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Promuovere l'adozione di politiche a favore delle pari opportunità nel mondo del lavoro per diffondere una cultura di genere e accrescere l’occupazione e l’occupabilità delle donne. Questo l’obiettivo del Protocollo d’intesa siglato da Provincia di Varese, Consigliera di Parità provinciale, sindacati (Cgil, Cisl e Uil) e Associazioni di categoria tra cui Confindustria Varese. Più precisamente, si tratta di un accordo in cui le varie parti sociali si impegnano in azioni mirate a creare migliori condizioni di lavoro per le lavoratrici del territorio, perché come ha tenuto a sottolineare il Direttore di Confindustria Varese, Silvia Pagani, “non ci può essere sviluppo economico senza progresso sociale. E non ci può essere crescita del benessere sociale senza un mercato del lavoro maggiormente inclusivo delle donne”.

Raccogliere le statistiche inerenti al mondo del lavoro nella provincia di Varese, con particolare riferimento alle dimissioni delle lavoratrici madri fino al terzo anno del bambino; informare sull’esistenza di bandi e progetti in tema di conciliazione lavoro-famiglia; istituire un Tavolo di monitoraggio per l’analisi del contesto territoriale sui temi della conciliazione, delle pari opportunità e della non discriminazione; supportare la Consigliera di parità nella divulgazione del suo ruolo e della relativa legislazione; promuovere la Certificazione della parità di genere, al fine di attestare le politiche e le misure concrete adottate dai datori di lavoro. Questi alcuni degli impegni presi dalle parti firmatarie che si incontreranno periodicamente, ogni sei mesi, per verificare lo stato di attuazione del Protocollo.

Provincia di Varese, Consigliera di Parità provinciale, sindacati (Cgil, Cisl e Uil) e Associazioni di categoria, tra cui Confindustria Varese, hanno firmato un Protocollo d’intesa per favorire le pari opportunità, a partire dai luoghi di lavoro

“Eliminare il divario di genere nei luoghi di lavoro è ancora un traguardo lontano che per essere raggiunto necessita della collaborazione fattiva di tutti i soggetti firmatari del protocollo anche attraverso la diffusione di una cultura di genere – ha sottolineato Anna Danesi, Consigliera di Parità provinciale –. Ancora oggi si incontrano grandi difficoltà nella conciliazione vita-lavoro. La riorganizzazione lavorativa, la rimodulazione degli orari e il divario retributivo sono aspetti specifici sui quali porre l’attenzione per incrementare la partecipazione delle donne nel mercato del lavoro ed evitare che chi è occupata sia costretta a dimettersi”.

Il territorio sembra avere margini di miglioramento in termini di occupazione e occupabilità femminile: “Lo dimostrano i dati del nostro Piano Strategico #Varese2050 – ha continuato il Direttore di Confindustria Varese, Silvia Pagani –. Occorrono, però, progetti che sappiano dare risposte alle reali esigenze di pari opportunità in termini di conciliazione lavoro-famiglia, di welfare aziendale e di contrasto a qualsiasi forma di discriminazione di genere. Iniziative che prendono forma concreta sia con questo protocollo d’intesa, sia con il Progetto People di Confindustria Varese, sia con l’impegno crescente delle imprese”. Perché come ha sottolineato Valentina Verga, Vicepresidente della Provincia di Varese e Consigliera con delega alle Pari opportunità, “la parità sarà raggiunta quando l’affidamento alle donne di incarichi di rilievo non farà più notizia, ma sarà la normalità”.

Positivi per la firma di questo accordo anche i sindacati, quali Cgil Varese, Cisl dei Laghi e Uil Varese: “Esprimiamo soddisfazione per la firma del protocollo fra istituzioni, associazioni datoriali e parti sociali per favorire una fattiva e reale parità di genere nei luoghi di lavoro e contrastare il fenomeno delle molestie e della violenza e auspichiamo presto la firma di un accordo specifico ed operativo”.

Ha posto l’accento, invece, sull’importanza del diffondere la cultura della parità di genere, il Prefetto di Varese, Salvatore Pasquariello: “Una donna su quattro non rientra al lavoro dopo la maternità. È inaccettabile che il lavoro sia un’alternativa alla maternità. È necessario fare delle riflessioni per favorire una paternità presente e responsabile”.



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