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75 anni e non sentirli: l’azienda di Oggiona con Santo Stefano cambia pelle e guarda al futuro anche con un progetto di economia circolare

La regina delle bobine. È Luisa Parasacchi, Titolare dell’omonima azienda di Oggiona con Santo Stefano a raccontarcene la storia. Un percorso che rappresenta molto bene sia il comparto che, più in generale, l’economia varesina. È, infatti, una storia di una famiglia che, dal secondo dopoguerra ad oggi, porta avanti la specializzazione di un prodotto molto particolare, la bobina industriale di plastica e continua a farlo con una costante attenzione al cambiamento. Vediamo come. Sono 75 anni quest’anno (si festeggeranno precisamente il 20 novembre 2020), che la Parasacchi Srl è un riferimento assoluto sul mercato. “Si contano sulle dita di una mano le imprese in Italia, ma anche in Europa, che producono bobine a livelli importanti. Riforniamo ogni parte del mondo per diversi settori: principalmente i nostri prodotti servono per l’avvolgimento di fili di rame, cavi elettrici, fili di acciaio, fili sintetici, tubi in gomma e tubi medicali”. Per chi non conosce il settore, di fronte a queste parole verrebbe da chiedersi: con questo livello di leadership e con un prodotto che sembrerebbe già perfetto così, come possano esserci grandi margini di innovazione per un’azienda matura. 

In realtà il 75esimo anniversario della Parasacchi si inserisce perfettamente in un percorso da azienda giovane, che ha di recente cambiato pelle, come fosse una startup. “Da un anno e mezzo abbiamo avviato una grande evoluzione”, racconta Luisa, terza generazione Parasacchi, con la consapevolezza di chi conosce bene l’azienda e, insieme, la grinta da sportiva che non si arrocca sui risultati ottenuti. “Avevamo bisogno di nuova linfa: sentivo la necessità di un salto di qualità. Grazie alla preparazione tecnica e al rigore, oltre che all’intuito, di un nuovo direttore di stabilimento (Marco Rossi) abbiamo iniziato un processo di innovazione per obiettivi. Concreti, quantificabili. Cose apparentemente semplici, rivelatesi poi geniali e capaci di generare importanti traguardi”. 

L’anniversario dell’impresa si inserisce perfettamente in un percorso da realtà giovane, che ha di recente cambiato pelle, come fosse una startup: “Da un anno e mezzo abbiamo avviato una grande evoluzione”, racconta Luisa, terza generazione in azienda

Gli esempi pratici non mancano: “Dal miglioramento della gestione del parco macchine all’introduzione di nuove abitudini nelle relazioni in azienda, come il briefing del mattino che è diventato un appuntamento quotidiano, ai corsi di formazione fino ad una maggiore responsabilizzazione di tutti. Ogni persona in azienda va, infatti, valorizzata e stimolata. Questo nuovo modo di vivere l’impresa ci ha permesso di affrontare con una certa serenità anche l’emergenza Coronavirus. Noi non abbiamo mai chiuso, essendo tra i produttori di beni essenziali (Parasacchi rifornisce anche il medicale, ndr) e questo ha ovviamente implicato una serie di attenzioni. In realtà, però, ancora prima dei protocolli, ci eravamo attrezzati anticipando regole come ad esempio la rilevazione della temperatura che poi è diventata un obbligo”. 

Ascolta "La regina delle bobine" su Spreaker.

Ma la seconda vita della Parasacchi avviata a 75 anni dalla fondazione non è fatta solo di innovazione sul lato dell’organizzazione del lavoro. Coinvolge anche il prodotto: “Con un miglioramento di processi e relazioni aumenta proporzionalmente la qualità di ciò che produciamo. Ma avevamo anche un’altra precisa ambizione”, spiega l’imprenditrice. “Il prodotto è davvero migliore solo se si limitano al massimo gli scarti. In meno di un anno e mezzo siamo riusciti a ridurli dal 6/7% al 3%. Ma non solo. Abbiamo creato letteralmente un nuovo brand registrato che è perfetta sintesi di economia circolare. Ecoblack (così si chiama il marchio) è un prodotto nuovo che nasce per soddisfare due obiettivi: rispettare l’ambiente e massimizzare la redditività del cliente, perché presenta un costo inferiore rispetto alle omologhe versioni realizzate con materiali di prima scelta. La linea, infatti, è composta da bobine prodotte con materiali riciclati da prodotti post-industriali. Si tratta di scarti che arrivano in gran parte dal settore automotive, che utilizza all’origine materie molto nobili”. Una sensibilità sicuramente in linea con quella del mercato ma anche spinta da una vocazione personale: Luisa è anche nota, infatti, per aver ideato, in anticipo sui tempi della moda, una linea di arredo design, personalizzabile ed eco-friendly, dal nome Parasacchi Home che vede protagoniste proprio le bobine. 

La storia della Parasacchi srl

Parasacchi nasce nel ‘45 a Cavaria dall’intuito di Marcello Parasacchi, che inizia l’attività con la produzione di particolari tecnici in plastica per il settore elettrico. Il fondatore scompare prematuramente a metà degli anni ‘60 ed il figlio Franco inizia un processo di sviluppo rilevante: al reparto di stampaggio materie plastiche viene affiancato quello per la fabbricazione di mobili in acciaio. È di questi anni la costruzione di un capannone ad Oggiona. La lungimiranza dell’imprenditore lo porta ad orientare il business verso la produzione di bobine in plastica per l’avvolgimento di cavi e fili. Investe, quindi, in macchinari ed in personale, portando l’azienda ad affermarsi a livello nazionale. Grazie alla qualità dei manufatti e alla notevole credibilità acquisita, l’azienda diventa leader anche a livello internazionale. Dal 2016 è la figlia Luisa ad assumere le redini dell’impresa. Nel 2019 è finalista del premio “Di padre in figlio”, importante evento organizzato dall’Università Cattolica di Milano inerente i passaggi generazionali in azienda.



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