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E' proseguita, anche grazie agli strumenti digitali, l’attività di supporto e sostegno del sistema produttivo al mondo scolastico: 71 i ragazzi e le ragazze premiati con borse di studio nell’ambito del progetto Generazione d’Industria dell’Unione Industriali

Dallo scorso mese di febbraio il modo di fare scuola è cambiato. Studenti, docenti e famiglie hanno preso confidenza con strumenti fino a poco prima sconosciuti e inutilizzati. La didattica a distanza ha permesso di portare avanti i programmi scolastici e, seppur con mille difficoltà, ha rappresentato per milioni di studenti una nuova quotidianità diventata ben presto routine. I docenti hanno da subito cercato di capire come poter proseguire le attività e grazie a nuove competenze tecnologiche, ad un pizzico di fantasia, inventiva e alla collaborazione e al supporto di stakeholder (imprese, professionisti), hanno ottenuto dei buoni risultati. E a proposito di buone collaborazioni, Generazione d’Industria ne rappresenta un esempio virtuoso. Il progetto promosso dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese e sostenuto da un protocollo d’intesa firmato 9 anni fa insieme alla Provincia e all’Ufficio Scolastico Territoriale di Varese, è partito con la volontà di creare un qualcosa che durasse nel tempo, per affrontare insieme, imprese e scuole, un ambizioso percorso. Un lavoro che più di 50 aziende hanno accettato in questo quasi decennio di condividere e sostenere, con il dichiarato intento di riportare la cultura industriale nelle scuole e tra i giovani, accogliendoli nelle imprese, incoraggiandoli, insegnando loro cos’è l’azienda già sui banchi di scuola. 

E se per quest’anno scolastico non è stato possibile accogliere fisicamente gli studenti in fabbrica o in ufficio, la volontà di supportarli non è venuta meno. Ne sono un esempio gli incontri tenuti (sempre a distanza) dai rappresentanti del Gruppo Giovani Imprenditori di Varese: simulazioni di colloqui, economia e caratteristiche della provincia di Varese sono stati i temi maggiormente trattati. Un incontro di orientamento al lavoro ha permesso di portare per una mattinata, almeno virtualmente, gli studenti all’interno delle imprese, spiegandone il funzionamento, le dinamiche e le competenze richieste. Ad esso si sono affiancati 2 incontri specifici sui temi del marketing e della comunicazione aziendale e sul settore informatico con focus sulle skill oggi richieste. E il tema delle competenze è stato anche al centro della videoconferenza che l’area Risorse Umane dello stabilimento Stanley Black & Decker di Gemonio ha condiviso con degli studenti del quinto anno in procinto di entrare nel mondo del lavoro.

Un altro pilastro di Generazione d’Industria, che non è venuto meno in questo tormentato anno scolastico così particolare, è stata la “consegna” delle borse di studio: 59 studenti delle scuole superiori tecniche (industriali ed economiche) hanno ricevuto una lettera a firma dell’Unione Industriali varesina, nella quale veniva comunicato che grazie ai loro risultati scolastici erano meritevoli di una borsa di studio erogata dalla imprese partner del progetto Generazione d’Industria. Ai 59 studenti si sono aggiunti poi altri 12 che per partecipazione a iniziative speciali legate al progetto (come stage plus svolti prima del Covid e project work) riceveranno dei premi sempre di natura economica. In totale, dunque, 71 studenti che sono la testimonianza di come l’impegno e il merito vengano sempre e comunque premiati dal sistema delle imprese. Un altro messaggio fondamentale e di non secondaria importanza, è il supporto che le aziende, in un momento così compicato e incerto, hanno continuato a dare alle scuole, mostrando una vera vicinanza e attenzione nei confronti dei ragazzi e delle ragazze, a caccia di una nuova normalità. Una mano tesa, un segnale esplicito di voglia di collaborazione e cooperazione che ha superato limiti tecnologici e fisici che hanno contraddistinto l’anno scolastico 2019/2020. 

Digitalscape, la competizione didattica per ragazzi problem solver

Il mondo è caduto vittima di un’organizzazione criminale capeggiata da Mr. Middleman che, a scopo di profitto, ha reso schiava l’umanità. Un gruppo di white hat (Nemo, Ulla e il loro amico Quivis) si organizza per svelare all’opinione pubblica il piano nascosto dei criminali. La trama di un film? No, è la storia di un gioco didattico online per studenti delle scuole secondarie di secondo grado che dal 15 aprile ha permesso a migliaia di studenti di tutta Italia di sfidarsi affrontando gli episodi proposti ogni giorno. Il gioco, nato per aiutare i ragazzi a vivere il difficile periodo di quarantena forzata, ha coinvolto circa 1.000 squadre e 3mila studenti. Potevano partecipare studenti singoli o in gruppo, l’unico requisito richiesto era quello di avere una connessione internet e un browser su un computer o un tablet. I partecipanti hanno affrontato sfide che riguardavano l’uso di strumenti tecnologici come i social media, il web, la posta elettronica, toccando argomenti molto attuali come la sicurezza informatica, l’intelligenza artificiale e l’identità digitale.
L’idea del gioco Digitalscape era quella di arrivare alla vittoria attraverso la soluzione di problemi che richiedono lo sviluppo di competenze utili. Alla base del progetto coordinato da Idea.Lab – rete di scuole della provincia di Varese con capofila l’Istituto Tecnico Economico Tosi di Busto Arsizio attivata nel 2018 su un progetto del Miur (Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca) – c’è il concetto di ‘imparare facendo’, rendendo attraente l’acquisizione di nuove conoscenze. Il gioco è stato sviluppato attorno al tema degli strumenti della società dell’informazione e del loro uso appropriato. Tra i partner, anche il portale Skuola.net. Un progetto dallo spirito internazionale, visto che molti accessi alla piattaforma sono avvenuti anche da Germania, Francia, Gran Bretagna e Spagna. 

        
         



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