Il ruolo da protagonista di un’industria, quella varesina, “resiliente” e fortemente proiettata verso progetti di sostenibilità, internazionalizzazione e digitalizzazione. L’importanza crescente del “credito di filiera”. I timori per il rallentamento della Germania. Intervista a Luca Gotti, Responsabile d’area di UBI Banca 

Indagini congiunturali sui livelli di produzione, andamento della cassa integrazione, flussi di import/export, focus sui consumi. Ma non solo. Per capire lo stato di salute di un’economia locale è spesso utile anche andare a vedere la presentazione dei dati trimestrali di quelle imprese che sono quotate in Borsa. Questo vale anche quando l’azienda è una banca. Soprattutto se il territorio è Varese. E se l’istituto di credito in questione si chiama UBI Banca. Non una realtà qualsiasi per l’area all’ombra delle Prealpi. “Varese per noi è un insediamento storico”, spiega Luca Gotti, Responsabile Macroarea Territoriale Bergamo e Lombardia Ovest di UBI Banca: “Qui vantiamo una quota di mercato del 25% e siamo presenti con 2 Direzioni Territoriali, 73 filiali, 13 mini sportelli e 2 Centri Imprese, al servizio di circa 300.000 clienti tra privati e aziende”. Numeri che fanno di UBI, oltre che una delle più radicate banche sul territorio, anche una delle più importanti imprese del Varesotto. Un’azienda “che riesce a coniugare solidità a capacità di redditività economica”, secondo le parole del suo Amministratore Delegato, Victor Massiah, a commento degli ultimi dati trimestrali, di fronte ai quali la chiosa è stata: “Siamo ottimisti per quanto riguarda il futuro”. Nel pronunciare queste parole gli occhi di Massiah erano puntati soprattutto ad un dato: quella del calo della quota dei crediti deteriorati rispetto agli impieghi totali. Una riduzione di 2 miliardi “importantissima”, l’ha definita Massiah. Secondo la previsione di UBI l’indice che misura le sofferenze, le inadempienze probabili e quelle scadute rispetto al totale dei crediti, denominato Npe Ratio, si attesterà all’8%, contro il 10% preconizato dal piano industriale. Meglio del previsto, dunque. Ma c’è di più, secondo Massiah: “In altri contesti questa riduzione avrebbe in qualche modo inciso in maniera negativa sul Cet1, questo non è avvenuto da noi. Anzi, il Cet1 è passato dall’11,43% al 12,09%”. Tradotto, per chi non è del mestiere, ciò vuol dire che per Massiah UBI Banca è sempre più solida. 

         

Luca Gotti, questo cosa significa per un territorio come Varese dove la presenza di UBI è particolarmente radicata?
La solidità e la capillarità di presenza nella provincia consentono ad UBI Banca di sostenere in maniera indistinta tutte le attività economiche e produttive varesine (industria, artigianato, commercio) e parimenti le famiglie ed i privati, con una variegata offerta di prodotti e servizi studiati per ogni esigenza e con la professionalità di  consulenti che, nelle numerose nostre filiali, quotidianamente si relazionano con la nostra clientela e con tutte le associazioni di categoria rappresentative della stessa.

Il vostro è un punto privilegiato anche per capire in quale direzione stia andando il sistema produttivo. Quali sono attualmente i progetti per i quali le imprese richiedono maggiormente dei finanziamenti?
La domanda di credito è oggi trainata soprattutto dall’innovazione tecnologica e dal rinnovamento dei macchinari a seguito anche delle agevolazioni fiscali previste dalle ultime leggi di stabilità. In questa direzione va il sostegno che UBI Banca è in grado di garantire, sotto molteplici forme, alle aziende che avviano progetti virtuosi di investimento, programmi di internazionalizzazione, di sostenibilità, di innovazione e digitalizzazione in ottica di Industria 4.0, andando quindi oltre il mero rifinanziamento del debito. Settori come il manifatturiero, l’agroalimentare e l’industria meccanica hanno sicuramente importanti prospettive ed in questi rileviamo spazi di assoluta necessità di rinnovamento. Il credito di filiera è oramai attualità e costituisce un ottimo mezzo per ottenere i benefici che la diretta partecipazione ad un sistema economico può garantire. In questo senso la storica e consolidata collaborazione con l’Unione degli Industriali della Provincia di Varese consente di sostenere il tessuto imprenditoriale, che in questa provincia si contraddistingue per operosità e capacità manageriale e le cui produzioni di punta sono tutte presenti.

Come definirebbe l’industria varesina nel contesto lombardo?
È un ruolo da protagonista che contribuisce in maniera determinante alla crescita, economica e sociale, della regione più produttiva del Paese. Un’area contraddistinta da una chiara fisionomia in termini di attrazione d’impresa, i cui driver di successo sono la competitività del sistema produttivo-territoriale, la concentrazione spaziale di imprese di settori innovatori, la forte vocazione all’export, l’indice di giovinezza della popolazione e la specializzazione nei settori ad elevata produttività.

Luca Gotti: “A Varese abbiamo una quota di mercato del 25%, 73 filiali, 13 mini sportelli e 2 Centri Imprese, al servizio di circa 300.000 clienti tra privati e aziende”

Tutto positivo, dunque? Non vede criticità?
Le industrie varesine sono multisettoriali e hanno dato prova in questi anni, anche quelli più bui, di elevati livelli di resilienza, ma altrettanto capaci di guardare al futuro, di rinnovarsi ed innovarsi. Un sistema produttivo virtuoso, ma che inequivocabilmente risente del rallentamento dell’economia globale a cui contribuiscono un insieme di concause: guerre tariffarie, Brexit, decelerazione della Germania la cui economia è fortemente interconnessa con quella varesina. 

Varese, forse ancor più di altre realtà manifatturiere, è caratterizzata da una spina dorsale fatta di piccole e medie imprese. Questo cosa comporta per la strategia di risposta alle esigenze del sistema produttivo di una banca come UBI?
Per trovare le migliori soluzioni alle proprie esigenze, le Pmi possono contare su consulenti organizzati in team con sede in filiali specifiche sul territorio. A Varese sono 26 i team business dedicati ad aziende sino a 10 milioni di fatturato e 2 i Centri Imprese per le realtà più strutturate, per un totale di 109 consulenti quotidianamente al servizio delle imprese con strumenti tradizionali ed innovativi. A coloro che guardano ai mercati esteri assicuriamo, inoltre, la nostra presenza sia qui in Italia, con specialisti di settore, sia nel mondo, con i diversi uffici di rappresentanza. Infine, per le aziende che intendono aprirsi al welfare UBI è la prima Banca ad aver costituito una specifica divisione commerciale.



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