Contribuire a dar vita ad un Paese più sostenibile: è questo l’obiettivo del manifesto lanciato dal Comitato Tecnico di Confindustria sulla Responsabilità Sociale d’impresa

Maggiore governance per la competitività; attenzione ai problemi sociali e ambientali; sostegno all’innovazione di modelli di business e strategie aziendali orientate al raggiungimento degli SDGs (Sustainable Development Goals) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite; promozione della formazione e della ricerca; supporto a politiche e sistemi di gestione per assicurare l’integrità dei comportamenti e contrastare la corruzione; individuazione di adeguati strumenti di politica economica; sviluppo di partnership pubblico-private e con il terzo settore: sono questi i punti salienti del Manifesto di Confindustria “La Responsabilità sociale d’impresa per l’Industria 4.0”. Un decalogo di comportamento per le aziende, per lo stesso Sistema Confindustriale e per i rapporti che il mondo dell’industria e della sua rappresentanza intrattiene con il territorio, le proprie comunità di riferimento e i propri interlocutori economici e istituzionali. Il sottotitolo del Manifesto è, in sé, già un programma: “Per le imprese che cambiano. Per un Paese più sostenibile”. 

Il manifesto è stato lanciato da Confindustria a inizio 2018 e da allora è partito un roadshow su tutto il territorio nazionale per la sua presentazione e per un confronto tra le imprese anche attraverso il racconto di case history di aziende già da tempo fortemente impegnate sul fronte della responsabilità sociale di impresa. Tappa obbligata: Varese. “La Responsabilità Sociale d’Impresa rappresenta un asset strategico per le politiche industriali ed è inoltre un fattore essenziale di competitività, capace di creare valore condiviso per tutti”, spiega Rossana Revello, Presidente del Gruppo Tecnico Responsabilità sociale d’impresa di Confindustria: “Dobbiamo quindi contribuire a renderla un nuovo paradigma economico, che possa contemporaneamente configurarsi come antidoto alla disgregazione sociale, per la creazione di una rinnovata cultura d’impresa che sia innovativa, sostenibile e interconnessa”.

Un passaggio chiave del manifesto di Confindustria spiega benissimo il contesto in cui si muove oggi l’industria e i conseguenti obiettivi da inseguire: “Gli imprenditori di oggi - si legge - devono affrontare uno scenario nuovo rispetto al passato, che richiede un ripensamento del modello di sviluppo che punti sull’innovazione e la sostenibilità all’interno di un sistema in grado di creare valore condiviso per tutti. È in questo contesto che Confindustria considera la responsabilità sociale un elemento vincente per la competitività delle imprese e si impegna per promuoverla all’interno e all’esterno della sua organizzazione attraverso un percorso di impegni concreti”.

Rossana Revello: “Dobbiamo creare un nuovo paradigma economico, che possa contemporaneamente configurarsi come antidoto alla disgregazione sociale”

“La Responsabilità Sociale d’Impresa è un fattore di competitività oggi irrinunciabile. Le relazioni tra le persone dell’azienda, con l’ambiente di lavoro, con la natura, con le comunità: sono tutti fattori che oggi hanno forte impatto sulle aziende. La produttività e il benessere della comunità dipendono dalle scelte responsabili che faremo nel prossimo futuro. Discutere e avere esempi virtuosi con cui confrontarsi come quelli che offre il territorio varesino è il primo passo fondamentale”, dichiara Francesco Pinto di Pianoforte Holding (Carpisa, Jaked e Yamamay), componente del Gruppo Tecnico di Confindustria sulla “Responsabilià Sociale d’Impresa”.

“Le aziende - afferma il Vicepresidente dell’Unione degli Industriali della Provincia di Varese, Tiziano Barea - non sono solo luoghi di creazione e produzione di ricchezza. Sono anche leve di crescita sociale, spazi di inclusione, elementi fondamentali nell’opera di integrazione degli stranieri, un’opportunità per l’affermazione dei giovani, in alcuni casi anche occasione di riscatto. Nell’impresa gli uomini e le donne con il proprio lavoro non generano solo Pil, esprimono se stessi. Politiche green, di welfare, di promozione dello sport in azienda: sono, questi, solo alcuni esempi di un riposizionamento generale dell’impresa che, di fronte ad un contesto di crisi sempre più complesso, non solo a livello economico, ha sentito il bisogno di fare da argine ad un arretramento dello Stato su alcune voci impattanti sulla quotidianità delle persone. Così come hanno sentito il bisogno di rappresentare un punto fermo di fronte ad una società sempre più liquida che non è stata ancora in grado di offrire dei punti di riferimento stabili”. 

La stessa Unione Industriali è impegnata su più fronti. Come quello della diffusione sul territorio dell’economia circolare attraverso due progetti europei di cui è capofila insieme al Centro Tessile Cotoniero di Busto Arsizio: il Progetto Life M3P (rivolto indistintamente a tutti i settori produttivi) e il Progetto ENTeR (che si concentra sul solo comparto tessile e abbigliamento). Altro tema che sta portando avanti insieme ad Ats Insubria e alle Organizzazioni Sindacali Cgil, Cisl e Uil è quello della promozione della salute nei luoghi di lavoro attraverso il Programma WHP – Workplace Health Promotion con l’obiettivo di andare oltre la semplice applicazione della normativa sulla sicurezza e la salute, coinvolgendo il maggior numero possibile di imprese e di lavoratori in attività in grado di migliorare lo stile di vita delle persone. A partire da una corretta alimentazione e un maggiore movimento fisico, per arrivare alla lotta contro le dipendenze (come quelle del gioco e del fumo) e ad una maggiore educazione alla guida.

“La Responsabilità Sociale d’Impresa ha un ruolo strategico all’interno delle politiche industriali e della governance d’impresa - afferma Paola Lattuada, Direttore Generale di Ats Insubria, Agenzia di Tutela della Salute - e può assumere un valore ancor più incisivo quando è integrata con i programmi di Workplace Health Promotion, che incentivano le buone pratiche dedicate al benessere dell’intero sistema-azienda e quindi l’opportunità per il mondo-impresa di connettersi con il sistema-salute, creando un reale circolo virtuoso, con ricadute vantaggiose per l’adozione consapevole di stili di vita salutari in azienda che consentano anche di prevenire le malattie croniche non trasmissibili. Lo sviluppo particolarmente favorevole della rete Whp nel territorio di ATS Insubria, è avvenuto grazie alla collaborazione fattiva con l’Unione Industriali di Varese, che ha creduto, fin da subito, al programma e lo ha veicolato ai suoi associati”. 

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