L’impresa-contro-il-Covid

Come la capacità di reazione di una Pmi aiuta ad affrontare un’emergenza pandemica. La storia della RCA Bignami Srl  di Varese che, in pochi mesi, ha progettato e realizzato una macchina altamente tecnologica che sta producendo 75mila mascherine FFP2 anti-Covid al giorno

Una macchina altamente tecnologica che sta producendo 75mila mascherine al giorno. È quella progettata, realizzata e oggi operativa all’interno della RCA Bignami Srl di Varese. Per l’esattezza la mascherina in questione è una semi-maschera filtrante denominata “Breathe”. Un dispositivo di protezione individuale FFP2-Covid-19 anch’esso ideato dalla stessa azienda varesina e che ha ottenuto la certificazione CE0068. Il piede della RCA Bignami è puntato sull’acceleratore: “L’idea ci è venuta a marzo - spiega Giorgio Bignami, titolare dell’azienda - in due mesi e mezzo abbiamo realizzato il progetto. Da una parte abbiamo messo a punto la macchina che ora siamo pronti a fabbricare e vendere alle realtà produttrici di mascherine che ne faranno richiesta; dall’altra, attraverso il primo prototipo della macchina, siamo noi stessi produttori per i grossisti del settore. Si tratta di un obiettivo raggiunto in pochissimo tempo rispetto agli standard, considerando che per realizzare una macchina di questo tipo, di norma, impieghiamo circa sette mesi”. 

Per la RCA Bignami il settore medicale/farmaceutico, non è una novità. Per questo, lo sviluppo di una nuova tecnologia di produzione di mascherine non può essere definita, come in altri casi più estemporanei, una “riconversione” per questa azienda varesina. Semmai è la messa a terra di una conoscenza tecnologica che conferma l’abilità di una tipica Pmi italiana, riuscita a rispondere rapidamente e in maniera flessibile ad una richiesta impellente di un prodotto oggi più che mai primario. Quello della RCA Bignami Srl di Varese è un quarto di secolo di storia, la gran parte del quale passato nello studio, progettazione e sviluppo di macchinari per il converting nel settore medicale/farmaceutico. Il know-how acquisito negli anni ha consentito all’azienda di farsi trovare pronta in un momento di emergenza senza precedenti che ha coinvolto il mondo intero. L’idea maturata durante il periodo di lockdown è stata messa a punto tra i mesi di marzo e luglio scorsi inventando e realizzando sia la maschera “Breathe” che la macchina di produzione denominata “Med Mask”. La nuova macchina tecnologica, innovativa e completamente elettronica è stata realizzata dall’impresa per produrre quantità industriali della maschera “Breathe”, 100% made in Varese e con materiali made in Italy.

Giorgio Bignami: “Da una parte abbiamo messo a punto la macchina che ora siamo pronti a fabbricare e vendere alle realtà produttrici di mascherine che ne faranno richiesta; dall’altra, attraverso il primo prototipo della macchina, siamo noi stessi produttori per i grossisti del settore”

RCA Bignami Srl è nata nel 1994. La sua storia è un vero e proprio percorso di crescita: partiti con la produzione specializzata di coltelli rotativi, sono passati alla produzione di moduli di taglio per arrivare poi a progettare e costruire macchine complete per la produzione di cerotti e altri prodotti del settore medicale e farmaceutico. Oggi la produzione si è ulteriormente allargata fino ad offrire intere linee di produzione dal taglio all’imballaggio, sempre su specifica del cliente, perché da sempre il motto di RCA Bignami è “customized for you”. “Il dispositivo di protezione individuale è composto da 5 strati di materiali, 2 di Spunbond all’esterno e 3 di Meltblow all’interno – spiega Bignami –. Il Meltblow è il filtro che si trova all’interno della mascherina”. 

In breve tempo, a supporto della Med Mask, è maturata la necessità di una seconda macchina che in tempi record è stata studiata, progettata, montata e collaudata per unire i 5 strati, accorparli e trasformarli in bobine, caricate elettrostaticamente per rafforzare la protezione dal virus. Le bobine vengono inserite nella seconda linea di produzione per essere trasformate nel prodotto finito. Il ciclo produttivo inizia con la saldatura ad ultrasuoni della sagoma, l’applicazione del nasello, l’inserimento e la saldatura ad ultrasuoni degli elastici, il taglio sagoma della maschera e il contemporaneo inserimento della stessa in singola busta di confezionamento e termina con un sofisticato sistema di controllo di qualità eseguito da specifiche telecamere. La lavorazione è priva di contatto ed alterazioni da agenti esterni, sottolinea Bignami, ed avviene in una macchina realizzata in acciaio inox “che possiede tutti gli standard per essere collocata nelle camere bianche”. Il tessuto entra nella macchina e, in pochi secondi, ne esce una mascherina già pronta all’uso e sigillata. L’utilizzatore di “Breathe”, che aprirà la busta, sarà il primo ed unico a venirne a contatto.  Sviluppo di processo e di prodotto a cui si è affiancata anche un’azione solidale per il territorio con la donazione di queste mascherine alla Fondazione Piatti di Varese, all’Istituto “La Provvidenza” di Busto Arsizio, all’Asst “Sette Laghi”, all’Ospedale di Crema e alla Polizia di Stato.

Con 170 macchine realizzate in 25 anni per il settore medicale e farmaceutico di tutto il mondo e un aumento costante di fatturato negli ultimi anni del 20-30%, la RCA Bignami continua a pensare a nuovi e innovativi progetti. Ancora una volta si assiste ad una prova di forza tutta made in Italy, in questo caso made in Varese, che mette in luce la capacità di reazione e la velocità di adattamento della piccola e media impresa. Se oggi le mascherine e la loro disponibilità non sono più un problema è anche e soprattutto per queste storie d’impresa. “La mascherina - chiosa Giorgio Bignami - diventerà un oggetto che ci accompagnerà per molto tempo, anche dopo la pandemia. Sarà parte dei nostri kit da viaggio e di vita. Manager, casalinghe, sportivi, impiegati, viaggiatori, studenti: chiunque la porterà in macchina, in valigia, nello zaino. Durante i futuri normali picchi di influenza nessuno si vergognerà a vestirla in autobus, metropolitana, aeroporti. Diventerà un gesto normale come mettere un cappello se fa freddo o gli occhiali da sole in estate, magari per proteggersi semplicemente dallo smog”. 



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