre Alberto Grampa, nel suo libro “Qui si vola”, a spiegare che il termine deriva dalla parola dialettale “brug”, a sua volta legato al termine celtico “brucus”, ossia la pianta che vive in luoghi aridi: la erica. 

 

Per saperne di più: Quando Malpensa cresce



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