Fatturati e produzioni fermi. L’enorme problema della liquidità. Ma anche acquisizioni di realtà straniere, grandi gesti di generosità, sostegno al territorio, voglia di futuro. Il mondo delle aziende in trasformazione a causa dell’epidemia è fatto di tante tessere. L’immagine finale del puzzle in ricostruzione dipenderà dalla capacità del Paese di tornare ad investire

“Contattiamo la redazione di Varesefocus perché volevamo porre alla vostra attenzione la notizia della nostra acquisizione delle quote di maggioranza di un’azienda tedesca”. La telefonata dell’area marketing dell’azienda aerospaziale ALA - Advanced Logistics for Aerospace, con headquarter a Napoli, ma con una sede di recente apertura anche a Gallarate, è il classico caso di scuola di giornalismo. Quello che tutti i caporedattori insegnano agli stagisti in erba per spiegare che si ha in mano una notizia “non quando è il cane a mordere l’uomo”, bensì quando “è l’uomo a mordere il cane”.

Nel pieno dell’emergenza sanitaria, con le attività produttive alle prese con il lockdown, con le preoccupazioni della maggior parte delle imprese per la propria liquidità, con le previsioni fosche di ogni centro studi nazionale e internazionale che snocciolano cali del Pil, perdite di posti di lavoro e chiusure aziendali, la ALA annuncia l’acquisizione della Industrio GmbH, con sede a Norimberga. L’eccezione che fa la regola. La notizia che emerge. L’uomo che morde il cane, per l’appunto. A cui fa il paio, tanto per citare un altro esempio sempre dello stesso settore, il completamento dell’acquisizione, da parte di Leonardo, della società elicotteristica elvetica Kopter. Il racconto di quali siano le vie per le quali sta passando e passerà la trasformazione delle imprese per riadattarsi ad un mondo colpito dalla pandemia, passa anche da queste storie. Tutte riassumibili in una chiosa espressa dal commercialista Massimo Solbiati, durante un Webinar sulla finanza d’impresa e il problema della liquidità alle imprese, organizzato dall’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, in sostituzione alla normale attività convegnistica (altro segno dei tempi aziendali che cambiano): “La responsabilità sociale d’impresa oggi si esprime nel saper guardare avanti”. Nella capacità di immaginarsi, comunque e nonostante tutto, un futuro “in cui la condivisione al livello sociale del valore che produce l’impresa” sarà elemento dirimente. E la ricerca di una nuova normalità la sfida più grande che le imprese, e non solo loro, hanno di fronte.

In questo scenario, continua Solbiati, “il profitto non è il fine dell’impresa, ma il mezzo per creare qualcosa”. Prima di tutto la difesa dei posti di lavoro e di benessere diffuso. Di fronte alle richieste di riapertura del mondo della rappresentanza imprenditoriale, tra cui il Sistema Confindustria, una parte della società si è scandalizzata. Una parte dei media ha come scatenato una caccia all’untore andando, a volte, a cercarlo nelle fabbriche rimaste aperte, perchè inserite in quelle filiere produttive ritenute indispensabili dai vari provvedimenti del Governo. Ma le imprese non hanno mai richiesto di riaprire per il fine del profitto, ma per il mezzo che la produzione rappresenta per il territorio e le persone: la capacità di creare posti di lavoro e garantite la tenuta sociale.

È la ricerca di una nuova normalità la sfida più grande che le imprese hanno di fronte. In questo scenario, spiega il commercialista Massimo Solbiati, “il profitto non è il fine dell’impresa, ma il mezzo per creare qualcosa”

In un’intervista di metà aprile rilasciata a VareseNews, il Presidente dell’Unione Industriali varesina, Roberto Grassi, è stato molto chiaro: “In un tessuto industriale fatto soprattutto di piccole e medie aziende come quello della nostra provincia è naturale che la salute dei lavoratori sia la priorità. La ragione è semplice: un datore di lavoro conosce i propri collaboratori uno per uno, per nome e per cognome, passa più tempo con loro che con la propria famiglia”. Prima la salute. Ma assodato questo, il leitmotiv dei rappresentanti delle imprese, varesini e non solo, è che “territorio e comunità hanno bisogno della ricerca di una nuova normalità operativa del sistema produttivo”. Il concetto è ben espresso nella relazione dei Presidenti dei 12 Gruppi Merceologici dell’Unione Industriali che hanno tenuto nelle scorse settimane, anche in questo caso in videoconferenza, le proprie assemblee annuali: “È il momento di un atto di fiducia nei confronti di un elemento fondamentale nello sviluppo di ogni società: l’impresa”. Nello sviluppo, ma anche nella difesa, nei momenti di crisi, di patrimoni e valori condivisi. Perché questo ruolo fondamentale nella società a cui fanno appello i vertici dei vari settori produttivi e dei servizi dell’economia varesina sta anche nella cronaca delle centinaia di progetti e iniziative di sostegno alle proprie comunità di riferimento.

Donazioni, raccolte fondi, progetti di solidarietà digitale, l’impegno del settore aeronautico nel trasporto degli aiuti, le donazioni di mascherine e di sanificazione degli ambienti pubblici, riconversioni di produzioni con stampa 3D, solo per fare alcuni esempi. Impossibile provare a citarli tutti con nomi e cognomi senza fare dei torti a concreti gesti di solidarietà. Ci vorrebbe un’enciclopedia più che un magazine. O pagine infinite come quelle che offre il web ed è per questo che sul nostro blog varesefocus ci abbiamo provato.

Resta comunque la testimonianza che il mondo dell’impresa, di fronte alle mille difficoltà che si è trovata ad affrontare, non si è rinchiusa in se stessa e nelle sue preoccupazioni. Ma ha cercato di ricostruire il futuro guardando al di fuori dei propri bilanci e dei propri cancelli, puntando lo sguardo alle necessità degli ospedali e degli operatori sanitari innanzitutto. Oltre che delle fasce più deboli della società. Dando concretezza al concetto “prima la salute”. Un esempio sono gli 1,14 milioni di euro che l’Unione Industriali è stata in grado di raccogliere tra le imprese, i singoli imprenditori e cittadini per rifornire di attrezzature e dispositivi di protezione i 7 ospedali della Asst Sette Laghi e i 4 presidi della Asst Valle Olona. Ecco il valore dell’impresa: senza perdere il senso dell’emergenza dell’oggi, il saper guardare al domani. L’impresa o è proiettata al futuro o non è. Ma qui sta uno dei problemi. In azienda il futuro è sinonimo di investimenti, quelli fissi secondo Centro Studi Confindustria rischiano di crollare con un -10,6% nell’anno. In pratica, spiegano gli economisti di Viale dell’Astronomia, “l’economia italiana verrebbe trascinata giù proprio da quello che dovrebbe essere uno dei suoi motori. E la mancanza di investimenti zavorra anche la crescita del Paese nel medio-lungo termine”. Con quali conseguenza, non solo per le aziende e i posti di lavoro, ma anche per tutta la comunità che dalla responsabilità sociale d’impresa tanto dipende? La priorità per il Paese e servita.  

 

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